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Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione

Ridurre le emissioni di anidride carbonica presuppone la riconversione dell’intero sistema economico e produttivo. È necessario inquadrare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari in una prospettiva integrata: ambientale, sociale ed economica. Ecco quali sono i modelli e le tecnologie che caratterizzano l’agricoltura 4.0

25 giugno 2022 | 05:00
Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione
Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione

Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione

Ridurre le emissioni di anidride carbonica presuppone la riconversione dell’intero sistema economico e produttivo. È necessario inquadrare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari in una prospettiva integrata: ambientale, sociale ed economica. Ecco quali sono i modelli e le tecnologie che caratterizzano l’agricoltura 4.0

25 giugno 2022 | 05:00
 

Pur ribadendo che l’attenzione alla sostenibilità ambientale o è sentiment collettivo oppure diviene prassi dall’attuazione velleitaria, siamo qui anche a sottolineare che i tre settori determinanti sono agroalimentare, energetico e industriale. In essi le problematiche prevalenti sono la riduzione delle emissioni climalteranti e il processo di decarbonizzazione. Decarbonizzazione significa favorire la riconversione dell’intero sistema economico per ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente, attraverso la sostituzione dei sistemi di approvvigionamento energetico con soluzioni sostenibili e rinnovabili. Il processo di decarbonizzazione è centrale per il futuro del pianeta e l’agroalimentare è un attore primario per raggiungere la carbon neutrality.

 

Gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu

La guida globale per conseguire tali ardimentosi quanto irrinunciabili obiettivi è l’Agenda 2030 dell’Onu con i suoi 17 Sustainable Development Goals (SDGs). Di questi 17 obiettivi, tutti fondamentali e tutti tra loro correlati al punto che il non conseguimento di alcuni di essi rende pressoché inattuabile il conseguimento degli altri, guardiamone alcuni in particolare:

  • Obiettivo 2: Porre fine alla fame, realizzare la sicurezza alimentare e una migliore nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile;
  • Obiettivo 6: Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile delle risorse idriche e servizi igienico-sanitari per tutti;
  • Obiettivo 7: Assicurare l’accesso all’energia a prezzi accessibili, affidabile, sostenibile e moderno per tutti;
  • Obiettivo 8: Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti;
  • Obiettivo 9: Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l’innovazione;
  • Obiettivo 11: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili;
  • Obiettivo 12: Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;
  • Obiettivo 13: adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze;
  • Obiettivo 14: conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e delle risorse marine per lo sviluppo sostenibile;
  • Obiettivo 15: proteggere, restaurare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, lotta alla desertificazione, e fermare e invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità;
  • Obiettivo 17: Rafforzare le modalità di attuazione e di rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione

Più che obiettivi essi appaiono goodwill, dichiarazioni di intenti, propositi di buona volontà. Ad ogni modo, essi vanno perseguiti e gli strascichi della pandemia e le vicende belliche in corso non devono far passare in secondo piano i temi pressanti del cambiamento climatico e non devono allontanarci dagli obiettivi della succitata Agenda 2030.

 

Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti

Promuovere la sostenibilità dei sistemi agroalimentari in una prospettiva integrata (ambientale, sociale ed economica) è urgente e necessario anche alla luce della sfida globale per la sicurezza alimentare. La sostenibilità rappresenta un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale delle nostre imprese e dei nostri territori. Ancora una volta, come il cammino dell’uomo attraverso i millenni ci insegna, sono la tecnologia, l’utilizzo sapiente che della tecnologia si fa e quindi il suo cosiddetto fattore abilitante (enabler) a scandire la concretezza delle azioni attuate a fronte di progetti mirati scaturiti da vision illuminate, a trovare soluzioni a problemi insorgenti. Nel solco della vision della sostenibilità ambientale si tratta - cosa non da poco - di garantire il nutrimento agli esseri umani nonostante l’impatto dei cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione planetaria, rispettando l’acqua, la terra e fortemente la biodiversità. Se sono (e lo sono!) questi gli obiettivi dell’agricoltura sostenibile, definita agricoltura 4.0, allora le tecnologie emergenti apportatrici di soluzioni sono la Big Data Analytics, la Blockchain, l’Intelligenza Artificiale (AI) e Internet of Things (IoT). A proposito di Big Data Analytics, oramai si parla di “agridata”.

In merito all’agricoltura sostenibile atteniamoci alla definizione ufficiale ed oramai universalmente riconosciuta ed accettata che ne diede l’Agricultural Sustainability Institute: l’agricoltura sostenibile si pone l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno dell’umanità senza che questa attività sia destinata a penalizzare le esigenze delle generazioni future. Attualmente (anno 2021) il suolo coltivato nel nostro Paese utilizzando tecnologie dell’agricoltura 4.0 è appena il 5% circa del totale. È lettura in chiaroscuro: siamo ancora agli inizi, ed è vero. Pertanto, è altrettanto vero che ci sono spazi ampissimi per migliorare tutto il nostro sistema agroalimentare.

Lo scorso anno è emersa con decisione l’importanza degli “agridata”. Le aziende del comparto agroalimentare, soprattutto quelle al cui governo ci sono i giovani, sono sempre più attente a data collection, analytics e data sharing, onde la catena del valore che parte dal campo coltivato possa arrivare allo scaffale e dallo scaffale alla tavola secondo i cardini della trasparenza e della tracciabilità ben sintetizzati dall’espressione “From Farm to Fork” (F2F).

