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Tamponi ai turisti, gli hotel fanno da soli. Ma le sfide da superare sono altre

Confindustria Alberghi ha siglato una collaborazione con Roche Diagnostics e Lifebrain per garantire tamponi molecolari e test antigenici agli hotel che vorranno fornire questo servizio agli ospiti. Un modo per organizzarsi in autonomia in attesa di chiarimenti su green pass, superbonus e personale

di Nicola Grolla
 
17 giugno 2021 | 05:00

Tamponi ai turisti, gli hotel fanno da soli. Ma le sfide da superare sono altre

Confindustria Alberghi ha siglato una collaborazione con Roche Diagnostics e Lifebrain per garantire tamponi molecolari e test antigenici agli hotel che vorranno fornire questo servizio agli ospiti. Un modo per organizzarsi in autonomia in attesa di chiarimenti su green pass, superbonus e personale

di Nicola Grolla
17 giugno 2021 | 05:00
 

In attesa che il Governo metta la firma sul green pass che farebbe tirare un sospiro di sollievo a tutto il comparto turistico, alberghi e hotel hanno deciso di muoversi in autonomia per garantire un ulteriore livello di sicurezza ai propri ospiti. Grazie a un accordo fra Confindustria alberghi, Roche Diagnostics e Lifebrain le strutture ricettive che aderiscono all'associazione di categoria avranno la possibilità di contare su due player all'avanguardia per offrire, in caso di bisogno, tamponi rapidi antigenici o molecolari, refertabili da un operatore sanitario, direttamente in albergo o eseguiti in un centro Lifebrain. Una possibiltà che va incontro alle "nuove" esigenze dell'estate 2021. Una stagione sempre più in rampa di lancio ma che si porta dietro un fardello pesante e ha di fronte a sé una serie di sfide e ostacoli da superare per dar prova della "guarigione" dagli effetti della pandemia.

Tamponi in hotel? Sì può fare grazie all'accordo fra Confindustria Alberghi, Roche Diagnostics e Lifebrain Tamponi ai turisti, si fanno in hotelMa le sfide da superare sono altre

Tamponi in hotel? Sì può fare grazie all'accordo fra Confindustria Alberghi, Roche Diagnostics e Lifebrain


Tamponi in hotel, una soluzione a favore dei turisti stranieri

«L'accordo raggiunto con Roche Diagnostics e Lifebrain è un'importante risposta alle esigenze dei clienti in questo momento. Dobbiamo rendere loro più semplice e facile il soggiorno in Italia. Si immagini un turista straniero che dopo aver fatto i salti mortali per venire da noi, deve organizzarsi anche il tampone in uscita, prima della partenza. Non è affatto una cosa semplice. Nemmeno io saprei come muovermi in un paese straniero, sinceramente. Il fatto che l’albergo possa offrire questo servizio con un riferimento certo, magari prenotando il tutto già prima dell'arrivo così da non perdere minuti prezioni di vacanza, penso sia una facilitazione non da poco», spiega Barbara Casillo, direttrice di Confindustria Alberghi. In sostanza, l'associazione di categoria mette a disposizione degli alberghi le informazioni necessarie e/o i fornitori da contattare così da potersi organizzare in autonomia per offrire il servizio di testing ai propri clienti. «Ognuno sceglierà la politica di mercato che più ritiene opportuna», precisa Casillo.

Le sfide del settore: green pass, tenuta economica e personale

Peccato che, risolto il problema dei tamponi per il ritorno nel paese di provenienza dei turisti, le sfide per il settore alberghiero siano ben lontane dall'essere risolte. Innanzitutto, c'è da fare i conti con un'altra stagione particolare che ha quasi l'obbligo morale di capitalizzare i mesi estivi dopo il profondo rosso dei mesi precedenti. Secondo l'Istat, infatti, se nei primi tre mesi del 2021 si è riscontrata una risalita congiunturale di tutti i settori produttivi economici, l'unica eccezione è il comparto alloggi: -70,8% rispetto ai primi tre mesi del 2020 (fanno peggio, tanto per rimanere in tema, solo agenzie di viaggio e tour operator). Percentuali su cui pesa tantissimo la mancanza dei turisti internazionali (che solitamente costituiscono la metà delle presenze turistiche in Italia). Una situazione che mette ancor più sotto stress aziende in piena difficoltà finanziaria e su cui stanno mettendo gli occhi anche gli investitori stranieri. Per non parlare poi del tema superbonus, prima promesso e poi estromesso dal decreto legge Semplificazioni, oppure della cronica mancanza di personale, in particolar modo stagionale. Come reagire a tutto questo?

