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L'estate positiva non basta, agenzie e tour operator in difficoltà: servono aiuti e turisti internazionali

Nella Giornata Mondiale del Turismo (27 settembre) il grido d'allarme dei viaggi organizzati: a rischio 40mila lavoratori, fatturato giù dell'81% rispetto al 2019. Ma nel 2021 il turismo enogastronomico è stato sdoganato

 
27 settembre 2021 | 11:48

L'estate positiva non basta, agenzie e tour operator in difficoltà: servono aiuti e turisti internazionali

Nella Giornata Mondiale del Turismo (27 settembre) il grido d'allarme dei viaggi organizzati: a rischio 40mila lavoratori, fatturato giù dell'81% rispetto al 2019. Ma nel 2021 il turismo enogastronomico è stato sdoganato

27 settembre 2021 | 11:48
 

La Giornata Mondiale del Turismo 2021, che si celebra il 27 settembre, arriva dopo un'estate in cui il settore ha rialzato la testa. L'ospitalità italiana, infatti, è riuscita a cogliere l'opportunità della stagione vacanziera. Soprattutto per quanto riguarda la ristorazione che ha registrato un giro d'affari dal valore superiore ai 20 miliardi di euro. Numero raggiunto anche grazie a una maggiore chiarezza sulle regole d'ingaggio al ristorante, al bar e in hotel attraverso il ricorso al green pass. «Una vera e propria boccata d'ossigeno per i circa 360mila locali e attività presenti in Italia che si trasferisce poritivamente sull'intera filiera», ha commentato Coldiretti. Ma permangono le criticità, come testimoniato dal grido d'allarme di tour operator e agenzie di viaggio: a rischio 40mila posti di lavoro.

All'enogastronomia i turisti dell'estate 2021 hanno utilizzato un terzo del proprio budget L'estate di ripresa non basta, agenzie e tour operator in difficoltà

All'enogastronomia i turisti dell'estate 2021 hanno utilizzato un terzo del proprio budget

 

Nell'estate 2021, 33,5 milioni di italiani in ferie

D'altronde, i valori della stagione appena lasciata alle spalle risultano ancora inferiori a quelli pre-Covid. Ma la strada per il recupero sembra tracciata e passa attraverso un legame sempre più stretto fra viaggi, arte ed enogastronomia. Una combinazione che ha convinto molti dei 33,5 milioni di italiani che si sono concessi qualche giorno di ferie nell'estate 2021. Percentuale che racconta una sostanziale stabilità del mercato domestico (-1% rispetto al 2020). Diverso invece il discorso per i turisti stranieri, soprattutto quelli extra-Schengen. In generale, però, la svolta è positiva. Secondo l'indagine Coldiretti/Ixé, infatti, quasi due italiani su tre (il 65%) in viaggio per le vacanze 2021 hanno scelto di mangiare fuori casa in ritoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi, pub o fast food. Insomma, si è rimesso in moto l'out of home. E questo, a ricaduta, ha dato nuovo slancio alla filiera agroalimentare che coinvolge circa 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole che insieme occupano 3,6 milioni di persone.

 

 

Enogastronomia, proposta vincente ma occorre lavorare sul Pnrr

Come detto, a convincere è stato soprattutto l'offerta turistica che ruotava attorno alla combo viaggi-art-cibo-vino. Secondo i dati Coldiretti/Ixé, l'enogastronomia in viaggio ha attirato quasi un terzo del budget dei viaggiatori. E questo in un contesto generale in cui, da un lato, la spesa per persona è diminuita del -2% a quota 582 euro e, dall'altro, si è accorciata anche del 10% rispetto allo scorso anno la durata del viaggio con una media di 9 giorni trascorsi lontano da casa. Alla prova dei fatti, infine, anche la temuta stagionalizzazione dei flussi (ossia il fatto che tutti prenotassero nelle classiche settimane di agosto) è stata meno impattante del previsto. Molti turisti, infatti, hanno posticipato le partenze a causa delle incertezze sull'andamento dei contagi ma grazie al green pass esteso è diventato di nuovo fruibile in sicurezza una finestra temporale più lunga. Anche questo un segnale di ripartenza, e rafforzamento, per quell'offerta che fa delle degustazioni, della scoperta del territorio e del ritomo lento il proprio core business.

 

 

«Ci sono ampi margini di crescita per le località di tutta Italia, nel segno di un ritorno alla normalità e del ritorno dei visitatori stranieri. Nel frattempo, prosegue la crescita costante del fenomeno enogastronomico: se nel 2016 soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata a quest’ambito nei tre anni precedenti, per poi salire al 30% del 2018 e al 45% del 2019, con l’analisi 2021 la percentuale è cresciuta fino al 55%. Se la pandemia ha frenato la possibilità di vivere esperienze, la globalità dei dati ci mostra una crescente attenzione al tema enogastronomico e anche un nuovo profilo del turista. È cambiato il profilo del visitatore, che oggi è più esigente e richiede sempre novità con esperienze di qualità. Il tema della sostenibilità è imprescindibile in ogni viaggio e si va sempre più alla ricerca del benessere, integrato al gusto del territorio. Dopo la pandemia i visitatori effettuano scelte selezionate ed evitano l’overtourism, con maggiore interesse per le destinazioni limitrofe. Dovremo tener sempre più presente l’importanza di attività qualitative da proporre ai visitatori», è stato il commento sul tema di Roberta Garibaldi, esperta di enoturismo e nominata anche consigliere per il settore dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia.

