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Controllo dei nei: quando fare la visita?

Alcuni cambiamenti dei nei sono innocui, mentre in altri casi possono rappresentare un campanello d’allarme, in particolare se intaccano forma e dimensione

 
10 settembre 2022 | 15:00

Controllo dei nei: quando fare la visita?

Alcuni cambiamenti dei nei sono innocui, mentre in altri casi possono rappresentare un campanello d’allarme, in particolare se intaccano forma e dimensione

10 settembre 2022 | 15:00
 

I nei – anche detti nevi – sono formazioni pigmentate della pelle o delle mucose, che derivano da uno sviluppo anomalo di melanociti, cellule presenti di norma nella pelle.

In genere i nei appaiono come macchie circoscritte, di forma rotonda od ovale, piane o rilevate rispetto alla cute circostante. Possono avere dimensioni e colorazioni diverse e possono cambiare nel tempo. 

Alcuni cambiamenti dei nei sono innocui, mentre in altri casi possono rappresentare un campanello d’allarme, in particolare se intaccano forma e dimensione.

Pertanto è importante effettuare regolarmente delle visite di controllo dermatologico, così da individuare eventuali melanomi ancora in fase iniziale.

Approfondisce l’argomento la dottoressa Alessandra Narcisi, dermatologa in Humanitas, in un articolo di Humanitas Salute che riportiamo di seguito integralmente.

Controllo dei nei: quando fare la visita?

Tumori benigni della pelle: come sono fatti?

Essere informati è il primo passo per una prevenzione efficace: ecco perché conoscere i propri nei è importante.

nei possono variare per forma, per dimensione e per colore. Un neo può essere piatto, leggermente bombato o sporgere in modo sensibile dalla cute, essere di grandezze differenti e colorazioni dal rosa scuro al marrone scuro. 

Circa il 30% dei melanomi evolve da un neo preesistente, mentre il restante 70% si sviluppa in un punto della pelle dove non era presente alcun neo. 

Se a occhi inesperti, nelle fasi iniziali, è difficile cogliere la differenza tra un nevo e un melanoma, nel corso della visita dermatologica le caratteristiche che consentono al dermatologo di evidenziare la presenza di un tumore maligno, o di un’evoluzione in senso sospetto, sono già evidenti. Tuttavia, se una lesione pigmentata cresce o va incontro a modifiche significative, anche per il paziente è semplice accorgersi di un campanello d’allarme e dunque è fondamentale rivolgersi immediatamente allo specialista. 

Quali sono i fattori di rischio?

Per lo sviluppo di melanomi vi sono alcuni fattori di rischio conosciuti, in particolare:

  • persone che hanno oltre 100 nei;
  • persone con un fototipo chiaro (occhi azzurri/verdi, pelle chiara, tendenza alle scottature solari).

In ogni caso è bene che anche i pazienti che non presentino questi fattori di rischio conoscano come ridurre la possibilità di insorgenza del melanoma, nonché gli elementi da tenere in considerazione quando si controlla la propria pelle. 

Tra i fattori di rischio modificabili (dunque non legati alla genetica e alla familiarità) indichiamo le lampade UV, che rappresentano un pericolo per la pelle e sono da sconsigliare. 

Da evitare anche la luce solare diretta senza protezione solare: fondamentale è usare sempre una protezione solare con filtro alto (SPF 50 o più) e coprirsi nelle ore più calde con occhiali da sole, cappelli e abiti leggeri ma coprenti. 

Le scottature solari e la fotoesposizione intensa sono i principali fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cutanei, specie se si verificano in infanzia e in adolescenza.

Nei: i segnali da non sottovalutare

Per tenere sotto controllo le trasformazioni dei nei nel corso degli anni è bene seguire un regolare percorso di prevenzione, che vada oltre la quotidiana osservazione della propria pelle. Quest’ultima abitudine va comunque consolidata, tenendo conto della regola “ABCDE” che permette di identificare una lesione pigmentata sospetta, da riferire al dermatologo senza attendere il controllo periodico.

  • A come asimmetria: è importante prestare maggiormente attenzione se un nevo è asimmetrico
  • B come bordi irregolari;
  • C come colore: prestare attenzione al numero di colori della lesione; la presenza di più colori nell’ambito di uno stesso “neo” non va sottovalutata;
  • D come diametro se superiore ai 6 mm;
  • E come evoluzione: se quello che sembra un neo si sviluppa troppo in fretta, va considerato un campanello d’allarme.

Visita di controllo dei nei: ogni quanto farla?

Imparare a controllare lo stato dei propri nei è importante, ma questo non sostituisce le visite periodiche dallo specialista dermatologo. 

Con l’età adulta, ogni individuo dovrebbe sottoporsi una volta l’anno a un controllo dermatologico, soprattutto quando si parla di pazienti con elevati fattori di rischio, per i quali potrebbe anche essere richiesto dal dermatologo un follow up più stretto.

La visita dermatologia consiste in un controllo tramite dermatoscopio (o microscopia in epiluminescenza): una lente che permette allo specialista dermatologo di identificare la presenza di un melanoma o di un nevo atipico prima che questo sia riconoscibile a occhio nudo. Se riconosciuto in fase iniziale, infatti, il melanoma può essere asportato chirurgicamente, con un semplice intervento in regime ambulatoriale e in anestesia locale. Un melanoma avanzato può rappresentare un rischio serio per la salute del paziente, con anche un’evoluzione in senso metastatico.

Che cos’è la mappatura dei nei?

In casi selezionati – come ad esempio quei pazienti con numerose lesioni, che necessitano di stretto monitoraggio – se lo specialista lo riterrà opportuno potrebbe essere richiesto un esame di secondo livello: la mappatura dei nei

La mappatura dei nei consente di monitorare lo stato dei singoli nei, acquisendo sia le immagini macroscopiche sia quelle dermoscopiche. L’esame consiste in un’osservazione di tutti i nei del corpo del paziente, su ambo i lati, tramite videodermatoscopio computerizzato, uno strumento a lente con una telecamera HD che, se posizionato su ciascun neo, ne offre un’immagine dettagliata. Le immagini così ottenute vengono archiviate e successivamente sovrapposte a quelle estrapolate nelle visite successive, così da rendere evidente qualsiasi cambiamento clinicamente significativo o l’eventuale comparsa di una nuova lesione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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