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Vino Perpetuo e “pesce povero”: così la Sicilia rilancia i suoi tesori

Renato De Bartoli e Nino Barraco aprono all’ingresso del vino tradizionale di Marsala nella Doc Sicilia. Alla prima edizione di Perpetuo Wine Fest l’abbinamento con un un’altra specialità locale: il “pesce azzurro”

di Davide Bortone
 
02 novembre 2022 | 11:32

Vino Perpetuo e “pesce povero”: così la Sicilia rilancia i suoi tesori

Renato De Bartoli e Nino Barraco aprono all’ingresso del vino tradizionale di Marsala nella Doc Sicilia. Alla prima edizione di Perpetuo Wine Fest l’abbinamento con un un’altra specialità locale: il “pesce azzurro”

di Davide Bortone
02 novembre 2022 | 11:32
 

Il vino Perpetuo e il “pesce povero”. Il primo all’ombra della crisi infinita del vino Marsala. Il secondo relegato a un ruolo marginale nei consumi degli italiani e nelle scelte dei ristoratori. È un matrimonio all’insegna della voglia di riscatto quello andato in scena in Sicilia a metà settimana. La prima edizione di Perpetuo Wine Fest, evento che ha visto protagonista i vini a carattere ossidativo prodotti tradizionalmente nel trapanese - prima ancora dell’aggiunta di alcol da parte degli inglesi che ha dato il via al fenomeno “Marsala” - ha visto il gemellaggio con “Poveri ma ricchi”, progetto finanziato dall’Ue che ha visto protagoniste alcune delle specie ittiche considerate minori come sardine, alici, alacce, sgombri, aguglie, suri e pesce sciabola. Tutte, in realtà, ricche di proprietà tra cui i noti Omega 3.

Un'immagine della prima edizione di Perpetuo Wine Fest, in Sicilia Vino Perpetuo e “pesce povero”: così la Sicilia rilancia i suoi tesori

Un'immagine della prima edizione di Perpetuo Wine Fest, in Sicilia


Voglia di riscoperta

E se a tentare di spingere le vendite di pesce azzurro ci pensa un rinnovato spirito di collaborazione tra istituzioni europee, nazionali e regionali con le organizzazioni di produttori della pesca – nello specifico Op Trapani e Isole Egadi - la riscoperta del vino Perpetuo siciliano è in mano a tre figure chiave, che ruotano attorno al mondo dell’enologia marsalese. L’idea del gemellaggio tra vini e cibi vituperati nasce infatti dall’iniziativa di Giuseppe “Beppe” Vultaggio, ristoratore, albergatore e sommelier Ais Trapani che ha dato vita alla prima edizione di Perpetuo Wine Fest, ospitando show-cooking e degustazioni presso il proprio agriturismo 3 Stelle di Misiliscemi (Tp). Al fianco di Vultaggio, due colossi come Renato De Bartoli e Nino Barraco, che hanno aperto le porte delle loro cantine all’insegna della riscoperta del “Marsala prima del Marsala”. Un desiderio di riscoperta del vino Perpetuo condiviso da De Bartoli e Barraco con altri produttori del territorio, in primis Cantine Birgi, Oddo Vini, Viteadovest e Francesco Intorcia, protagonisti di una masterclass.

Giuseppe “Beppe” Vultaggio, ristoratore, albergatore e sommelier Ais Trapani che ha dato vita alla prima edizione di Perpetuo Wine Fest Vino Perpetuo e “pesce povero”: così la Sicilia rilancia i suoi tesori

Giuseppe Vultaggio, ristoratore, albergatore e sommelier Ais Trapani che ha dato vita alla prima edizione di Perpetuo Wine Fest

Lontani da(l) Marsala

Per il figlio del compianto Marco De Bartoli, rivoluzionario “inventore” del vino Perpetuo più famoso al mondo - quel “Vecchio Samperi” prodotto sin dal 1980 e oggi ancora in circolazione, in 7 mila pregiatissimi “pezzi” – il futuro del tradizionale vino ossidativo marsalese è lontano da Marsala.
«La voglia di fare qualcosa - commenta De Bartoli - è viva da anni. Abbiamo capito che, probabilmente, la strada migliore per il vino Perpetuo sia quella di emanciparsi dal Marsala. Bisogna trovare una casa e si muove qualcosa nell'ambito della Doc Sicilia. Del resto, il tema genera molto interesse e stimola i consumatori. Prima o poi ci sarà la stretta e il vino Perpetuo troverà la sua dimensione». L’intenzione del Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia, presieduto da Antonio Rallo, sarebbe quella di «legittimare il Perpetuo all'interno della Doc Sicilia, in cui andrà trovato un nome e stilato un disciplinare tecnico di produzione». La possibilità che la Doc Sicilia apra le porte al Perpetuo, valorizzando così il "Marsala prima del Marsala", è confermata anche dal vignaiolo Nino Barraco.