Risolta la questione tamponi, non mancano le sfide per gli hotel: green pass, fisco e forza lavoro Tamponi ai turisti, si fanno in hotelMa le sfide da superare sono altre
Risolta la questione tamponi, non mancano le sfide per gli hotel: green pass, fisco e forza lavoro


Green pass: «Fosse arrivato prima ... »

Andiamo con ordine. Il green pass. «Considerata la complessità della questione, tutto sommato siamo contenti dell'evoluzione che ha avuto il green pass. Il nullaosta definitivo è arrivato pochi giorni da fa dall'Europa ma se fosse giunto prima sarebbe stato meglio per tutti a livello organizzativo. Certo, posso solo immaginare la complessità di un’operazione come questa in cui si cerca di far interagire i database dei vari paesi coinvolti. Detto ciò sono fiduciosa che la soluzione garantisca sicurezza non solo al viaggiatore ma anche alle strutture ricettive e a tutti gli operatori. Il tema, ora, è organizzare attorno a questa soluzione un sistema di servizi per rendere fluido l'intero processo di viaggio. Non possiamo permetterci ulteriori ritardi o intoppi», afferma Casillo.

Superbonus: «Dopo la rabbia inziale, speriamo venga inserito nei prossimi provvedimenti»

Per quanto riguarda le questioni più aziendali, il vero nervo scoperto è quello del bonus ristrutturazione. «Dopo la rabbia iniziale, abbiamo portato al ministro del Turismo e al Governo le nostre necessità. Abbiamo bisogno di rimanere competitivi sul lungo periodo e gli aiuti sottoforma di crediti d'imposta per riqualificare e rilanciare le strutture sono il primo tassello. Siamo fiduciosi che tutto quanto non è stato recepito nel decreto legge Semplificazioni sarà recuperato in una fase successiva. Perché, in generale, abbiamo bisogno di risposte veloci, non solo importanti», ribadisce Casillo. Ma se i soldi non ce li mette lo Stato, potrebbero arrivare da investitori esteri pronti a capitalizzare il momento di difficoltà di qualche azienda per assicurarsi un posto al sole nella Penisola. «Ben vengano i capitali stranieri, quelli buoni. Ma in generale il mercato italiano è fatto prima di tutto da piccole aziende, magari ancora a conduzione famigliare. Obiettivi poco appetibili per chi da fuori volesse investire in Italia. Piuttosto, c'è la possibilità che queste stesse piccole aziende possano consorziarsi, unirsi, creare qualcosa insieme metttendo in comune leve economiche e know-how», rilancia Casillo.

Personale: «Quando il mercato ripartirà, recupereremo anche gli stagionali»

In ultima istanza, la questione del personale. Su Italia a Tavola abbiamo già avuto modo di sottolineare la grandezza dell'ammanco della forza lavoro nel settore dell'ospitalità in senso largo (dagli alberghi ai ristoranti, passando per i bar, gli stabilimenti balneari, ecc.). Ma questo non sembra spaventare Casillo: «Penso sia solo una questione di tempo. Quando la stagione riprenderà e il settore comincerà a rientrare a regime il mercato del lavoro tornerà su dinamiche più consone. D'altronde, non dobbiamo dimenticare che veniamo da oltre 15 mesi di fermo che hanno messo in serie difficoltà i lavoratori del nostro settore; sopratutto gli stagionali. Molti, immagino, in questi mesi si saranno guardati intorno per trovare soluzioni alternative. Ma il fermento si percepisce, quindi speriamo che con i giusti passi tutto torni come prima». Ma quanto manca a questo ritorno alla normalità? «Dal punto di vista delle prenotazioni, quello che ci dicono le aziende associate è molto chiaro: le persone hanno voglia di muoversi, probabilmente come riportano molte analisi ci sarà un picco stagionale nelle due settimane di agosto, ma non mancano prenotazioni anche per luglio. Quello che mi sembra accumunare un po' tutte le destinazioni è la decisione dell'ultimo minuto. Anzi, dell'ultimo secondo. Chi decide di concedersi una vacanza attende gli ultimi giorni disponibili per prenotare dal momento che vuole essere sicuro delle situazione che troverà tanto nel paese di destinazione quanto in quello di partenza. Oramai siamo abituati ai cambiamenti repentini», conclude Casillo.


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