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Orti verticali e colture intelligenti: il futuro dell'agricoltura a Udine

Agriest incontro al futuro è il nome della rassegna alla Fiera friulana. È caratterizzata da tre workshop dedicati tra l'altro a produzione agricola e cibo, innovazione globale e alle strategie alimentari dell'Unione

 
21 marzo 2022 | 17:43

Orti verticali e colture intelligenti: il futuro dell'agricoltura a Udine

Agriest incontro al futuro è il nome della rassegna alla Fiera friulana. È caratterizzata da tre workshop dedicati tra l'altro a produzione agricola e cibo, innovazione globale e alle strategie alimentari dell'Unione

21 marzo 2022 | 17:43
 

Orti verticali (vertical farming), agricoltura smart e nature-Co design (dove biologia, scienze dei materiali e nanotecnologie si incontrano). Sono solo alcune delle tematiche al centro di Agriest incontro al futuro, rassegna che si sviluppa in una serie di workshop presso la Fiera di Udine. Il primo si è svolto il 16 marzo ed è stato dedicato al cosiddetto Farm to Fork, il piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, mentre gli altri due si terranno il 23 e il 30 marzo e sono rispettivamente dedicati alla transizione digitale, alla ricerca, al cibo e al farming.

Orti verticali e colture intelligenti: il futuro dell'agricoltura a Udine

Il futuro dell'agricoltura a Udine

Tra gli spunti lanciati dalla Fiera sul tavolo della discussione, il Vertical Farming, visto per la prima volta all’Expo di Milano 2015 e che oggi troviamo a Pordenone, a Cavenago, ma presto anche a Brescia: su un metro quadrato di serra ci sono 8 strati produttivi e si produce 32 volte gli orti in terra con risparmi di acqua fino al 98%.

Si è parlato anche di “Agricoltura Snait” (agile, ingegnosa, “smart”), ovvero una agricoltura che applica una “intensificazione sostenibile” della produttività, della resa per ettaro.

«Il Farm to Fork per realizzarsi deve necessariamente implicare la collaborazione tra le componenti della filiera agroalimentare nonché il suo completamento a valle e a monte con processi bioeconomici legati ad energia e chimica verde: non basterà rimettere a coltura i terreni incolti - come ha sottolineato Claudio Filipuzzi, presidente di Agrifood - Ma va ripensato il modello produttivo cominciando a dare un valore concreto al concetto di sostenibilità che deve essere insieme economica, sociale ed ambientale. Una delle conseguenze del Covid e della concomitante crisi Ucraina è la fine del mito della globalizzazione così come idealizzato per anni, chiamandola internazionalizzazione delle imprese».

I prossimi due eventi

Nei prossimi due prossimi workshop, in programma per mercoledì 23 (intitolato "La transizione digitale: leva di sviluppo del settore", dalle 14.30 alle 16) e per mercoledì 30 marzo (intitolato "Ricerca, cibo e farming",  dalle 14.30 alle 16 e dalle 16.15 alle 17.30) e che termineranno con l’assaggio finale di ricette preparate dai cuochi del Fvg con ingredienti e cibi del “futuro-presente”, si parlerà anche di Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), agricoltura di precisione, “servitizzazione”, salubrità, “agrinauti”, nuove professioni, nutraceutico, i big data per il clima, la “chimica verde”, la ricerca genetica.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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