Il ministero delle Politiche agricole ha compiuto l'impresa: grazie all'intervento dell'istituzione pubblica, il portale cinese di e-commerce Alibaba ha oscurato l'annuncio, e quindi bloccato le vendite, di un formaggio venduto come "parmigiano", ma con i buchi. Un'immagine destabilizzante per gli italiani che sanno bene che una forma di parmigiano non si presenta con dei buchi in stile groviera. Il formaggio in causa era infatti prodotto in Turchia e veniva offerto in quantità industriali, fino a 5mila tonnellate al mese.

Un altro passo è stato fatto per contrastare il fenomeno della contraffazione alimentare. Una pratica che negli anni è costata molto cara all'economia italiana, e in particolare al settore dell'alimentazione. Basti pensare che nel 2014 la falsificazione di cibo made in Italy ha registrato un fatturato superiore ai 60 miliardi di euro, con due prodotti su tre che sono il risultato dell'agropirateria internazionale.
«La difesa del nostro modello di qualità - dichiara il Ministro Maurizio Martina - è per noi una priorità, oltre che una garanzia per i consumatori. Per questo siamo in campo con un sistema di controlli unico al mondo per contrastare contraffazioni e frodi sia sugli scaffali che sul web».
Ma il parmigiano con i buchi non è l'unico prodotto ad essere stato bandito dal portale di e-commerce. È toccato anche ad una mozzarella proveniente dal Sud Africa, che garantiva una durata di due anni. Per non parlare del settore del vino, sommerso da prodotti che di italiano non hanno nemmeno il nome. L'Italian sounding è un altro ostacolo da abbattere per difendere l'agroalimentare tricolore. Perché non si può pensare di preferire un Barollo ad un Barolo, o un Bordolino a un vero Bardolino, né tantomeno di produrre del vino in casa grazie ad un kit che contiene delle polveri “miracolose”.
Tanto si sta facendo per tutelare i prodotti italiani dalla falsificazione, e nell'attesa che venga firmato un protocollo che garantisca la vendita di prodotti Dop e Igp anche nella grande distribuzione, fa ben sperare che già due siti di e-commerce tra i più quotati - oltre ad Alibaba ricordiamo Ebay - si sono attivati per eliminare ogni traccia di alimenti spacciati per italiani.