La conferma che TripAdvisor, quando gli fa comodo, può cancellare dal portale post che potrebbero ledere l’immagine del Gufo e dei suoi partner arriva dal Messico, con una storia che ha dell’agghiacciante. Anche a causa di questa il portale ha perso in borsa il 23%, un miliardo di dollari in un giorno.
La protagonista della storia che abbiamo definito agghiacciante è Kistie Love, una ragazza di Dallas che nell’ottobre 2007 subisce una violenza sessuale da parte di un uomo della sicurezza del Paraiso Maya, albergo messicano della catena Iberostar nello Yucatan a Playa del Carmen. Stando a quanto riportato dalla ragazza, la violenza sarebbe avvenuta di notte nel giardino dell’albergo, dopo che lei stessa aveva chiesto aiuto all’uomo poiché non riusciva ad aprire la porta della camera per un guasto della serratura elettronica. A violenza avvenuta, la donna avrebbe chiesto aiuto ad altri uomini della sicurezza sparsi nella struttura alberghiera, ma nessuno le avrebbe dato corda.
Poche ore più tardi, sotto choc, ha deciso di rientrare a Dallas, ma la violenza la tormentava e così ha deciso di tornare in Messico per denunciare l’accaduto. Anche la Polizia messicana tuttavia ha fatto spallucce di fronte ai suoi racconti. Solo il responsabile della Polizia Turistica si è preso a cuore la situazione e ha deciso di avviare delle indagini. Peccato che pochi giorni dopo lo stesso poliziotto sia stato assassinato. Dall’albergo inoltre sembra che nessuno abbia aiutato le autorità nelle indagini, anzi.
La vittima però non ha voluto demordere e ha scelto il web come mezzo per denunciare quanto accaduto. Ha scelto TripAdvisor cercando per anni di postare una recensione in cui raccontava cosa le era successo all’interno del profilo dell’albergo. Tuttavia
TripAdvisor non ha mai consentito ai suoi post di rimanere online più di qualche secondo. «Ci sono stati problemi nell’algoritmo - ha detto il ceo
Stephen Kaufer - dal momento che il post dell’utente conteneva parole come “stupro” o “violenza sessuale”». Lo stesso Kaufer ha annunciato che l’algoritmo è stato cambiato e ha spiegato che i post che contengono notizie di violenze sessuali saranno esaminati attentamente per poterli pubblicare ed evidenziare con questa dicitura: “TripAdvisor è venuto a conoscenza di recenti eventi o notizie diffuse dai media riguardanti questa struttura che potrebbero non essere riportate nelle recensioni di questo profilo. Pertanto, ti consigliamo di cercare ulteriori informazioni su questa struttura”.
La storia è stata raccontata dal quotidiano a stelle e strisce Usa Today il quale ha pubblicato la notizia nello stesso giorno in cui TripAdvisor annunciava dati del terzo trimestre assolutamente deludenti. Risultato: il Gufo ha perso a Wall Street quasi un miliardo (23% delle quotazioni) in un giorno solo.
La storia della donna è sicuramente una vicenda che merita tutte le attenzioni del caso ma, forse, ad occuparsene (seriamente) direttamente dovrebbero essere gli organi predisposti a questo tipo di indagini. Se è vero che l’albergo non ha collaborato, va condannato. Se è vero che l’assassinio del responsabile della polizia turistica è strettamente legato alla vicenda dello stupro, va condannato. Non possiamo affermare che TripAdvisor in questo caso abbia una responsabilità così grave e diretta (perché dovrebbe prendere per vera la recensione, assai grave e potenzialmente diffamatoria della donna nei confronti dell’albergo?). Una cosa però è certa e qui la responsabilità del Gufo è frequente, diffusa e ugualmente da condannare: il sistema, al di là degli
algoritmi - a cui crediamo poco - può cancellare ogni tipo di recensione come e quando vuole. Perché non lo fa quando
ristoratori offesi personalmente - e col chiaro intento di penalizzare a priori un locale - lo chiedono con insistenza?