Nella capitale mondiale della pizza saranno svelati dal vivo gli inganni che troppo spesso si nascondono dietro la preparazione delle pizze vendute come italiane. L'operazione verità sul prodotto più consumato fuori casa dagli italiani sarà accompagnato dalla presentazione della prima pizza firmata dagli agricoltori che ne garantiscono l'originalità degli ingredienti, per aiutare i cittadini a scegliere consapevolmente.
Sono numerose le minacce che mettono a rischio autenticità di un prodotto simbolo della cucina italiana che fonda il suo successo sul rispetto delle tradizioni e sul legame con il territorio. La preparazione e il confronto tra la 'vera” e la 'finta” pizza italiana avverrà nell'ambito del meeting dei direttori Coldiretti provenienti da tutte le regioni italiane con il presidente nazionale Sergio Marini.
Ma la Fipe contesta l'iniziativa
«Ognuno deve fare il proprio mestiere, anche per non aggiungere altra confusione al consumatore. Quindi, piuttosto che firmare la pizza, sarebbe meglio che gli agricoltori continuassero ad occuparsi di coltivazioni e allevamenti, tralasciando attività che non possono essere improvvisate. C'è da migliorare il controllo sulle frodi alimentari e bisogna evitare di stressare la capacità di resa di terreni, alimentare meglio il bestiame, gestire con cura cascinali e il territorio, spesso abbandonati e incolti, offrire prodotti di qualità e sicuri. è tempo che in Italia l'agricoltura riprenda il ruolo che le compete per storia e tradizione, tornando alla terra e alla cura degli animali e lasciare che siano i pizzaioli ad occuparsi delle pizze». Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe, commenta in questo modo l'iniziativa della pizza firmata dagli agricoltori a garanzia della qualità degli ingredienti utilizzati. «I primi a porre il problema e a reclamare attenzione contro la dequalificazione che penalizza la pizza italiana – ha continuato Stoppani – sono proprio gli esercenti. Gli italiani hanno bisogno di messaggi precisi e chiari. Una pizza veramente italiana è fatta di buoni ingredienti, di professionalità e di competenze che non si inventano». Fipe ricorda che sul settore della qualità degli alimenti c'è ancora molto da fare. Secondo l'ultimo rapporto 'Italia a Tavola” i Nas hanno sequestrato duecento tonnellate di prodotti nel settore delle carni e degli allevamenti per un valore di 72 milioni di euro. Non va meglio nel settore dell'ortofrutta, delle conserve, farine, latte, mangimi, olio e neanche va meglio nel settore dell'agricoltura biologica contaminata da fitofarmaci oltre i limiti consentiti, presenza di Ogm, false etichettature e ingredienti illeciti.