Siamo nella Pasticceria Caffetteria Sant’Orsola di Bergamo, nel dehors esterno nella piazzetta sita nel centro di Bergamo, quindi in quella parte di città molto operosa e istituzionale. Vicino troviamo il Comune, il Tribunale e le vie più importanti dello shopping. Qui c’è Maria Elisa Allegra (Mary per gli amici e clienti), nuova barlady Abi Professional e titolare, con Pierluigi Ricci, del locale.
Mary è molto riservata, ma quando si apre, si dimostra forte di un carattere eclettico e molto concreta negli obiettivi. Nonostante sia sempre indaffarata e precisa nella sua attività, Mary è una sognatrice, ha sempre voluto viaggiare... e l’ha fatto davvero!
Mary Allegra
Una vita di esperienze nel settore bar-ristorazione tra Bergamo e la Valle d'Aosta
Bergamasca di nascita - da qui il suo essere pragmatica e concreta -, Mary frequenta gli studi dell’obbligo: voleva essere dattilografa, ma lo studio non la attrae particolarmente; allora comincia a fare diversi mestieri, tra cui commessa in negozi di abbigliamento e accessori nella "Bergamo bene". Galeotto fu un fidanzato che la lascia. Lei entra in crisi e decide di partire, direzione
Valle d’Aosta.
Lì comincia dapprima a lavorare in
albergo - a
Courmayeur ce ne sono molti che possono fungere da "posti per far la gavetta", insegnando a
giovani ambiziosi come lavorare bene, coccolare i clienti e diventare “mestieranti”. Dai
ristoranti ai servizi, facendo buone esperienze, gira tutti i reparti della
ristorazione d’albergo e approda al
bar. Visto che il lavoro in Valle d’Aosta è
stagionale,decide anche di girare il mondo partendo per il Nuovo Mondo. Ha visitato il Sud
America, le zone centrali del continente, poi il Canada, che le è rimasto nel cuore. Per mantenersi là è andata a raccogliere frutta per le grandi aziende alimentari canadesi.
Rientrata in Valle d’Aosta, conosce
Pierluigi Ricci. Da lì inizia una nuova avventura. Rientra allora a Bergamo dove il fratello aveva aperto il
Tassino, locale storico del centro che in quel periodo offriva anche serate di
musica dal vivo. Successivamente Mary, assieme a Pierluigi, apre il
Villino a Longuelo, alle porte di Bergamo. Dopo un rientro in Valle d’Aosta per qualche anno, ritorna a Bergamo per aprire un altro locale in
Borgo Santa Caterina, una via con molti locali frequentati della gioventù del posto, il
Crocevia. Questo fino al 2010, per rientrare nuovamente in Valle D’Aosta. Questa volta per un'apertura tutta sua: il ristorante “Il Gallo” alla Salle.
Rimane ancora unita per qualche anno con Ricci, poi il locale viene venduto e i due si separano professionalmente, sempre facendo esperienze nuove in locali e alberghi. Alla fine entrambi rientrano a Bergamo, per aprire la Pasticceria Sant’Orsola. E siamo ad oggi.
Un confronto continuo e stimolante tra colleghi: il valore della vita associativa
Con tutto questo girovagare, soprattutto in Valle d’Aosta, Mary conosce un buon numero di
professionisti: «Ho incontrato tantissime belle persone, a partire da
Ernesto Molteni e sua moglie
Irene Deiara, poi
Bernardo Ferro,
Stumbo, lo stesso Pierluigi... Tantissimi tra barman e barlady. In "Valle" sicuramente i rapporti tra colleghi sono l’occasione per imparare e conoscere bene il mestiere».
Questo per Mary è sicuramente uno dei motivi che le han fatto tenere la Valle d’Aosta nel cuore. «In Lombardia, a Bergamo, ci
sono altrettanti colleghi molto bravi, ma si fa fatica a trovare momenti liberi per poterci incontrare, è veramente un peccato». Tuttavia è proprio qui a Bergamo che decide di entrare in Abi Professional. «Anche quando non ero tesserata partecipavo alla
vita associativa in Valle d’Aosta, mi piace l’animo di questa giovane associazione. Penso che per un professionista essere parte di una
associazione di categoria sia un punto di arrivo ma anche di partenza. Essere associato è un obiettivo e parteciparvi è la miglior partenza ad una sana
crescita professionale».
Ai giovani aspiranti barman: «Mai demordere»
Mary si rivolge poi a barlady più giovani che, come è stato per lei, iniziano questo mestiere: «Prima cosa, mai demordere. Gli ostacoli nel settore, soprattutto perché donna, ci sono ancora e lasciarsi scoraggiare è una sconfitta che non dobbiamo accettare. Continuare a
studiare, confrontandosi e imparando sui libri ma anche dietro ai banchi bar, girare e girare ancora, per vedere il mondo, così da apprezzarne le diverse
culture, aprendo la mente ai diversi significati del
gusto, del piacere del
bere. Far parte di un'associazione aiuta molto, spiana la strada».
Mary Pacifica
In degustazione... Mary Pacifica
Tra i
signature drink di Mary, una è perfetta per placare l'arsura di questi pomeriggi caldi. Si chiama Mary Pacifica (perché il colore si avvicina molto ad una ricetta simile, dedicata a Maria Sanguinaria), è servita in due versioni, analcolica o low alcol. È un cocktail molto rinfrescante e assolutamente piacevole al palato. Lo zenzero dà quella nota particolare, pur non essendo invasivo.
Ingredienti: 20 ml di vodka, 60 ml di ananas centrifugato, 40 ml di pompelmo rosa, 20 ml di succo di lime, 10 ml di lamponi e mirtilli, zenzero.
Decorazione: lamponi e un ciuffo di menta