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Caffè, dieci luoghi comuni da sfatare

Nonostante la sua popolarità spesso ne sappiamo ben poco. Sca Italy, la delegazione italiana della Speciality coffee association, sfata le false credenze che non rendono un buon servizio alla bevanda e ai consumatori

 
29 luglio 2022 | 09:30

Caffè, dieci luoghi comuni da sfatare

Nonostante la sua popolarità spesso ne sappiamo ben poco. Sca Italy, la delegazione italiana della Speciality coffee association, sfata le false credenze che non rendono un buon servizio alla bevanda e ai consumatori

29 luglio 2022 | 09:30
 

Nel mondo ogni anno vengono consumati circa 4,5 kg di caffè pro capite. I più grandi consumatori sono i finlandesi con circa 12. Gli italiani ne consumano la metà e figurano al tredicesimo posto nella classifica globale, nonostante il prezzo della tazzina al bar, sia uno dei più bassi in Europa. Nei paesi nordici, infatti, un caffè al bar può costare fino a 3 euro, in Austria e in Germania il prezzo oscilla tra 1,75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50 e in Grecia e in Romania 1,30.

Gli italiano consumano ogni anno, in media, 6 kg di caffè a testa Ma conosciamo davvero il caffè?

Gli italiani consumano ogni anno, in media, 6 kg di caffè a testa

Fare chiarezza

Nonostante la sua popolarità però, spesso si conosce ben poco del caffè. Sebbene infatti il consumo sia cresciuto e si sia sviluppata una filiera attorno sempre più attenta alla sua qualità, al centro è rimasta l’esperienza del caffè più che l’informazione del suo consumatore. Sono diffuse tantissime scuole di pensiero e credenze, spesso senza alcun fondamento. Sca Italy, la delegazione italiana della Speciality coffee association, la più autorevole associazione mondiale per la promozione dell'eccellenza nel mondo del caffè, mira quindi a sfatare i falsi miti concentrandosi sulla qualità dell’esperienza, dalla tostatura fino alla preparazione al bar.

Miti da sfatare

L’espresso è amaro
Sui gusti non si discute, ma se troviamo un caffè troppo amaro dobbiamo porci dei dubbi sulla qualità del prodotto. Più un caffè è amaro, più contiene Robusta, che è una varietà di caffè in genere meno pregiata dall’Arabica, che invece è più dolce. Inoltre, il sapore amaro può derivare anche da una tostatura più scura, usata a volte per coprire la scarsa qualità del caffè.

La moka non si lava
La moka, o caffettiera napoletana, è uno degli strumenti più usati per preparare il caffè a livello domestico. Tuttavia la credenza di non lavare mai la moka è falsa poiché i grassi e gli oli generati dalla preparazione del caffè potrebbero rimanere troppo a lungo a contatto con le pareti della caffettiera e quindi inficiare il sapore del caffè.

Il caffè fa male allo stomaco
Spesso l'uso eccessivo di caffè è associato a una tendenza molto negativa per la salute e sicuramente l'uso smodato non è consigliato come per qualsiasi bevanda. Entro certi limiti, il caffè di qualità non fa male allo stomaco: la sua selezione è un elemento fondamentale e se il processo di lavorazione e tostatura vengono svolti correttamente non darà fastidio allo stomaco. Il caffè Arabica contiene fino a 3 volte meno caffeina delle miscele con Robusta, per questo motivo, di fronte a un caffé Arabica di alta qualità, si può berne qualcuno in più.

Se lo zucchero sta a galla, il caffè è buono
Anche se è vero che la crema dell’espresso è un indicatore utile per la valutazione, il fatto che sorregga o meno lo zucchero non significa che il caffè sia di qualità. Ciò che importa è, invece, la trama della crema, che non deve essere schiumosa e non deve essere eccessiva: la tenuta e la consistenza ideale della crema deve essere invece elastica.

L’espresso deve costare 1 euro
Il costo del caffè in Italia è un prezzo psicologico, non è basato sul prodotto. Basti pensare che 1 euro è quanto lo pagavamo dieci anni fa, mentre il costo reale del caffè ha subito continui aumenti. Che cosa comporta questo prezzo fisso? Che per mantenerlo tale i bar siano costretti ad abbassare la qualità o a tagliare sul personale.

Il caffè può essere bevuto dopo la data di scadenza
Il caffè non è eterno e la sua qualità è commisurata al tempo in cui si consuma: è bene utilizzarlo il prima possibile, soprattutto se macinato, per assaporare meglio i suoi aromi. Comunque è sconsigliato dopo 3 mesi dalla tostatura.

Il caffè si conserva in frigo
Ci sono diversi metodi per la conservazione del caffè. Molti sostengono, ad esempio, che sarebbe meglio conservarlo in frigo: in realtà il frigo non è il luogo migliore giacché, sebbene rallenti il processo di modificazione delle proprietà organolettiche, è umido e pieno di odori. Al fine di conservare le caratteristiche aromatiche e organolettiche del caffè, è fondamentale tenerlo al riparo da aria, umidità, calore e luce, pertanto necessita di un luogo fresco e asciutto, privo di sbalzi di temperatura e ancora meglio in contenitori sottovuoto.

L’acqua dopo il caffè
Alcuni bevono il bicchiere di acqua dopo aver preso il caffè, ma è davvero il modo giusto per gustarlo appieno? Assolutamente no. Spesso chi beve l’acqua dopo il caffè desidera eliminare il suo sapore perché cattivo. La procedura più corretta sarebbe quella di berla prima al fine di cancellare eventuali residui sulla lingua o nella bocca, così da poter assaporare al massimo il gusto.

Il caffè è sempre uguale
Non tutti i caffè sono uguali. Dietro ogni tazzina c’è una storia. Nel mondo vengono coltivate numerosissime tipologie di caffè, varietà che differiscono tra loro per molteplici elementi quali il paese d’origine, i metodi di lavorazione, il tipo di tostatura e di estrazione e da cui dipende il gusto, la consistenza. L’impressione di un gusto uniforme e piatto è data dallo zucchero che ne influenza il sapore e lo appiattisce.

Se sei a dieta, meglio evitare il caffè
Una tazzina di caffè, senza l’aggiunta di zucchero, apporta al massimo 2 calorie. Non solo non fa ingrassare, ma il caffè aiuta a diminuire la sensazione di fame.

 

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