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Non solo granchio blu: anche la chiocciola asiatica ora invade le nostre acque

I primi avvistamenti risalgono al 2019 ma ora la sinotaia quadrata sembra essere una reale minaccia per le acque interne. In Toscana rinvenute molte colonie: alto il pericolo batterico derivato dalla loro presenza

 
29 agosto 2023 | 11:01

Non solo granchio blu: anche la chiocciola asiatica ora invade le nostre acque

I primi avvistamenti risalgono al 2019 ma ora la sinotaia quadrata sembra essere una reale minaccia per le acque interne. In Toscana rinvenute molte colonie: alto il pericolo batterico derivato dalla loro presenza

29 agosto 2023 | 11:01
 

Come se già non bastasse la minaccia legata al granchio blu, già ampiamente discussa e affrontata in questa estate, l’ecosistema delle nostre acque pare sia messo in pericolo anche da un’altra specie aliena. Non arriva dall’oceano come il già citato crostaceo, bensì dall’Asia. E si chiama, per l’appunto, chiocciola asiatica. 

Non solo granchio blu: anche la chiocciola asiatica ora invade le nostre acque

La chiocciola asiatica (credits: D. Martiré)

Chiocciola asiatica o sinotaia quadrata: alto rischio batterico

In particolar modo una presenza massiccia di tale specie è stata registrata, almeno per ora, all’interno dei corsi d’acqua toscani, che rischiano nel giro di breve tempo di essere infestati da questo animale. Sembrano delle semplici lumachine di fiume, sono in realtà delle chiocciole già ampiamente presenti in alcuni tratti dell’Arno, del Bisenzio e altri corsi d'acqua minori.

Arrivano dall’Asia, probabilmente arrivate in Italia grazie a traffici clandestini (legati a scopi alimentari), e ora le loro colonie minacciano di infestare le nostre acque interne.

Non solo granchio blu: anche la chiocciola asiatica ora invade le nostre acque

Nei fiumi toscani i primi avvistamenti di sinotaia

E se in Oriente pare siano alla base di prelibati piatti, le sinotaie quadrate (questo il loro nome “ufficiale”) potrebbero causare una massiccia proliferazione batterica nelle acque in cui vengono ritrovate, attaccate a sassi di fiume. Al punto da vietarne non solo la raccolta, ma interdire anche la balneazione umana nei corsi in cui si è registrata la maggiore presenza della sinotaia.

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