«La celebrazione della Giornata mondiale del Turismo, quest’anno  più importante che mai, dovrebbe farci compiere una riflessione più elevata. Quanto è diventato palese che questa pandemia con il crollo dei flussi turistici ha trascinato con sé interi altri settori economici? Ci siamo resi conto, in Italia, che la perdita di Pil registrata in tutti i principali paesi europei nel 2020 è spiegata, per la metà, dal livello di dipendenza dal turismo delle singole economie nazionali? E quindi, qual è effettivamente l’enorme effetto leva che il turismo, probabilmente più di ogni altro settore, è in grado di realizzare nella ripresa cui tutti puntiamo? Questa è la riflessione che vorrei scaturisse da oggi, unitamente a un ragionamento più ampio, col Governo, il ministero del Turismo, le Regioni e tutti i principali stakeholder, sull’adeguatezza o meno delle risorse che il Pnrr dedica a questo settore», ha aggiunto Luca Patanè, presidente di Confturismo Confcommercio.

Agenzie di viaggio e toru operator in difficoltà: senza nuovi ammortizzatori sociali a rischio 40mila lavoratori L'estate di ripresa non basta, agenzie e tour operator in difficoltà

Agenzie di viaggio e toru operator in difficoltà: senza nuovi ammortizzatori sociali a rischio 40mila lavoratori

 

Sos da agenzie di viaggio e tour operatori: a rischio 40mila posti di lavoro

Ottime prospettive, quindi. Ma la realtà bussa alla porta: per le agenzie di viaggio e tour operator sono a rischio 40mila posti di lavoro (di cui il 53% con più di 10 anni di esperienza). Le 28 settimane di ammortizzatori sociali che coprivano in parte gli stipendi dei lavoratori dipendenti si esauriranno nelle prossime settimane. Un duro colpo per aziende che devono fare i conti con una perdita di fatturato del -81% rispetto al periodo pre-Covid - quando il giro d'affari si aggirava attorno ai 13,3 miliardi di euro - soprattutto a causa del blocco dei flussi internazionali in entrata e in uscita (a loro volta bloccati dalle regole anti-Covid disomogenee adottate dai singoli Stati). «Con un mercato fermo, per tutelare i lavoratori del turismo organizzato è urgente prorogare gli ammortizzatori in scadenza - ha spiegato Franco Gattinoni, presidente della Federazione del Turismo Organizzato - o allargare l’utilizzo del fondo nuove competenze, oggi previsto quando si torna al lavoro, garantendo formazione professionale in questo periodo di non attività, quando le persone sono ancora a casa, senza quindi gravare sui conti delle aziende».

 

Le ripercussioni del blocco ai viaggi extraeuropei

Ma sul breve periodo il "nemico" è un altro: «Lottiamo ogni giorno contro normative contrastanti: l'anno e mezzo di blocco non è finito e chi lo pensa sbaglia di molto», afferma Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato del gruppo Alpitour. Un esempio? «Nell'Unione europea siamo gli unici con un divieto assoluto ai viaggi extraeuropei per turismo». Un blocco che tuttavia non è così granitico quanto si vuol far pensare e che viene aggirato a danno delle aziende italiane: «Da molti Paesi europei il flusso per le Maldive per esempio è stato ingente, ma quest'estate anche circa duemila italiani sono andati su quelle isole, semplicemente volando per un aeroporto europeo come Amsterdam e poi venendo imbarcati da lì sul volo intercontinentale per le Maldive», spiega Burgio.

 

Per l'Onu se non riparte il turismo internazionale a rischio 4mila miliardi di Pil globale

Intervento quanto mai necessario soprattutto alla luce delle parole del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres: «Il turismo continua a soffrire enormemente sotto i colpi del Covid: nei primi cinque mesi di quest'anno, gli arrivi di turisti internazionali sono diminuiti di uno sbalorditivo 95% in alcune parti del mondo e le previsioni suggeriscono una perdita di oltre 4mila miliardi di dollari di Pil globale. Se questo è un grande choc per le economie sviluppate, per i paesi in via di sviluppo è un'emergenza». Guterres ha sottolineato anche l'emergenza ambientale legata al cambiamento climatico che sta colpendo gravemente molte delle principali destinazioni turistiche, in particolare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo, dove il turismo rappresenta quasi il 30% dell'attività economica: «Con molti milioni di mezzi di sussistenza in pericolo è tempo di ripensare, trasformare e riavviare in sicurezza il turismo»

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