Sta suscitando molte polemiche e la reazione di protesta da parte della Coldiretti e dei produttori la decisione dell’Unione europea del 27 giugno scorso: in sostanza la Commissione Ue ha diffidato l’Italia dal mantenere in vigore leggi troppo stringenti sull’utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un ostacolo alla libera concorrenza e circolazione delle merci, dato che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche yogurt) sono di uso comune.
«Difenderemo fino in fondo la qualità del sistema lattiero caseario italiano e la trasparenza delle informazioni da dare ai consumatori», ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. «Ribadiremo alla Commissione europea la necessità di un intervento più approfondito sull’etichettatura del latte, che sappia rispondere meglio alle esigenze dei nostri produttori soprattutto dopo la fine del regime delle quote. Non siamo disposti a fare passi indietro su questi principi. È importante comunque ribadire che non sono interessati da questa vicenda i nostri grandi formaggi Dop, per i quali non sarà mai possibile l’utilizzo di materie prime diverse da quelle previste dai disciplinari. Nel frattempo continueremo a portare avanti un lavoro di confronto con le organizzazioni agricole e con la filiera e gli altri Ministeri interessati per evitare penalizzazioni da parte dell’Unione europea».
«Siamo di fronte all’ultimo diktat - ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - di una Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori».
«Non passeranno. Gli agricoltori della Coldiretti Lombardia sono pronti a fare muro contro ogni tentativo di produrre i formaggi con la polvere, come vorrebbe l’Unione Europea, invece che con il latte come deve essere», ha annunciato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia. «Se fino a oggi le manifestazioni che abbiamo organizzato al Brennero erano pacifiche, adesso siamo pronti a bloccare le frontiere se non verrà riconosciuta la distintività di ogni produzione nazionale e l’obbligo dell’origine».
Dall’11 aprile 1974, con la legge n. 138, l’Italia ha deciso di vietare l’utilizzo di polvere di latte per produrre formaggi, yogurt e latte alimentare ai caseifici situati sul territorio nazionale. Questa misura aveva lo scopo di tenere alta la qualità delle produzioni casearie italiane salvaguardando le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità dei prodotti italiani mediante la qualità delle materie prime. Una scelta che, come sottolinea la Coldiretti, ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate in quantità del 9,3% nel primo trimestre del 2015.
Una petizione per dire “no” al latte in polvere
Italia a Tavola sostiene la petizione, su change.org, diretta al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina e lanciata da Mauro Pili per dire “no” alle imposizioni europee sul latte in polvere per i formaggi sardi. Per aderire alla petizione CLICCA QUI.