I consorzi del Bardolino e quello del Garda Classico si mobilitano contro il rosè taroccato. E lo fanno con un'iniziativa unitaria al Vinitaly in cui raccoglieranno firme a sostegno della battaglia già avviata dal consorzio dell'Oltrepò pavese. Il pericolo si chiama 'coupage”: con questa definizione il nuovo regolamento europeo vorrebbe autorizzare la miscela di vini bianchi e rossi. Se approvata in via definitiva, la previsione comunitaria potrebbe diventare legge dal 27 aprile. «Se proprio il legislatore europeo non vorrà rivedere l'impostazione – spiegano ai due consorzi – almeno si preveda che chi effettua miscele sia obbligato ad indicare in etichetta che si tratta di vini da taglio. Pare invece che si stia ragionando al contrario, costringendo a diciture contorte, come quella di ‘metodo tradizionale', chi produce rosati a denominazione d'origine».
Una firma per dire no ad una norma che rischia di vanificare secoli di tradizione, di storia e di cultura: questo, in estrema sintesi, il senso dell'iniziativa promossa congiuntamente a Vinitaly dai Consorzi gardesani del Garda Classico e del Bardolino che difendono la grande tradizione vitivinicola italiana. Tradizione che proprio sulle sponde del Garda trova alcune delle sue migliori espressioni.
In gioco i 9 milioni di bottiglie del Bardolino
La Doc del Bardolino prevede la tipologia rosata del Chiaretto: 9 milioni di bottiglie vendute nel 2008, con una crescita del 40% in due anni. «Ma l'impegno dei produttori del Bardolino nel realizzare rosati di grande qualità – dice il presidente del Consorzio di tutela, Giorgio Tommasi – rischia ora di essere vanificato da un'incomprensibile nuova norma comunitaria che vuole autorizzare anonime miscele di vini bianchi e rossi».
Il Consorzio di tutela del Bardolino si schiera apertamente contro la bozza del nuovo regolamento europeo che vorrebbe consentire tagli di vini bianchi e rossi per ottenere vini dalla colorazione rosata che nulla hanno a che vedere con la miglior tradizione vinicola. Al prossimo Vinitaly, in svolgimento a Verona dal 2 al 6 aprile, il Consorzio bardolinese lancerà addirittura una raccolta di firme fra coloro che si oppongono al progetto comunitario.
«Realizzare un vino rosato di qualità – spiega il presidente del Consorzio del Bardolino – richiede esperienza di vigna e di cantina, perfetta selezione delle uve, assoluto controllo di tutte le fasi di vinificazione. Vinificare in rosa le uve rosse è un'operazione delicata e costosa: tutto si gioca nelle poche ore in cui il mosto rimane a contatto con le bucce, dalle quali viene estratta solo una minima parte delle sostanze coloranti dell'uva. La fatica è ripagata dalla piacevolezza del vino, ricco di profumi di piccoli frutti di bosco, ma anche di fiori e di spezie. Impossibile avere una simile freschezza aromatica da anonime miscele di vini rossi e bianchi, come vorrebbe ora ammettere l'Unione europea. Le nuove regole europee – aggiunge Tommasi – sono quanto di più lontano dalla miglior tradizione. Siamo contrarissimi a questa involuzione comunitaria, che rischia di vanificare il lavoro e l'impegno di centinaia di produttori del Bardolino, così come di altre denominazioni italiane».
Il Consorzio di tutela del Bardolino chiederà la solidarietà degli appassionati del vino che frequenteranno il prossimo Vinitaly (saremo al pad. 7B – stand L2).
La Doc del Bardolino prevede la tipologia Chiaretto, un classico rosé ottenuto dalla vinificazione in rosa delle uve rosse della Corvina, della Rondinella ed eventualmente di altri vitigni coltivati in riva al lago di Garda. Un vino, il Bardolino Chiaretto, che con i suoi 9 milioni di bottiglie è tra i leader assoluti del settore rosati a denominazione d'origine controllata. Con un crescente successo di pubblico e critica: negli ultimi due anni l'incremento delle vendite del Chiaretto è stato del 40%.
Il no del Garda Classico per difendere una tradizione di oltre un secolo
«Il Garda Classico è la terra del Chiaretto, grande vino rosato che si fa risalire alle sperimentazioni condotte dal senatore veneziano Pompeo Molmenti oltre un secolo fa – spiega il presidente del Consorzio, Sante Bonomo-. In realtà le origini di questo vino sono ancora più antiche, e questa tradizione è tenuta viva oggi dal moderno approccio dei nostri produttori, che hanno reso il Chiaretto un vino di grande successo, del quale si producono ogni anno 400 mila bottiglie».
Insomma, una piccola produzione di altissima qualità, che nasce dalla vinificazione di quattro vitigni rossi (l'autoctono Groppello in prevalenza, oltre a Marzemino, Barbera e Sangiovese) secondo una singolare tecnica esclusiva del territorio del Garda Classico, e che ora rischia di trovarsi a competere sul mercato con miscele che nulla hanno a che fare con la vera cultura del rosato. «Non sorprende che questo provvedimento europeo arrivi proprio in un momento in cui si assiste in Italia ed in altri Paesi ad un vero e proprio rinascimento dei rosati – afferma Bonomo-. Personalmente sono convinto sia necessario che tutto il panorama enoico italiano si schieri contro questa ipotesi pesantemente offensiva nei confronti della nostra cultura e della nostra dignità di produttori, ma anche dei consumatori». Da qui la decisione di approfittare della visibilità offerta da Vinitaly e di scendere in campo con i 'cugini” del Bardolino, che pure producono la tipologia rosata del Chiaretto con uvaggi diversi (Corvina in prevalenza) e con numeri decisamente importanti (nove milioni di bottiglie vendute nel 2008, con una crescita del 40% in due anni).
Sempre in tema di 'cronache rosa”, a Vinitaly il Garda Classico presenterà (sabato 4 alle 11) la seconda edizione di 'Italia in Rosa”, la prima vetrina dei rosati d'Italia che lo scorso anno ha debuttato con grande successo a Moniga: ed anche questa sarà un'importante occasione per manifestare tutta la propria opposizione ai rosè 'taroccati” dell'Unione Europea
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