Renato De Bartoli, alla guida dell'azienda fondata da padre Marco De Bartoli Vino Perpetuo e “pesce povero”: così la Sicilia rilancia i suoi tesori

Renato De Bartoli, alla guida dell‘azienda fondata dal padre Marco De Bartoli

La conferma di Barraco

«Nel 2015  ho parlato con il dottor Giacomo Rallo. Avrebbe accettato di produrre un vino perpetuo per promuovere questo tipo di prodotto, a condizione che fosse messo sotto il cappello della Doc Sicilia. In quel momento, da produttore marsalese, lo avrei accettato. Ma all'epoca ero anche amministratore di Marsala. E in qualità di assessore all'Agricoltura presi atto di questa apertura e il discorso si chiuse lì. Oggi – aggiunge Barraco - penso che il vino Perpetuo possa essere inserito nella Doc Sicilia. Ma solo a condizione che, prima, venga inserito nella Doc Marsala, con la Doc Marsala "a cappello", sotto la Doc Sicilia. L'accordo è questo, sul territorio». «Il Marsala - rincara la dose il vignaiolo di Contrada Bausa - è fallito per tutti, tranne che per tre, quattro aziende che continuano a sopravvivere col Marsala Fine 6 mesi, che è quello venduto nei box di plastica da 10 ettolitri destinati all'industria alimentare. Devono sopravvivere solo loro, oppure possiamo creare uno sviluppo diffuso?». Renato De Bartoli è dello stesso avviso: «L'industria del Marsala va in un'altra direzione, quella più veloce, a basso costo. Noi, per vendere ogni anno circa 7 mila bottiglie di Vecchio Samperi, abbiamo in affinamento circa mille litri in cantina, di varie annate».

Nino Barraco, titolare dell'Azienda Agricola Barraco Vino Perpetuo e “pesce povero”: così la Sicilia rilancia i suoi tesori

Nino Barraco, titolare dell'Azienda Agricola Barraco

Una chance per i giovani

«Le nuove generazioni, i ventenni di oggi, non sanno neanche che cos'è il Marsala. Non hanno in testa la confusione interna allo scenario della Doc. Non sanno se è un vino dolce o secco, da fine pasto, da dessert, da cucina. Per fortuna si è sgombrato un po' il campo». Quello attuale, sempre secondo il produttore marsalese di Contrada Fornara Samperi, sarebbe dunque «il momento perfetto per rilanciare il vero vino della tradizione locale». «Il Perpetuo – spiega ancora De Bartoli - ha molto più appeal rispetto al Marsala, che deve fare i conti con la realtà. Non lo dico io, ma i numeri. All'inizio del Novecento si producevano 100 milioni di litri di Marsala, oggi solo 5 milioni. C'è da farsi delle domande su una crisi che dura ormai da 120 anni». Una scelta dolorosa, che pare tuttavia inevitabile. «Ci abbiamo tentato, io e Nino Barraco, a coinvolgere il mondo del Marsala - sottolinea De Bartoli - ma c'è una chiusura totale. Perché è costellato da vino sfuso destinato all'industria alimentare, appannaggio di pochi. E nessuno ci deve mettere le mani». «Il Perpetuo, invece, è democratico. Può essere prodotto da tutti i viticoltori che decidono di fare vino in campagna. Non c'è bisogno del deposito di alcol - conclude - del deposito fiscale, della dogana che viene a controllare per l'accisa. Perpetuo, tuttavia, è un vino che non ha disciplina. È frutto di libera interpretazione. Bisognerebbe prima di tutto sgombrare la scena su questo fronte». Già fissate, nel frattempo, le date della II edizione del Perpetuo Wine Fest, che avrà luogo dal 25 al 27 ottobre 2023. Per un vino senza tempo come il Perpetuo, pare proprio non ci sia più tempo. Da perdere.

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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