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Monte Isola, tutto quello che c’è da fare e da gustare

Una grande montagna in mezzo al Lago d’Iseo, un paesaggio unico al mondo e una meta sostenibile con tante cose da vedere e da gustare concentrate in pochi chilometri quadrati

 
08 dicembre 2021 | 12:30

Monte Isola, tutto quello che c’è da fare e da gustare

Una grande montagna in mezzo al Lago d’Iseo, un paesaggio unico al mondo e una meta sostenibile con tante cose da vedere e da gustare concentrate in pochi chilometri quadrati

08 dicembre 2021 | 12:30
 

Una montagna… su un’isola che divide in due il Lago d’Iseo: da una parte la sponda bresciana, dall’altra quella bergamasca. Questa è Monte Isola, in provincia di Brescia, (conosciuta anche come Mont’Isola), una delle mete più affascinanti d’Italia e anche d’Europa, eternamente sospesa tra l’azzurro delle acque del lago e il verde dei boschi che la circondano.

Monte Isola dall'alto -Credits Visit Monte Isola DA FINIRE - MONTE ISOLA

Monte Isola dall'alto -Credits Visit Monte Isola


Borgo più bello d’Italia e destinazione top

Definita “zona di particolare rilevanza naturale ed ambientale” fa parte a pieno titolo dell’esclusivo club dei Borghi più Belli d’Italia e nel 2019 è salita sul podio del contest “European Best Destination 2019”, quale terza migliore località turistica europea, davanti a città di grande peso internazionale quali Atene, Ginevra, Malaga e Poznan.


The Floating Piers i pontili galleggianti di Christo

Alcuni anni fa è balzata agli onori della cronaca per il grande tappeto giallo - realizzato da Christo Vladimirov Javacheff, artista di fama mondiale (a tutti noto come Christo) ed esponente di primo piano della Land Art - che per 16 giorni (dal 18 giugno al 3 luglio 2016) ha collegato l’isola alla terraferma. L’installazione artistica (chiamata “The Floating Piers”, letteralmente pontili galleggianti) ha permesso al milione e mezzo di visitatori, arrivati da ogni parte del mondo, di “camminare sulle acque”, avvolti dalla luce intensa irradiata dal tessuto giallo della passerella.

 


Alla scoperta di Monte Isola: a piedi o in bici

Unico modo per arrivare a Monte Isola è con i battelli - partono, quasi ogni ora, da Sulzano (Bs), Sale Marasino (Bs) e Tavernola Bergamasca (Bg) - che in pochissimo tempo raggiungono l’isola. Uno dei porticcioli di approdo più noti è Peschiera Maraglio, un pittoresco borgo di pescatori conosciuto per il Museo della rete e il cantiere dei naècc, le tipiche imbarcazioni in legno, una volta usate dai pescatori e oggi invece utilizzate, per lo più, come imbarcazioni sportive.

FOTO Peschiera Maraglio dall'altro  - Credits Visit Monte Isola DA FINIRE - MONTE ISOLA

FOTO Peschiera Maraglio dall'altro  - Credits Visit Monte Isola


Uliveti e macchia mediterranea

Appena sbarcati, si rimane piacevolmente colpiti dal tanto verde, di uliveti e macchia mediterranea e dalla mancanza di rumore. Gli unici mezzi a motore che possono circolare sono le motorette dei residenti, lo scuolabus e i mini bus del servizio di linea per spostarsi agevolmente tra gli 11 borghi che punteggiano l’isola, ognuno con una storia da raccontare. Se non si intende usare i mezzi pubblici l’unica possibilità è muoversi a piedi o in bici (noleggiabili anche sull’isola).


Due gli itinerari da seguire

Da Peschiera Maraglio due sono gli itinerari che permettono di visitare tutte le cose più interessanti, anche con poco tempo a disposizione.
Il primo porta al Santuario della Madonna della Ceriola, sulla vetta del monte a 600 metri sul livello del mare, in uno dei luoghi più panoramici dell’intero Lago d’Iseo, con una visione mozzafiato che spazia dal lago alle dolci colline della Franciacorta. Il sentiero di circa 4 chilometri si snoda tra gli abitati di Senzano e Cure dove sono ben presenti importanti testimonianze delle antiche tradizioni che gli abitanti continuano preservare e custodire gelosamente.


Il secondo invece prevede un giro completo dell’isola per conoscerne le tante peculiarità, fatte di borghi affascinanti, vicoli e stradelli antichi, botteghe e osterie caratteristiche, in compagnia di un panorama unico al mondo. Il percorso completo è di circa 9 chilometri e non presenta particolari difficoltà, tanto da essere adatto anche per i camminatori meno allenati.


Lungo il tragitto, in direzione Sensole e Porto di Siviano, si incontrano uliveti, campi coltivati e viti. Poi mano a mano che si sale verso Sinchignano e Menzino e poi ancor oltre, Olzano, Masse e Cure il paesaggio cambia e lascia il posto a fitti boschi di castagni, querce e faggi.


