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Affittare casa: cosa cambia con il nuovo decreto legge

La bozza, per il momento, conferma il pernottamento minimo di due notti e il Codice identificativo nazionale. Il limite di appartamenti che lo stesso proprietario può destinare alla locazione breve sarà di due

 
23 settembre 2023 | 10:30

Affittare casa: cosa cambia con il nuovo decreto legge

La bozza, per il momento, conferma il pernottamento minimo di due notti e il Codice identificativo nazionale. Il limite di appartamenti che lo stesso proprietario può destinare alla locazione breve sarà di due

23 settembre 2023 | 10:30
 

Forse ci siamo: sembra che il Governo abbia deciso di accelerare sulla questione affitti brevi tanto che dovrebbe essere un decreto legge (pronto nei prossimi giorni) e non più un disegno di legge. Le novità più grandi c'erano state nell'aggiornamento tra la versione di fine maggio a quella circolata a inizio settembre, ma certo il decreto legge darebbe una decisa accelerata finale al far west delle locazioni brevi e in questa nuova versione ci sono delle nuove limature che sembrano soddisfare le associazioni degli albergatori che, invece, avevano duramente criticato la bozza della Santanché. Sembra che la bozza, al momento, confermi le due principali misure di cui si è già discusso durante l’estate: il pernottamento minimo di due notti e il Codice identificativo nazionale (Cin). In attesa che il testo venga discusso, probabilmente, già durante il Consiglio dei ministri di lunedì 25 settembre vediamo cosa potrebbe cambiare per chi affitta casa.

Affittare casa: cosa cambia con il nuovo decreto legge

La ministra del Turismo, Daniela Santanchè

Affitti brevi: rimane il minimum stay di due notti

Come dicevamo, il nodo centrale è la durata delle notti. Il nuovo testo dice che "il contratto di locazione per finalità turistiche avente ad oggetto uno o più immobili ad uso abitativo, nei comuni capoluoghi delle città metropolitane non può avere una durata inferiore a due notti consecutive, fatta eccezione per l'ipotesi in cui la parte conduttrice sia costituita da un nucleo familiare con almeno tre figli". Rimane dunque il minimum stay di due notti nei comuni capoluoghi delle città metropolitane (per i soggiorni di una notte, quindi, l'unica soluzione possibile sarà ricorrere alle strutture ricettive tradizionali) ma si reintroduce la variabile delle famiglie numerose.

Per i proprietari limite di due appartamenti in affitto

Il limite di appartamenti che lo stesso proprietario può destinare all'affitto breve è confermato a due. Al di sopra la locazione è considerata un'attività economica e, quindi, il proprietario deve aprire la partita Iva.

Affitti brevi: servirà il Codice identificativo nazionale

Confermati anche il Cin, Codice identificativo nazionale. Il codice viene collegato all’immobile in locazione ad uso abitativo per finalità turistiche, senza specificare se può essere chiesto dal proprietario o da un gestore, così da lasciare libertà di scelta. Può essere assegnato direttamente dalle regioni, mentre i comuni avranno il compito di controllare che sia ben segnalato dagli host in ogni canale di promozione, dalle piattaforme social fino alla stessa porta di ingresso all’appartamento (e anche dell’edificio).

Affitti brevi sulla sicurezza stessi obblighi degli alberghi

Inoltre, acconsentendo alle richieste di Federalberghi, la bozza prevede che le case siano sottoposte alla stessa disciplina degli hotel sugli obblighi di dotazioni di sicurezza, anti incendio e per il monossido.

Federalberghi: Sugli affitti brevi ha fatto meglio New York

Federalberghi che si dice sodisfatta delle limature, ma aggiungendo che si poteva fare ancora meglio come, ad esempio a fatto la città di New York: «Esprimiamo apprezzamento per un Governo che finalmente ha deciso di mettere le mani a una materia spinosa e che ci vedeva come la Ceneretola del mondo, l'unico paese che non aveva legiferato sugli affitti brevi - ha detto all'Ansa il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - ma mi viene francamente da ridere quando dicono che questo è un decreto fatto apposta per le esigenze degli albergatori. Per noi la norma giusta è quella fatta da New York. E cioè, visto che ci si sgola dicendo che gli affitti brevi servono per tutelare la proprietà privata e per integrare il reddito, a casa mia la proprietà privata è quella dove tu vivi. Invece con questa norma tu ti compri tranquillamente due appartamenti e ci fai un business per 365 giorni l'anno con gli affitti brevi. Questa non è integrazione al reddito e non è proprietà privata ma è un’attività commerciale».

Secondo Federturismo Confindustria in Italia sono oltre 500mila gli appartamenti e le stanze proposti con la formula dell'affitto breve per scopo turistico, «frutto di una totale assenza di regolamentazione del mercato che in molti centri ha creato problemi di overtourism. È indispensabile ora accelerare sui tempi di approvazione».

Affittare casa: cosa cambia con il nuovo decreto legge

Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca

Molto scontenti invece i 14 rappresentanti del settore immobiliare e turistico (Abbav, Aigab, Breve, Confassociazioni Real Estate, Confedilizia, Fare, Fiaip, Host+Host, Host Italia, Myguestfriend, Ospitami, Prolocatur, Property Managers Italia, Rescasa Lombardia) che con un documento congiunto bocciano il provvedimento ritenuto «fortemente lesivo del diritto di proprietà», «profondamente illiberale e in molte sue parti contrario ai principi costituzionali» e «soprattutto palesemente mirato a contrastare la locazione delle abitazioni private».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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