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La Clerici fa la polenta e ne parla sui social Apriti cielo, ma che c'è di male?

Antonella nazionale posta una foto mentre cucina la polenta e i puristi criticano: «Non si fa così». Ma ha fatto bene condividendo la gioia della tavola. E poi non esiste un modello di polenta, dipende da grano e cottura

di Andrea Radic
 
27 dicembre 2016 | 15:16

La Clerici fa la polenta e ne parla sui social Apriti cielo, ma che c'è di male?

Antonella nazionale posta una foto mentre cucina la polenta e i puristi criticano: «Non si fa così». Ma ha fatto bene condividendo la gioia della tavola. E poi non esiste un modello di polenta, dipende da grano e cottura

di Andrea Radic
27 dicembre 2016 | 15:16
 

Antonella Clerici (candidata nel sondaggio Personaggio dell'anno nella sezione "Opinion leader", CLICCA QUI per votare) con mestolone mentre gira la farina nel pentolone. Un'immagine simpatica e casalinga, con la polenta protagonista. Il messaggio è chiaramente rivolto alla cucina tradizionale che utilizza ingredienti semplici ma ottimi come la polenta. Ma le critiche dei puristi non mancano e quindi è tutto un postare: «Il mestolo è utilizzato al contrario», «La pentola non è di rame» e dulcis in fondo «I grani sono troppo grossi».

La Clerici fa la polenta e ne parla sui social Apriti cielo ma che c e di male

Antonella Clerici

Posto che Antonella Clerici non è gran maestro della Confraternita della polenta friulana, né di quella di Vigasio, ha semplicemente condiviso un momento delle sue feste in cucina. Perché la tavola è innanzitutto condivisione e, mai come oggi, anche virtuale. Quindi bene ha fatto e le sia perdonata la non perfetta dotazione o qualche grumo in più. La signora è conduttrice televisiva, non docente dell'alberghiero. Il commento più appropriato è senz'altro "Santa Polenta".

E poi, non tutte le polente sono uguali, ne esistono innumerevoli versioni, solo all’ombra del Monte Bianco, tra Courmayeur, la Val Ferret e la Val Sapin, dove sono molti i ristoratori di qualità che lavorano per la salvaguardia della tradizione, la polenta viene servita in svariati modi, in particolare in due varianti che dividono in due fazioni gli specialisti della farina gialla, da una parte e della polenta Taragna dall'altra.

La partita si gioca nelle cucine di baite, rifugi e gastronomie a Courmayeur ed è sempre stato così, dipende dai tipi di farina che si usano, dal tipo di macinazione, e da come vengono miscelati insieme. Alcuni adoperano solo farina gialla di mais macinata a mulino a pietra della varietà “Pignolet”, che è un mais antico ma poco coltivato oggi perché non particolarmente redditizio.

Per il resto il segreto della bontà della polenta è la cottura lenta e lunga, con l’aggiunta solo di olio extravergine di oliva e sale. Da non perdere la versione concia con formaggi diversi e protagonista la Fontina Dop. Della polenta si apprezza quindi la consistenza morbida che si sposa ad un sapore “ritrovato” che sembra riemergere da un lontano passato, quando si cucinava rispettando doverosi tempi lenti. Infine la polenta è ingrediente perfetto per non sprecare gli avanzi, concetto importante in queste festività: si lascia raffreddare, si taglia a fette sottili e si frigge a piacere. Consiglio che diamo volentieri ad Antonella Clerici.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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