La semplificazione delle concessioni per l'utilizzo del suolo pubblico e le deroghe concesse dai Comuni, in seguito al Covid, hanno permesse ai pubblici esercizi di utilizzare spazi all'aperto normalmente preclusi e hanno, in certi casi, ridisegnato interi quartieri. Un’agevolazione che sembrava dovesse arrivare a termine il 31 dicembre, ma che è stata prorogata di sei mesi, fino al 30 giugno 2023. Se non fosse arrivata la proroga, tutto sarebbe tornato alla fase pre pandemica: i bar e i ristoranti che in questi mesi hanno ottenuto l'occupazione in deroga del suolo pubblico avrebbero dovuto rimuovere i loro tavolini e chiedere, eventualmente, nuove autorizzazioni ai Comuni di riferimento. Così non sarà.
Tavolini all'aperto: in centro a Roma 350 dehors sono irregolari
Spazio pubblico importante
«In questo periodo – ha annotato Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi - ci sono stati anche fenomeni negativi, di abuso e abusivismo, che devono essere corretti. I dehors sono uno spazio pubblico, non estraneo alla città, ma parte del tessuto urbano che dà valore a questo spazio».
Unica arma il sopralluogo
Qualcuno, in effetti, se n'è approfittato, abusando dell'opportunità e occupando più di quanto gli spettava, ma si tratta, per quanto chiacchierata, di una minoranza. A Roma, per esempio, nel Municipio I, i dehors abusivi sono almeno 350 su 3200. Una media che si riscontra in quasi tutte le zone della città. Per accertare le irregolarità il mezzo più efficace risulta essere il sopralluogo dei vigili urbani.
Autocertificazione e verifica a lavori già eseguiti
La situazione è comunque ingarbugliata, in quanto da quando si sono allargate le maglie per allestire pedane e coperti all’aperto, soltanto nel I Municipio le richieste con procedura semplificata - autocertificazione e verifica a lavori già eseguiti - hanno superato quota 6000.
Arredi abbandonati
Un fenomeno difficile da gestire a causa dell’organico ridotto a fronte del diluvio di pratiche che paralizza gli uffici. Tant’è che sono stati smantellati solo 50 dehors fuorilegge, 4 le rimozioni. E a questo si somma il problema degli arredi abbandonati: «Li stiamo censendo – ha dichiarato al Corriere della Sera l’assessore municipale alle Attività produttive, Jacopo Scatà - ma spesso gli esercenti non comunicano la chiusura e, prima di intervenire, serve una verifica da parte dei vigili che ci comunicano la cessata attività. Un iter che allunga di molto i tempi».
Norme particolari per i centri storici
«La proroga per l’emergenza Covid è ridicola – ha puntualizzato la presidente del Municipio I Lorenza Bonaccorsi - È finita in tutti i settori, compresa la sanità, tranne che per i dehors. Avevamo chiesto norme particolari per i centri storici, il nostro territorio è nel sito Unesco, ma nessuno ci ascolta». La presidente ha trovato supporto nel Corpo di polizia locale: quattro agenti affiancheranno i quattro dipendenti in servizio all’interno del dipartimento Commercio: «Una mini task force che ci aiuterà a evadere le pratiche, per velocizzare i tempi di accertamento e le eventuali sanzioni». Otto persone contro 6000 domande.