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Stretta sul Reddito, cuneo fiscale e made in Italy: cosa ci sarà nella manovra?

Tanti i temi sul tavolo del Consiglio dei ministri, che dovrà approvare il testo della legge di Bilancio. Nel documento anche 100 milioni per la valorizzazione dei prodotti italiani e 1 milione per i birrifici artigianali

 
21 novembre 2022 | 10:43

Stretta sul Reddito, cuneo fiscale e made in Italy: cosa ci sarà nella manovra?

Tanti i temi sul tavolo del Consiglio dei ministri, che dovrà approvare il testo della legge di Bilancio. Nel documento anche 100 milioni per la valorizzazione dei prodotti italiani e 1 milione per i birrifici artigianali

21 novembre 2022 | 10:43
 

Non è stato e non sarà un percorso facile quello che porterà all'approvazione della manovra da parte del Governo Meloni. Oggi è atteso il Consiglio dei ministri che dovrà varare la legge di Bilancio, che passerà poi al vaglio del parlamento. L'appuntamento però, a conferma dell'assenza di certezze, dovrebbe essere anticipato da una riunione tecnico-politica per definire nel dettaglio le misure.

Tanti i temi caldi e poche, stando a quanto dichiarato da Palazzo Chigi, le risorse a disposizione. Si parla di 32 miliardi di cui due terzi destinati alla crisi energetica. 3,5 miliardi dovrebbero invece essere utilizzati per il taglio di due punti del cuneo fiscale, già introdotto dal Governo Draghi. Per finanziare il taglio, è prevista la rimodulazione del Reddito di cittadinanza. Sembra confermata l'estensione della flat tax, mentre è in dubbio la riduzione o l'azzeramento dell'Iva su pane, pasta e latte. Sul tavolo anche la possibile istituzione di un fondo ad hoc per la valorizzazione e la tutela del made in Italy (100 milioni). Torna infine a fare capolino l'aumento del tetto al contante, tolto dal Decreto Aiuti perché privo di urgenza

Il Consiglio dei ministri si riunirà per discutere della legge di Bilancio  Stretta sul Reddito, cuneo fiscale e made in Italy: cosa ci sarà nella manovra?

Il Consiglio dei ministri si riunirà per discutere della legge di Bilancio

Verso la manovra: 21 miliardi contro il caro energia 

Tra le certezze della manovra che verrà ci sono sicuramente i 21 miliardi contro il caro energia, che si aggiungono a quanto già fatto nell'ultimo Decreto aiuti e che serviranno sia per confermare alcune misure di sostegno già in essere sia per inserirne di nuove pensate soprattutto per la fascia con redditi più bassi. 

Allo studio c’è infatti un "mix" di aiuti: in parte confermando lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, in parte pensando a ristori specifici per alcuni settori, con la replica dell’Iva al 5% sul gas e dei bonus per le famiglie. Nel pacchetto sull’energia si punta in particolare all’aumento dal 30 al 35% dei crediti d’imposta per le piccole attività commerciali, ma si punta anche a far salire dal 40 al 45% quello per le imprese.

Cala lo sconto sui carburanti

Dal primo dicembre lo sconto sui prezzi dei carburanti si dovrebbe ridurre, quasi dimezzandosi. Lo si evince dalla bozza del decreto atteso in cdm insieme alla legge di bilancio. Le accise sulla benzina passeranno infatti a 578,40 euro fino al 31 dicembre 2022, mentre quelle su oli da gas o gasolio usato come carburante, in pratica il diesel, passeranno, sempre fino a fine anno, a 467,40 euro per mille litri. 

Taglio del cuneo fiscale e flat tax 

L’ipotesi che si fa strada sul taglio del cuneo fiscale è un abbassamento modulato: giù di 3 punti per i redditi fino a 20 mila euro e solo 2 per quelli entro i 35mila. L’intero ammontare del taglio andrà a beneficio dei lavoratori, non delle imprese. Nel provvedimento ci sarà il pacchetto relativo alla cosiddetta tregua fiscale: resta fuori l'ipotesi di una tassa piatta incrementale per i dipendenti, in favore di un intervento per rendere più vantaggiose le aliquote sui premi di produzione. Confermata l'estensione della flat tax al 15% per autonomi e partite Iva con ricavi fino a 85mila euro.

Taglio al Reddito di cittadinanza 

Per finanziare il taglio al cuneo fiscale, il Governo, come aveva già annunciato, provvederà alla rimodulazione del Reddito di cittadinanza. Il sussidio dovrebbe essere tagliato per una platea di circa 660mila persone, vale a dire i beneficiari tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro nei centri per l'impiego. Ci sono poi altri 173mila percettori che già lavorano, ma con redditi così bassi da rientrare nei requisiti per il sussidio di povertà. La linea più dura è sposata da Giorgia Meloni per cui sembre debba esserci lo stop immediato al sussidio per chi è in condizioni di lavorare. Ciò consentirebbe di recuperare subito 1,8 miliardi di euro. Possibile che questa misura scatti però solo nel 2024, lasciando un anno «cuscinetto» per agevolare la ricerca di un impiego.

 

 

 

Tetto al contante nella legge di Bilancio 

All'interno del documento che dovrà varare il Consiglio dei ministri, dovrebbe esserci anche lo sbandierato aumento del tetto al contante a quota 5mila euro. La misura era stata stralciata dall'ultimo Dl Aiuti perché priva del profilo di urgenza. Senza ulteriori modifiche, dall'1 gennaio il tetto al contante sarà quindi di 5mila euro. 

 

 

Il dubbio dell'Iva su pane, pasta e latte

Tra gli interventi che sembrano invece destinati a non finire in manovra, il taglio o la diminuzione dell'Iva su pane, pasta e latte. Con ogni probabilità non verrà applicato

100 milioni per il made in Italy 

Nelle pieghe della legge di Bilancio potrebbe invece trovare spazio il made in Italy. Potrebbe infatti essere creato un fondo ad hoc con una dotazione di 100 milioni per il 2023 dedicato alla promozione e alla valorizzazione del made in Italy

Un milione dovrebbe invece essere stanziato per sostenere i birrifici artigianali

Tregua fiscale 

Per chiudere i conti con il fisco ci saranno due strade: quella dello stralcio dei carichi affidati all’agente della riscossione fino al 2015 e con importi fino a mille euro; per le cartelle superiori a questo importo invece scatta la possibilità di rottamare il debito pagando l’imposta dovuta e una sanzione ultra ridotta del 5 per cento. Pagamento che potrà essere effettuato in unica soluzione o diluito in cinque anni.

Per le pensioni Quota 103 

Sulle pensioni sembra esserci invece l’accordo. Nel 2023, al posto di Quota 102 (64 anni d’età e 38 di contributi) ci sarà Quota 103: si potrà lasciare il lavoro a 62 anni con 41 di contributi. La riforma dovrebbe interessare una platea potenziale di 48mila lavoratori per una spesa di circa 750 milioni. Si tratterebbe di una soluzione-ponte, in attesa di una riforma strutturale da varare l’anno prossimo. Ci sarà anche la proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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