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Manca personale ma i giovani non lavorano: il paradosso dell'Italia (e dell'horeca)

Il nostro Paese, come riportato da Inapp e Confartigianato, è il peggiore nell'Unione Europea per numero di giovani inattivi. Dati preoccupanti e che sono un campanello d'allarme, anche e soprattutto per l'horeca

 
26 maggio 2023 | 19:00

Manca personale ma i giovani non lavorano: il paradosso dell'Italia (e dell'horeca)

Il nostro Paese, come riportato da Inapp e Confartigianato, è il peggiore nell'Unione Europea per numero di giovani inattivi. Dati preoccupanti e che sono un campanello d'allarme, anche e soprattutto per l'horeca

26 maggio 2023 | 19:00
 

La formazione dei giovani deve essere uno, se non il, dei target principali per migliorare il futuro di ogni nazione. O almeno dovrebbe. Perché in Italia, ormai da decenni, non si è mai viaggiato in questa direzione, non valorizzando e potenziando mai le capacità e l’attitudine di ragazze e ragazzi, soprattutto in ottica lavorativa.

E dagli ultimi rapporti che giungono da Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) e da Confartigianato non si vedono assolutamente miglioramenti. Nonostante nel nostro Paese ci sia una grande mancanza di personale in alcuni settori, in particolare in quello dell'horeca, l'Italia è la peggior nazione nel Vecchio Continente per numero di giovani inattivi. Sono, infatti, 1.6 milioni coloro che non hanno ancora trovato (sia per occasione che per voglia) una posizione lavorativa (tra ristorazione e turismo servirebbero circa 200-300mila impiegati!). Un campanello d’allarme, dunque, che fa riflettere sia sulle volontà sia sulle opportunità che vengono offerte nello Stivale ai ragazzi. E tutto, ovviamente, come dicevamo, parte dalla formazione.

Manca personale ma i giovani non lavorano: il paradosso dell'Italia (e dell'horeca)

Giovani italiani e formazione, un flop

Giovani e formazione, in Italia c'è troppo divario tra scuola e lavoro

Purtroppo, da anni, in particolare in scuole professionali come gli istituti alberghieri, per esempio, non è stato ancora cambiato il patto sociale ossia il divario che c'è tra scuola e mondo del lavoro. E questo, come aveva annunciato lo scorso anno Matteo Scibilia (chef del Piazza della Repubblica di Milano e vicepresidente di Confcommercio Vimercate) è incredibile e inaccettabile. Un istituto alberghiero dovrebbe funzionare in modo diverso: deve diventare un vero e proprio ponte tra istruzione e mondo del lavoro con strumenti nuovi e all'avanguardia. Oggi questo non c'è: la scuola alberghiera e molte scuole professionali sono allo sbando. E tutto ciò, poi, si ripercuote qualche anno dopo sul mondo "dei grandi".

In Italia il tasso di inattività dei giovani è elevatissimo

Basti pensare che nel 2022, siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offerti sul mercato del lavoro: ben 1.568.000. Per valore assoluto di giovani inattivi siamo quindi al primo posto nell'Ue, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto alla media europea del 15%. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%. È un fenomeno peggiorato visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004.

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Numeri che si verificano in particolare, come dichiarato da Confartigianato in occasione della convention annuale dei Giovani Imprenditori a Roma, nelle zone meridionali d’Italia (Molise, Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata), dove sono tra l’altro offerte condizioni peggiori per lavorare e per fare impresa. In testa, invece, c’è la Lombardia, seguita, poco distante, da Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.

Sono numeri, e dinamiche, che devono far riflettere tutti. Dalla più alta carica dello stato agli imprenditori fino ai ragazzi che si siedono su una sedia in una scuola superiore.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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