Quale è il ruolo cardine del turismo in Italia? E quello dell’interesse (crescente) di investitori, soprattutto dell’alto di gamma, per il Belpaese? Queste e altre risposte sono emerse dalla ricerca “Il ruolo dell’Italia nel nuovo turismo mondiale-Prospettive e sfide future”, presentata a Milano durante nella prima edizione dell’Hotellerie Summit, organizzato da Pambianco, consulting & media company specializzata nei settori fashion, design, beauty, wine & food e hotellerie, con la collaborazione Federalberghi, Confindustria Alberghi e Federterme. Lo studio Pambianco ha innanzitutto fotografato il settore del turismo e del viaggio che, nel 2021, con un valore aggiunto di 179 miliardi di dollari americani in crescita del 58% sull’anno precedente ha pesato per il 9,1% del Pil italiano. Il settore nello stesso anno ha inoltre impiegato in Italia 2,6 milioni di addetti, pari all’11,6% sul totale degli occupati. Per quanto riguarda la situazione investimenti alberghieri, cresce la qualità e il franchising delle grandi catene internazionali.
Quale il futuro dell'offerta alberghiera italiana?
Saldo attivo di 8,6 miliardi di euro
Questi dati ben rappresentano l’importanza di questo settore che, anche considerando solo il segmento dell’ospitality, ha un saldo attivo di 8,6 miliardi di euro nel 2021 con un trend di crescita importante che ha visto un saldo attivo di 12,7 miliardi di euro, quindi in notevole crescita, già nei primi 8 mesi del 2022. Questo dato, molto positivo per il Paese, è frutto della grande capacità attrattiva dell’Italia, che ha reso possibile l’incoming di 51,4 milioni di turisti stimati nel 2022.
Italia terza sul podio degli arrivi europei
Lo studio è quindi proseguito con un’analisi puntuale dei flussi turistici mondiali per macroaree, guidati dall’Europa con forte distacco sulle Americhe in seconda posizione e con l’analisi degli arrivi internazionali nei singoli Paesi europei, dove il podio è composto da Francia, Spagna e, al terzo posto, Italia.
Alberghi: cresce la qualità e il franchising
A seguito della presentazione di una puntuale fotografia dell’offerta alberghiera italiana, dei suoi sviluppi sia in termini immobiliari che di M&A che di passaggi di gestione, si evince che oggi l’offerta ricettiva nel nostro Paese è destinata ad un innalzamento di livello, per rispondere sempre meglio ad una clientela internazionale di alto livello. I gruppi si stanno concentrando sulla gestione delle strutture più che sulla proprietà immobiliare e cresce anche la formula del franchising delle grandi catene internazionali. I player italiani, infatti, ad oggi hanno ancora una presenza internazionale molto limitata. Concludendo, tra le sfide per il turismo in Italia c’è la concentrazione di un settore ancora molto frammentato, la riqualificazione delle strutture, la crescente attenzione alle tematiche ambientali, sociali e di governance, la digitalizzazione e l’adeguamento infrastrutturale dei trasporti.
Le opportunità date dai grandi eventi
Fra le opportunità, di contro, non si possono non ricordare le Olimpiadi invernali 2026 che avranno luogo fra Milano e Cortina. Il Villaggio olimpico principale è previsto a Milano in zona Porta Romana con 1260 posti letto mentre due Villaggi Olimpici più piccoli saranno realizzati a Livigno e a Cortina. Le Olimpiadi, unitamente ai grossi investimenti a livello internazionale fanno prevedere una crescita importante per il settore in Italia nei prossimi anni.
Situazione al momento positiva, ma serve più sostegno
Per Barnabò Bocca, presidente Federalberghi e presidente di Sina Hotels Group, che ha tratteggiato una panoramica dell’attuale situazione italiana: «Al momento la situazione è positiva – ha spiegato – e non è certo un risultato scontato visto che arriviamo da un triennio caratterizzato da grandi problemi. Non solo la pandemia ha influito negativamente sul comparto, ma anche la guerra in Ucraina e l’inflazione hanno contributo ha complicare la vita degli albergatori italiani. I quali però sono imprenditori “di razza” e hanno reagito subito: basti pensare che i numeri di presenze del 2022, nonostante i primi tre mesi fossero ancora di chiusura pandemica, sono già stati vicini a quelli del 2019. Il nostro obiettivo è quello di superarli già in questo 2023».
Bernabò Bocca
Quadro ulteriormente arricchito dall’intervento di Maria Carmela Colaiacovo, presidente Associazione italiana Confindustria Alberghi che ha sottolineato: «Abbiamo un Pnrr che ha dato al turismo italiano pochissime risorse. La Spagna ha 25 miliardi di euro dedicati all’industria turistica, noi due. Sono dati che fanno riflettere, soprattutto perché il turismo nel 2022 ha mosso il Pil italiano». La deadline per rivedere i numeri del Pnrr è il 30 aprile, quindi «abbiamo ancora poco tempo per cambiare le cose e io come presidente chiedo in maniera forte che vengano rivisti i numeri. Qualcosa va fatto».
A seguire si sono susseguiti sul palco Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato Alpitour, Elisabetta Fabri, presidente e amministratore Starhotels, Valeriano Antonioli, ceo Lungarno Collection e Alessandro Cabella, Area General Manager Hilton Italia, i quali attraverso insteviste One to One con David Pambianco, hanno raccontato il settore e le principali opportunità e sfide che questo propone oggi attraverso la lente delle proprie case history.
Maria Carmela Colaiacovo
Il Summit è quindi ripreso dopo il coffee break con l’intervista a Marco Piva, Founder dello Studio Marco Piva, che ha parlato di sviluppo dal suo punto di vista di progettista. La mattinata è quindi proseguita con le interviste di David Pambianco a Nicola Risatti, Presidente e amministratore delegato Blu Hotels, Massimo Caputi, Presidente Terme di Saturnia e Presidente Federterme-Confindustria, Marcello Mangia, President & ceo Mangia’s Resort, Sofia Gioia Vedani, Architetto e ceo Planetaria Hotels e Andrea Quadrio Curzio, ceo e Chief Experience and Operations QC Terme. A chiudere la vivace mattinata di interventi è stata infine l’intervista a Fabrizio Gaggio, Direttore Generale Gruppo Una.