Cosa vedere a Peschiera Maraglio

A Peschiera Maraglio merita una tappa la Parrocchiale di San Michele Arcangelo. Costruita sulle rovine della chiesa precedente e consacrata a metà del 17° secolo è caratterizzata da una facciata a due ordini e timpano triangolare liscio ed una croce di metallo alla fine di una scalinata in marmo di Sarnico. La porta è in ebano e reca due eleganti cornucopie in altorilievo.


Da vedere anche la Rocca Martinengo uno dei suoi luoghi più caratteristici. Si trova su uno sperone roccioso tra Peschiera e Siviano e domina dall’alto il Golfo di Sensole. È di proprietà privata e quindi la si può ammirare solo dall’esterno. Per raggiungerla si deve percorrere il Sentiero della Rocca, un percorso didattico che si dipana in salita dalla litoranea in prossimità dell’abitato di Menzino.


Le due piccole isolette vicine

Accanto all’isola principale ci sono due isolette, San Paolo e Loreto con la bellissima villa a strapiombo sul lago, mete apprezzate delle gite in barca o in motoscafo. Essendo di privati non si possono visitare ma solo ammirare dal lago.

La tipica barca di Monte Isola -Credits Visit Monte Isola DA FINIRE - MONTE ISOLA

La tipica barca di Monte Isola -Credits Visit Monte Isola


Lavorazione delle reti un’eccellenza di Monte Isola

Nei secoli passati le due attività principali dei montisolani erano la pesca e la tessitura delle reti. La prima era riservata agli uomini, che si cimentavano anche nella costruzione delle barche indispensabili per la loro attività. Le donne invece iniziarono a confezionare e a rammendare le reti da pesca.


I primi “retai” della zona pare siano stati i monaci cluniancensi che, a partire, dall’11° secolo alloggiavano nel convento dell’isoletta di San Paolo. In base alla tradizione, pare che i pescatori, abbiano acquisito da loro le tecniche per intrecciare ed annodare i fili delle reti da pesca.
Poi a partire dal ‘500 le donne dell’isola si specializzarono in questa attività fino a diventare delle esperte a livello mondiale. Con l’aiuto di bambini e anziani intrecciavano fibre di canapa, cotone, lino e anche seta, in genere nelle cucine di casa e, nella bella stagione, anche nei cortili, nelle piazzette, lungo le strade e sulle rive del lago trasformando, questa nobile attività artigianale in un rito collettivo, dove si lavorava tutti insieme, ci si aiutava l’un l’altro per completare e riparare le reti il più velocemente possibile. Tale modo di vivere e di lavorare si rispecchia nella struttura urbanistica ancora visibile nei vari borghi dell’isola, dove le case sono dotate di grandi porticati collegati gli uni agli altri, le piazzette sono a volte minuscole e gli stretti vicoli arrivano fino al lago.


Da supporto alla pesca ad eccellenza artigianale

In breve tempo il confezionamento delle reti si trasformò da attività di supporto alla pesca a vera eccellenza artigiana tanto che nell’800 le reti montisolane erano richieste in ogni parte d’Europa.


Oggi questo straordinario patrimonio, storico, economico e culturale, è documentato dal Museo della Rete, una struttura privata che si trova all’interno del Retificio La Rete, la fabbrica di reti più antica di Monte Isola, ubicata a Siviano, località Porto. Molto interessante è la raccolta di documenti e di utensili, quali l’ago ed il modano, in passato strumenti indispensabili per lavorare a mano le matasse. In particolare, l’ago (qui chiamato ocia) ha la stessa forma e dimensione di quelli rinvenuti negli scavi archeologici di epoca romana. All’interno del museo anche una mostra fotografica di immagini storiche in bianco e nero che narrano quella che per secoli è stata la prima attività dell’isola insieme alla pesca.


Ottima cucina di pesce e non solo

Monte Isola è interessante anche sotto l’aspetto gastronomico. La cucina povera di un tempo, si è via arricchita di piatti raffinati, che però strizzano sempre l’occhio alla tradizione ed alle tipicità del territorio. I suoi prodotti di eccellenza sono le sardine essiccate (in realtà quello che si pesca è l’agone che ha una forma simile a quella del noto pesce di mare), il salame di Monte Isola che ha acquistato una chiara fama tra i gourmet e l’olio extravergine di oliva.


Le sardine, Presidio Slow Food, sono essiccate all’aria su appositi graticci e poi messe sott’olio per qualche mese per farle diventare la base di piatti veloci gustosi. Sono infatti cucinate, in poco tempo, sulla brace e servite con l’accompagnamento di polenta.

 


Ottimo anche il salame (definito recentemente “Sua eccellenza il salame di Monte Isola”), le cui peculiarità sono la leggera affumicatura e la pasta interna spessa, ottenuta da tagli lavorati al coltello.


Molto buono anche l’olio extravergine di oliva prodotto negli uliveti isolani, un prodotto dal colore intenso, denso e saporito, da tutti considerato un piccolo tesoro.


Tutte queste tipicità si possono degustare nei numerosi ristoranti, locande e trattorie presenti sull’isola che propongono piatti interessanti e ricchi di sapori, assolutamente da assaggiare.


Per informazioni: www.visitbrescia.it; www.visitmonteisola.it.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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