Giuseppe Marco Scebba è un giovane barman siciliano che già fa parlare di sé e sicuramente in futuro potrà essere grande riferimento per i giovani che iniziano a lavorare dietro il banco. Si tratta di . Marco sin da piccolo provava una certa attrazione alla chimica, chissà che gli abbaino regalato una scatola di piccolo chimico? Gli studi li fa per diventare perito chimico e per mantenersi inizia a lavorare la sera nei locali noti della movida palermitana. Si diverte, gli piace e si rende conto che potrebbe essere quella la vita a cui aspirerebbe.
Giuseppe Marco Scebba
Si diploma Perito chimico e decide che fare i cocktail bisogna essere abili e precisi come i chimici ma che manca un ingrediente segreto che è dato dalla personalità di chi li prepara e dalla sua passione. Cosi Marco capisce che il futuro sarà di fare pozioni magiche per i suoi clienti, per emozionali e stupirli con un insieme di colori sapori e profumi soprattutto della sua terra, la Sicilia. A 25 anni e decide allora di dare una bella svolta alla sua carriera e cerca qualcosa di più impegnativo, che lo formi umanamente ma anche professionalmente. Grazie ad uno sponsor locale che è suo zio Fabrizio e che lo stimola e gli fa da esempio viene introdotto al lavoro nelle strutture alberghiere che sono un valore aggiunto in quella splendida isola.
L'esperienza negli alberghi
Lavora alle Calette di Cefalù, stupenda location con una vista mare da mozzafiato. In quella struttura capisce che il bar d’albergo è un comparto del bartending completamente diverso. Il cliente ha più cultura del bere e l’ambiente raffinato ti migliora la predisposizione all’”accoglienza”. Li ha percorso tutti i passi necessari ad elevare le sue competenze e arriva, grazie alle sua capacità organizzative, a ricoprire il ruolo di capo barman. Nel frattempo non disdegna di frequentare corsi e seminari per affrancare la conoscenza che ha del bar. Le strutture alberghiere in Sicilia vivono di stagionalità, anche se lunga, Marco si trova l’inverno libero e che fa di tutto quel tempo?
I cocktail, un'alchimia di emozioni
Una formazione costante
Decide di impegnarsi in corsi di aggiornamento, diventa sommelier prende il diploma di management, di gestione delle risorse umane a Roma e continua in estate a lavorare. Per un certo periodo lo troviamo, come bar manager, anche in Toscana in un bellissimo Resort di lusso, un castello con un incredibile paesaggio sulle colline di Montalcino ed è anche un sito Unesco. In questo resort Marco riesce a dimostrare quanto gli studi e soprattutto la sua caparbietà abbiano trasformato un piccolo chimico in un bartender che sa miscelare bevande ed emozioni in bicchieri colmi di passione. Chiediamo a Marco quali sono i suoi progetti futuri. «Adesso ho abbracciato la filosofia e i progetti di una compagnia alberghiera che ha già 13 strutture e la prospettiva di ampliarle in uno sviluppo internazionale con un grosso investimento finanziario. Al momento sono al Pollina Premium Resort per questa compagnia, questo albergo si trova sulla costa in un paese vicino a Cefalù». Mi son permesso di dare un occhiata su internet di questa struttura e veramente ti fa venir voglia di passare una gran parte della vita disteso su una sdraio in riva al mare o sui bordi della piscina e aspettare il tramonto cullati dal rumore delle onde.
Bisogna anche dire che Marco ha avuto la fortuna di incontrare grandi professionisti, come suo zio, che gli hanno mostrato il corretto percorso per divenire buoni maestri dell’accoglienza e ottimi barman. Anche Ungaro Gemellaro è stato un grande faro che gli ha fatto conoscere anche l’Abi Professional e conseguentemente un altro professionista che Marco stima moltissimo, il Consigliere Nazionale Domenico (Mimmo) Randazzo, cosi come il “Mitico” Nino Santoro, Laura Bello e tanti altri professionisti. Entrare in Abi Professional per lui è stato un grande passo dal 2019 si sente di far parte di una associazione che veramente può fare tanto per la professione che lui ama. Per questo gli chiediamo cosa farebbe per l’associazione se avesse un incarico importante? «Nelle associazioni puoi avere un ruolo passivo e pagare la quota associativa così senza pretendere e senza ovviamente avere. Oppure, ed è quello che penso io, farti coinvolgere e coinvolgere i soci nelle diverse iniziative che si possono intraprendere. Ad esempio la creazioni di momenti formativi con seminari o corsi specifici, oppure anche solo essere presenti in fiere e manifestazioni pubbliche per mostrare che esiste un professione barman e la nostra associazione è sicuramente un eccellenza».
Ambizione, umiltà e formazione
Un consiglio: studiare!
Marco, ci dai un consiglio ai giovani? «Consiglio loro di capitalizzare il tempo della crescita professionale, un tempo era la dura gavetta, per aumentare le competenze. Quindi essere curiosi, studiare e informarsi continuamente. Consiglio loro di fidarsi delle associazioni e di non aver timore, di non essere diffidenti, quando vedono persone in giacca e cravatta, alle volte anche impettiti, sono loro sia il passato che il futuro di questo lavoro e loro sono la crescita, sono i porta bandiera della professione. Bisogna essere consapevoli dei propri limiti ma ambire ad alzare sempre di più l’asticella delle competenze a abilità. Quindi essere umili e ambiziosi».
Lasciamo al lavoro il nostro amico Marco Scebba e ovviamente gli chiediamo di regalarci una sua ricetta che assaporeremo spero presto in spiaggia con all’orizzonte uno splendido tramonto.
Mandarin bay
- 40 ml vodka
- 10 ml Passito di Pantelleria
- 80 ml succo fresco di mandarino
- 20 ml succo di limone
- 10 ml sciroppo di aloe home made
- gocce di albume d'uovo