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Food & beverage: la paura più grande in Italia? Nuovi stop all'attività

Dopo la dura prova della pandemia, oggi nuovi fattori come inflazione e crisi energetica preoccupano le aziende italiane. Fra i rischi più temuti le minacce informatiche o gli eventi eccezionali

di Elisa Santamaria
 
24 gennaio 2023 | 12:56

Food & beverage: la paura più grande in Italia? Nuovi stop all'attività

Dopo la dura prova della pandemia, oggi nuovi fattori come inflazione e crisi energetica preoccupano le aziende italiane. Fra i rischi più temuti le minacce informatiche o gli eventi eccezionali

di Elisa Santamaria
24 gennaio 2023 | 12:56
 

Interruzione di attività, minacce informatiche e crisi energetica: sono questi i rischi più grandi che temono le aziende dell'agroalimentare in Italia. Lo segnala l’Allianz Risk Barometer 2023: la classifica annuale dei rischi d'impresa stilata dalla compagnia assicurativa Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) del Gruppo Allianz.

Food

A preoccupare l'agroalimentare sono crisi energetica e possibili nuove interruzioni alle attività

Focus settore food & beverage

In Italia, per le imprese del settore alimentare, le principali paure riguardano l’interruzione di attività anche della catena di approvvigionamento dei prodotti (44%, in netto calo rispetto al 67% del 2022), seguita dai rischi informatici (37%) - stabili in classifica rispetto allo scorso anno - e dalla crisi energetica (30%) entrata al 3° posto e seguita al 4° e al 5° posto da incendi ed esplosioni e dai rischi generati dal cambiamento climatico, entrambi in calo rispetto al 2022.

Focus settore vendita al dettaglio e all’ingrosso

Anche per la vendita al dettaglio e all'ingrosso nel Bel Paese, l'interruzione di attività (42%, in calo rispetto al 56% del 2022) permane in cima alla classifica, mentre al secondo posto entrano per la prima volta i cambiamenti nello scenario macro economico (31%, new entry rispetto allo scorso anno), con i timori generati da possibili programmi di "austerity", dall'aumento del prezzo dei beni di consumo primari e dall'inflazione o deflazione.

Al 3° posto troviamo i rischi informatici (28%): dalla violazione dei dati ai guasti della rete e dell'IT (Information Technology) dal crimine informatico, al malware e ransomware.

Nuovi fattori di rischio per questo settore sono -anche in questo caso- la crisi energetica (22%) e gli incendi e le esplosioni (17%), che a differenza del food & beverage entrano in classifica al 5° posto.

Cos'è l'interruzione di attività

Una interruzione di attività (in inglese: business interruption) può essere causata da calamità naturali, incendi, interruzioni lungo la catena di approvvigionamento dei beni - la supply chain - e persino da attacchi informatici. Tutti questi fenomeni e accadimenti possono comportare perdite finanziarie significative per le aziende.

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Focus settore food & beverage e vendita al dettaglio

L'indagine in Italia

Accanto all'analisi globale, è interessante confrontare le differenze con i risultati strettamente legati all'Italia. Nonostante le differenze tra paesi i dati globali e quelli tricolore non mostrano scostamenti di grande rilievo. Interessante il fattore crisi energetica che nel Bel Paese scala una posizione (3°) rispetto al ranking mondiale (4°). Il caro bollette infatti impatta in modo indiscutibile sulle aziende italiane che solo ora -a differenza di altre nazioni- stanno intraprendendo seriamente strade legate a energia alternativa e più sostenibile.

Agroalimentare: la paura più grande? Il rischio chiusura

Allianz Risk Barometer 2023 - i dati relativi all'Italia

Uno sguardo globale

C'è tutto il mondo che cambia, gli stravolgimenti della pandemia e l'instabilità economica generata dal conflitto Russia-Ucraina e la crisi energetica con il costo dei consumi di gas ed elettricità alle stelle nell'Allianz Risk Barometer 2023 (che incorpora il parere di 2.712 esperti di gestione del rischio in 94 paesi e territori, tra cui amministratori delegati, risk manager, broker ed esperti assicurativi. Viene pubblicato per la 12° volta), e per il secondo anno consecutivo, gli incidenti informatici e l’interruzione delle attività rappresentano i principali timori delle aziende (entrambi con il 34% delle risposte).

Tuttavia, i cambiamenti macroeconomici come l'inflazione, la volatilità dei mercati finanziari e l'incombenza di una recessione (che passa dal 10° al 3° posto rispetto all'anno precedente), nonché l'impatto della crisi energetica (nuova entrata al 4° posto) salgono nella classifica dei rischi aziendali globali di quest'anno, in quanto le conseguenze economiche e politiche del mondo in seguito al Covid-19 e alla guerra in Ucraina si fanno sentire.

 

In questo contesto le aziende in genere si preoccupano meno di catastrofi naturali (dal 3° al 6° posto) e cambiamenti climatici (dal 6° al 7°) che scendono nella classifica annuale, così come la pandemia (dal 4° al 13° posto): calo di posizioni in quanto restrizioni e chiusure sarebbero ormai solo brutti ricordi.

Un'altra novità apparsa nelle prime 10 posizioni dei rischi globali sono rischi politici e violenza, esattamente al 10° posto, mentre la carenza di manodopera qualificata sale all’8° posto. I Cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare rimangono un rischio importante al 5° posto, mentre gli incendi scendono di due posizioni al 9° posto.

Preoccupa l'attuale "permacrisi"

«Per il secondo anno consecutivo l’Allianz Risk Barometer mostra che le aziende sono più preoccupate per l'aumento dei rischi informatici e di interruzione dell'attività. Al contempo - commenta Joachim Mueller, CEO di AGCS - , osserviamo un forte movimento nella classifica dei rischi macroeconomici ed energetici. Le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l'attuale "permacrisi" derivante dalle conseguenze della pandemia e dall'impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda».