 

Diversi modelli di sostenibilità in campo agricolo

  • L’agricoltura sostenibile può essere declinata in diversi modelli e utilizzando più di una tecnica. Un esempio è il modello dell’agricoltura biologica, in cui la produzione avviene rispettando il regolamento europeo Cee 2092/91. In pratica vengono utilizzate soltanto sostanze naturali: non sostanze chimiche di sintesi, ma soltanto fertilizzanti naturali.
  • Altro modello è quello dell’agricoltura biodinamica: rispetto dell’ecosistema terrestre con riferimento alle leggi cosmiche, come le fasi lunari, e l’attivazione della vita nel suolo. Anche in questo caso non vengono utilizzati concimi chimici o fitofarmaci, bensì preparati naturali che favoriscono la fertilità del suolo.
  • E poi, novità, si parla di “permaculture”. Il termine è crasi di “permanent” e “agriculture” (agricoltura permanente): progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo da soddisfare i bisogni della popolazione, come il cibo e l’energia, senza però sconvolgere la sostenibilità degli ecosistemi naturali.
  • Trasversalmente a ciò ci sono gli ecovillaggi, comunità orientate alla sostenibilità che sperimentano nuovi stili di vita: si va dalla progettazione delle abitazioni in modo da minimizzare l’impatto ambientale all’autosufficienza alimentare.
  • E, a chiudere, l’agricoltura solidale, dove i prodotti della terra crescono su terreni liberi dallo sfruttamento delle persone, ricatti, estorsioni e mafie.

 

Tecniche per l’attuazione dell’agricoltura sostenibile

Quanto alle tecniche utilizzate dall’agricoltura sostenibile, tra le più diffuse ci sono: la rotazione delle colture, che punta a migliorare o mantenere la fertilità dei terreni; il controllo biologico, che consiste nel monitoraggio dei parassiti agricoli e degli insetti che trasmettono malattie usando i loro nemici naturali che possono essere altri insetti benefici, predatori e microrganismi quali batteri, funghi e virus; la copertura del terreno con paglia o materia organica, utile a mantenere l’umidità ottimale del terreno e a regolare la temperatura del suolo.

 

Tutela dell’ambiente alla base della sostenibilità ambientale, sociale ed economica

Di nuovo risulta evidente che tutto ciò, sia i modelli che le tecniche avrebbero chimerica attuazione se non vi fosse l’appropriata tecnologia a supporto, onde praticare e non professare soltanto “a parole”, l’agricoltura sostenibile. In Italia luci ce ne sono, ed esse superano i coni d’ombra. Secondo i dati del rapporto Greenitaly 2020, «il settore agricolo italiano si conferma il più green d’Europa. Una specificità nazionale composta di vari ingredienti: a partire dalla gestione del territorio che, oltre a contribuire alla bellezza dei nostri paesaggi, previene eventi idrogeologici avversi; dalla tutela della biodiversità, alla crescente diffusione del biologico, all’efficienza nell’uso della chimica e dell’acqua; dalle energie rinnovabili (dal biogas al fotovoltaico) che spesso valorizzano i sottoprodotti o gli scarti di produzione in un’ottica di economia circolare, fino alle nuove tecnologie e al contributo, in questo cammino verso l’innovazione, di nuove competenze».

Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione

In definitiva, il settore agricolo italiano nel riuscire a coniugare tutela dell’ambiente, qualità delle produzioni e crescita economica del Paese, riveste un ruolo di primo piano in termini di sostenibilità ambientale e, grazie ad essa, anche sociale ed economica.

 

Diverse tecnologie come processi organici interconnessi

Si vuole concludere riproponendo armonicamente la funzione strategica, nell’ambito dell’agricoltura sostenibile, di tre tecnologie a cui si è già fatto cenno: Intelligenza Artificiale (AI), Blockchain e Internet of Things (IoT). Veniamo agevolati alla loro comprensione se li pensiamo come processi organici interconnessi.

  • IoT va pensato come il nostro sistema nervoso: esso rileva e registra, avendo miliardi di dispositivi connessi in tutto il mondo, un universo di nuovi dati.
  • AI è parte del nostro cervello: pensa analizzando i dati e creando decisioni precedentemente riservate a noi.
  • Blockchain è come la nostra memoria, i nostri ricordi: crea un registro sicuro e indelebile delle transazioni e degli scambi di dati.

IoT ci fa percepire il mondo, ce lo fa intendere connesso mediante miliardi di dispositivi. Se IoT è la parte sensibile della cosiddetta tecnologia trasformazionale, allora AI è la parte pensante, è l’apprendimento automatico pronto a darci il massimo impatto per consentirci un processo decisionale rapido e intelligente a sostegno del nostro business. Blockchain è un database globale distribuito, costantemente in esecuzione su milioni di dispositivi e aperto a chiunque sia abilitato a fruirne. In Blockchain non solo informazioni, ma qualsiasi cosa di valore: denaro, titoli, contratti, identità, sono archiviati e gestiti in modo sicuro e con il dovuto rispetto della privacy. Blockchain si prende l’impegno di fungere da memoria di qualsiasi transazione avvenga.

Agricoltura 4.0 e tecnologie emergenti: l’obiettivo è la decarbonizzazione

Una prima sintesi: con IoT percepisco, con AI penso, con Blockchain ricordo. Attenzione: percepire (nel senso di avvertire sensazioni), pensare e ricordare sono abilità insite nel genere umano. IoT, AI e Blockchain ci abilitano a fare tutto ciò molto meglio e hanno fertile ambito di utilizzo non solo nell’agricoltura sostenibile, di cui costituiscono i tre pilastri tecnologici, ma anche, come vedremo, nell’anello distribuzione/Horeca e nell’anello consumer.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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