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Jerry Bortolan, il nome più cliccato del sondaggio Personaggio dell’anno

Giornalista, reporter e critico gastronomico di lungo corso, ha intervistato alcuni tra i più grandi cuochi italiani e francesi. Tra le sue numerose collaborazioni anche quella con Italia a Tavola. Nel sondaggio Personaggio dell’anno ha trionfato nella categoria “Opinion leader” ed è risultato il candidato più votato in assoluto

28 febbraio 2022 | 05:00
Jerry Bortolan Jerry Bortolan, il nome più cliccato del sondaggio Personaggio dell’anno
Jerry Bortolan Jerry Bortolan, il nome più cliccato del sondaggio Personaggio dell’anno

Jerry Bortolan, il nome più cliccato del sondaggio Personaggio dell’anno

Giornalista, reporter e critico gastronomico di lungo corso, ha intervistato alcuni tra i più grandi cuochi italiani e francesi. Tra le sue numerose collaborazioni anche quella con Italia a Tavola. Nel sondaggio Personaggio dell’anno ha trionfato nella categoria “Opinion leader” ed è risultato il candidato più votato in assoluto

28 febbraio 2022 | 05:00
 

Jerry Bortolan è una firma nota ai nostri lettori. Critico enogastronomico, opinion leader, viene definito un reporter instancabile, un “globe-trotter” del gusto. Ha lavorato per radio e tv e per i magazine di tutto il mondo, assaggiando quasi tutte le cucine, anticipando tendenze e scoprendo giovani talenti. Ha visitato e intervistato i grandi chef di Francia come Paul Bocuse, Jaques Lamellois, Joel Robuchon, Yannick Alleno. Ha saputo raccontare, stando al loro fianco, la storia e l’evoluzione di Gualtiero Marchesi, Nadia Santini, Luisa Valazza, Heinz Beck, Massimo Bottura, Massimiliano Alajmo, Aimo e Nadia Moroni, Alfonso Iaccarino, Mauro Uliassi, Moreno Cedroni, Anthony Genovese, Gennarino Esposito e tanti altri, anticipando i loro successi futuri. Ha dedicato la sua professionalità a manifestazioni internazionali, promuovendo l’agroalimentare italiano.

Attivissimo sul fronte del vino, in tutt’Italia ma anche in Francia (da Epernay, patria dello Champagne, fino in Bourgogne e Bordeaux), in California, nel sud dell’Australia da Barossa Valley, fino in Tasmania. Ha inventato per la Porsche il format “Sapori e motori”, unendo la potenza dell’automobile ai cibi e ai luoghi dell’enogastronomia che si incontrano durante un viaggio. Nei suoi reportage si è anche occupato di popolazioni depresse, carestie, eventi internazionali come il ritorno di Hong Kong e poi di Macao alla Cina. È stato testimone e ha scritto di guerra durante l’attacco Usa con F16 e Tomcat sulla ex-Jugoslavia ed è stato l’unico giornalista ammesso sulla portaerei atomica Roosevelt. Tra le sue numerose collaborazioni anche quella con Italia a Tavola.

Primo classificato per la categoria Opinion leader del Premio Italia a Tavola, nonché candidato più votato del sondaggio in termini assoluti. Quali sentimenti ha suscitato in te questa straordinaria vittoria?
9.146 voti sono tantissimi: ho scoperto di avere molti amici. Quando vinci sei sempre contento. Ti mette di buonumore. C’erano altri 35 partecipanti nella mia categoria, nomi pazzeschi, imprenditori, politici, personaggi televisivi, ecc. È bello arrivare in cima a questa montagna, toccare la vetta. Io do sempre spazio all’essere umano ed è stata una competizione incredibile, un meccanismo molto divertente dentro il quale ho scoperto che c’è tanta gente che mi vuole veramente bene e che questo Premio è il pretesto intelligente per parlare e far parlare di enogastronomia in modo serio e comprensibile.

Sei un personaggio molto poco social, dicono le cronache e chi ti conosce bene. Come hai fatto a raggiungere questo risultato vincente?
Sono social a voce, con i rapporti umani. Nelle mie avventure ho raccolto le emozioni di uomini sotto la Croce del Sud, che hanno riempito la mia vita di contenuti diversi. Vuoi sapere come ho fatto? Ho contattato i 2.300 numeri di telefono che ho sul cellulare. Ho girato il link per votare. Il classico “porta a porta”. Con grande sorpresa l’amico Franco Metelli, un imprenditore di vino molto attivo anche in altri settori, mi ha detto di volermi sostenere. È partito così il suo porta a porta al Nord e da lì è nato tutto. Un po’ di storia ce l’ho da raccontare, basta leggere il mio nome e tornano i ricordi dei miei articoli, reportage, viaggi, ecc.