«La notizia positiva è che, in qualità di assicuratori, osserviamo continui miglioramenti in quest'area da parte di molti dei nostri clienti, in particolare per rendere le supply chain sempre più a prova di errore, per migliorare la pianificazione della continuità aziendale e per rafforzare i controlli informatici. Le azioni per costruire la resilienza e ridurre i rischi sono ora al centro dell'attenzione delle aziende, visti gli eventi degli ultimi anni».

Pericoli digitali e di disservizio: a rischio le banche dati

Gli incidenti informatici, come le interruzioni dell'attività IT (infomatica), gli attacchi ransomware o le violazioni dei dati, sono in testa ai rischi più importanti a livello globale per il secondo anno consecutivo. Inoltre, sono il rischio principale in 19 paesi diversi, tra cui Canada, Francia, Giappone, India e Regno Unito. È il rischio che preoccupa maggiormente le piccole aziende (con un fatturato annuo inferiore ai 250 milioni di dollari).

Secondo il Cyber Center of Competence di Allianz, la frequenza degli attacchi ransomware rimarrà elevata nel 2023, mentre il costo medio di una violazione dei dati è ai massimi storici. Il conflitto in Ucraina e le più ampie tensioni geopolitiche stanno aumentando il rischio di un attacco informatico su larga scala da parte di soggetti sponsorizzati dallo Stato. A ciò si aggiunge una crescente carenza di professionisti della sicurezza informatica, che genera problemi quando si tratta di migliorare la sicurezza.

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Sicurezza informatica: mancano i professionisti

Per le aziende di molti Paesi, il 2023 sarà probabilmente un altro anno di maggiori rischi per l’Interruzione delle attività (BI): al 2° posto a livello globale, la BI è il rischio numero uno in paesi come Brasile, Germania, Messico, Paesi Bassi, Singapore, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti.

Disagio macroeconomico e recessione

Riguardo agli sviluppi macroeconomici, come l'inflazione o la volatilità dei mercati economici e finanziari, sono al terzo posto tra i rischi per le aziende a livello globale nel 2023 (25%), in aumento rispetto al 10° posto del 2022 - è la prima volta che questo rischio compare nella top 3 da un decennio a questa parte. Tutte e tre le principali aree economiche - Stati Uniti (USA), Cina ed Europa - si trovano allo stesso tempo in una situazione di crisi, anche se per motivi diversi, secondo Allianz Research, che prevede una recessione in Europa e negli Stati Uniti nel 2023. L'inflazione è particolarmente preoccupante perché sta intaccando la struttura dei prezzi e i margini di redditività di molte aziende. Come l'economia reale, anche i mercati finanziari dovranno affrontare un anno difficile, poiché le banche centrali prosciugano la liquidità in eccesso a livello di sistema e i volumi di trading diminuiscono anche nei mercati storicamente liquidi. 

2023 anno da dimenticare?

«Il 2023 sarà un anno difficile; dal punto di vista puramente economico, probabilmente sarà un anno da dimenticare per molte famiglie e aziende. Tuttavia, non c'è motivo di disperare», afferma Ludovic Subran, Chief Economist presso Allianz. «Innanzitutto, l'inversione di tendenza dei tassi di interesse è di grande aiuto, soprattutto per i milioni di risparmiatori. Anche le prospettive a medio termine sono molto più rosee, nonostante - o piuttosto a causa - della crisi energetica. Le conseguenze, al di là della recessione prevista per il 2023, si stanno già facendo sentire: una trasformazione forzata dell'economia in direzione della decarbonizzazione e una maggiore consapevolezza dei rischi in tutti i settori della società, che rafforzerà la resilienza sociale ed economica».

Per agricoltura e alimentare il rischio più grande è l'interruzione del servizio dopo la dura prova della pandemia oggi nuovi fattori mettono a dura prova le attività.

La guerra tra Russia e Ucraina destabilizzatore mondiale

Rischi in crescita e in calo

La crisi energetica è il principale fattore di aumento del rischio emerso dall'indagine e compare per la prima volta al 4° posto (22%). Alcuni settori, come quello chimico, dei fertilizzanti, del vetro e dell'alluminio, possono dipendere da un'unica fonte di energia (il gas russo nel caso di molti paesi europei) e sono quindi vulnerabili alle interruzioni della fornitura di energia o agli aumenti dei prezzi. Se queste industrie di base sono in difficoltà, le ripercussioni possono farsi sentire più a valle nella catena del valore in altri settori. Secondo Allianz Trade, la crisi energetica rimarrà il più grande trauma per la redditività in particolare per i paesi europei. Ai livelli attuali, i prezzi dell'energia potrebbero azzerare i profitti della maggior parte delle società non finanziarie, poiché il potere contrattuale sta diminuendo a causa del rallentamento della domanda.

Anche i rischi politici e la violenza sono una new entry al 10° posto (13%).  Oltre alla guerra, le aziende sono preoccupate anche per l'aumento delle interruzioni dovute a scioperi, sommosse e disordini civili, in seguito alla crisi del costo della vita in molti Paesi.

Nonostante il calo nella classifica rispetto all'anno precedente, le Catastrofi naturali (19%) e il Cambiamento climatico (17%) rimangono le maggiori fonti di preoccupazione per le aziende. In un anno che ha visto il passaggio dell'uragano Ian (una delle tempeste più potenti mai registrate negli Stati Uniti), ondate di calore, siccità e tempeste invernali da record in tutto il mondo e perdite assicurate per oltre 100 miliardi di $, questi rischi sono ancora tra i primi sette a livello globale.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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