Jerry Bortolan a Stoccolma Jerry Bortolan, il nome più cliccato del sondaggio Personaggio dell’anno

Jerry Bortolan a Stoccolma

Sei da tanti anni un professionista del mondo dell’enogastronomia, un critico gastronomico, scopritore di talenti. Esistono ancora oggi, nel 2022, talenti da scoprire?
Quando si approccia questo mondo se non hai competenza non puoi competere. Voglio ricordarmi quello che mi è arrivato in bocca e giudicarlo nel momento che lo assaggio. Ho criticato molto e in maniera costruttiva. Mi ricordo una donna che a 56 anni è voluta entrare in cucina. Era un’alta funzionaria dell’Onu, curava il settore della fame nel mondo. Mi ha chiesto di aiutarla, alla domanda “cosa sai fare?” rispose “delle zuppe”. Nessun ristorante faceva zuppe a Roma e me ne fece assaggiare due buonissime. Le dissi di cominciare con queste. Dopo due anni ho avuto ragione e Baba, così si chiama, è “esplosa” con le sue strepitose zuppe e la sua cucina fatta con amore e serietà, realizzata cantando insieme alla sua brigata. Dunque sì, ci sono dei talenti, bisogna indirizzarli. Tutti vogliono scimmiottare il grande cuoco. A mio parere bisogna fare due passi indietro sulla tradizione, magari destrutturarla per renderla meno invadente e più salubre. Ho appena visitato un nuovo ristorante all’interno dell’Hotel Flora in via Veneto, la cui cucina è in mano ad un cuoco campano. Mi ha proposto due tipi di pasta con diverse qualità di pomodoro, una meraviglia! Solo un napoletano può interpretare delle salse al pomodoro così. Purtroppo l’eccessiva divulgazione mediatica arriva a creare dei problemi e blocca la spontaneità. Ho scoperto Heinz Beck negli anni ‘90 frequentando la sua cucina. Lui come tutti i grandi chef è umile e se testando un piatto qualcosa non funziona ascolta il parere del critico su quello che non va. Il miglior talento di Roma oggi? Lo straordinario Anthony Genovese.

Cambiano i mezzi ma non i modi. Cosa vuol dire oggi essere un opinion leader?
Puoi essere un opinion leader in un settore, non a tutto campo. Quando andavo a Uno Mattina alla Rai e alla 7 invitavo i direttori delle guide e i cuochi, mi permisi, a ragione, di dire a Ferran Adrià che la sua cucina era un bluff perché non riconducibile ad una ricetta. Stessa opinione dell’allora direttore della guida dell’Espresso Edoardo Raspelli, che la definì “23 portate di delusione, una cucina per anoressici sdentati”. Sì, mi sento un opinion leader. Mi sento di avere le competenze per esserlo. Già mi misi a fare un percorso tempo fa che continuo a seguire per crescere. Le nuove generazioni ragionano troppo, sono costruite come tanti blog... Io sono un “gastrosessuale”, godo mangiando.

Anche la gara di quest’anno si è svolta in una atmosfera rarefatta, strana, legata alla pandemia. Come l’hai vissuta?
A un viaggiatore come me è mancata la scaletta di un aereo. Ma non mi sono perso d’animo e ho trovato il tempo per ricomporre. Per fare quelle ricerche e archiviazioni che si rimandano di giorno in giorno. Tutti sono ingrassati perché mangiavano malamente, io sono dimagrito, camminavo, andavo a fare la spesa e mi nutrivo bene. Mi dicono che sono molto bravo a cucinare.

Jerry Bortolan insieme a Giuseppe Di Iorio, vincitore del sondaggio nella categoria “Cuochi” Jerry Bortolan, il nome più cliccato del sondaggio Personaggio dell’anno

Jerry Bortolan insieme a Giuseppe Di Iorio, vincitore del sondaggio nella categoria “Cuochi”

Progetti per il futuro nel mondo del vino e del cibo?
Tutti mi chiedono di scrivere un libro. L’ho messo in cantiere e lo farò. È ora. Il mio altro nuovo progetto sarà quello di avviare e introdurre mia nipote in questo mondo. Già da quando aveva 9 anni la portavo con me. A 12 anni ha fatto una critica a due chef stellati. Il mio amico Giuseppe Di Iorio, vincitore con me nel sondaggio, nella categoria Cuochi, mi ha disse: «Non me la portare più, vi pago il pranzo da un’altra parte!». Ovviamente scherzava, ma sentirsi criticare un piatto con perfetta osservazione sul dosaggio di una spezia da una bambina...

 

INTERVISTA FLASH

Il tratto principale del tuo carattere?
La curiosità

Il tuo difetto maggiore?
Non ho pazienza

Il tuo pregio a cui tieni di più?
Lealtà

Il vino che preferisci?
Un grande Riesling della Mosella

Il piatto che preferisci?
La Fejoada del Copacabana Palace di Rio de Janeiro

Il tuo colore preferito?
Azzurro

Il tuo hobby?
Non ne ho

Il tuo sport?
Sciare

Il nome del tuo animale domestico?
Mozart

Se non vivessi a Roma dove vorresti abitare?
In un posto che quando apro le finestre vedo il mare, come Rio de Janeiro

Lo scrittore che preferisci?
Quello che ha camminato nel mondo, Ernest Hemingway

Il regista che preferisci?
Adoro il cinema di Quentin Tarantino

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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