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Coprifuoco e piscine ancora chiuse. Per gli alberghi giugno va in fumo

Agli hotel non è piaciuto l'ultimo decreto che lascia il coprifuoco fino al 21 giugno seppur ridotto (alle 23 fino al 7, poi alle 24). In questo modo i turisti stranieri, confusi, sceglieranno altre destinazioni

 
18 maggio 2021 | 17:09

Coprifuoco e piscine ancora chiuse. Per gli alberghi giugno va in fumo

Agli hotel non è piaciuto l'ultimo decreto che lascia il coprifuoco fino al 21 giugno seppur ridotto (alle 23 fino al 7, poi alle 24). In questo modo i turisti stranieri, confusi, sceglieranno altre destinazioni

18 maggio 2021 | 17:09
 

L’ultimo decreto che stabilisce la date di riapertura delle attività non ancora ripartite non ha accontentato - nemmeno stavolta - tutti. Il principio del Governo Draghi lascia sempre l’amaro in bocca perché apre spiragli, ma non portoni in funzione di una linea prudente. Se ai ristoranti è stato concesso di riaprire anche al chiuso dall’1 giugno, l’aspetto del coprifuoco (spostato alle 23 fino al 7 giugno e poi alle 24 fino al 21) penalizza ancora il turismo e quindi gli hotel.

L’umore è nero perché con queste modalità significa perdere tutto il mese di giugno, soprattutto per quanto riguarda i turisti stranieri, disorientati, disincentivati ed intimoriti da queste restrizioni. Prevedere il coprifuoco di fatto per tutto il mese di giugno - ha spiegato Confindustria Alberghi in una nota - vuol dire perdere ancora un mese di lavoro per il settore turistico, peraltro uno dei mesi più importanti che vale circa 11,7 mld di euro di fatturato con 24,8milioni di presenze italiane e 29,5 milioni di stranieri.


Hotel ancora penalizzati dal decreto Coprifuoco e piscine ancora chiuse Per gli alberghi giugno va in fumo

Hotel ancora penalizzati dal decreto


La rabbia di Confindustria Alberghi

La vice presidente, Maria Carmela Colaiacovo ha affondato: «Da un lato stiamo correndo con il green pass per tornare ad accogliere il turismo internazionale, dall’altro prevediamo di avere ancora per tutto il mese di giugno il coprifuoco. Una misura che allontana ancora una volta il ritorno dei turisti in particolare di quelli stranieri. Se per un italiano il coprifuoco è certamente cosa sgradita per un turista straniero è un vincolo difficilissimo da gestire che condiziona gli spostamenti attraverso il paese, gli orari e le scelte della giornata».

Il decreto ha lasciato come spesso accade un forellino di speranza aperto, ma sempre in preda a mille se e ma. 6 regioni infatti potrebbero diventare bianche già dal prossimo monitoraggio di venerdì 21 ma tutto dipenderà, appunto, dai numeri. «Ci dicono che forse la data dell’annullamento del coprifuoco sarà anticipata - ha proseguito Colaiacovo - che verrà meno se una regione diventa bianca, ma vogliamo immaginare un turista straniero che si sta spostando da un posto all’altro dell’Italia che deve conoscere i confini amministrativi per sapere se può tornare in albergo alle due o a mezzanotte? Informazioni difficili da spiegare, incertezze che frenano il mercato, dubbi su quale sarà l’Italia dei mesi a seguire. Intanto abbiamo perso le prenotazioni di giugno e rischiamo anche su luglio ed agosto, rispetto ad altri paesi concorrenti che hanno già regole certe e no coprifuoco».

Maria Carmela Colaiacovo Coprifuoco e piscine ancora chiuse Per gli alberghi giugno va in fumo
Maria Carmela Colaiacovo


Piscine chiuse con restrizioni

Ma sono molteplici gli aspetti che agli albergatori non piacciono, come quello relativo all’utilizzo delle piscine al chiuso. «C’è poi un altro tema che ci lascia sconcertati - ha precisato la vice presidente - ovvero quello delle piscine al chiuso che pure nel settore alberghiero possono essere gestite con grande rigore e per le quali non si vede il motivo di un ulteriore attesa peraltro fino al mese di luglio. Nelle nostre strutture non c’è l’utilizzo degli spogliatoi, i nostri ospiti utilizzano le proprie camere, ricambio dell’aria, sanificazioni, possono essere garantiti per la massima sicurezza degli ospiti, così come gli accessi che sono controllati e contingentati e possono essere vincolati alla presentazione del certificato vaccinale o di un tampone negativo. Le nostre strutture sono organizzate e sicure, fateci ripartire non possiamo perdere ancora altro tempo. Sono troppe le realtà che rischiano di non sopravvivere».


Il calendario delle riaperture

21 maggio: monitoraggio Iss

A sette giorni di distanza dal monitoraggio del 14, quello del 21 sembra essere decisivo per le riaperture. In base ai dati acquisiti con il nuovo sistema di calcolo che tiene conto dell’incidenza dei casi come parametro per la determinazione del colore, si potrà evitare di avere nuove chiusure a fronte di un atteso rialzo dell'Rt atteso dopo le aperture concesse dal 26 aprile. Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, che sia proporzionale ai quattro livelli di incidenza: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250 test. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150 ogni 100mila abitanti. In bianca (fino a 49 a casi) almeno 100.

22 maggio: riaprono i centri commerciali nel weekend

Dopo le proteste, l’ultima è avvenuta martedì 11 maggio in 1.200 gallerie commerciali, si potrà tornare a frequentare anche i centri commerciali nel weekend così come già avviene nel resto della settimana.

24 maggio: riaprono le palestre

Dopo una lunghissima chiusura, si può tornare ad allenarsi in palestra; al chiuso quindi. A livello di regole, si dovranno tenere due metri di distanza fra gli utenti all'interno di locali in cui sia garantito il ricambio d'aria senza ricircolo. Per l'accesso devono essere predisposti percorsi di entrata e uscita diversi. Se non si esegue l'esercizio, si deve indossare la mascherina. Per quanto riguarda la gestione degli spogliatoio, fatto salvo l'invito a presentarsi già cambiati per l'attività fisica, gli indumenti non possono essere lasciati negli spazi comuni ma conservati nel proprio zaino o in appositi contenitori sigillati. A discrezione del titolare della palestra il divieto o meno all'utilizzo delle docce.

Niente da fare invece per le piscine al chiuso che riapriranno solo dall'1 luglio.

1 giugno: si cena al chiuso e si ritorna a consumare il caffè al bancone

Finisce l’incubo delle chiusure (e dei dehors) per bar e ristoranti che ora possono tornare ad ospitare i clienti in sala sia a pranzo che a cena. Decade così la limitazione presente nel precedente decreto che fissava le regole fino al 31 luglio e in cui per l’attività principe della ristorazione non era ancora stata indicata una data certa. All'interno dei locali i tavoli vanno sistemati almeno a un metro di distanza l'uno dall'altro, quattro clienti massimo allo stesso tavolo a e meno che non siano parte dello stesso gruppo famigliare, obbligo di utilizzare la mascherina quando non si è seduti al tavolo. Inoltre, si deve favorire la consultazione di menu digitali (o monouso) e il pagamento con strumenti cashless.

Sempre l’1 giugno riprendere anche il servizio al bancone interno del bar. Anche qui con distanza minima di un metro fra un avventore e l'altro. Un dettaglio non indifferente che, come ha sottolineato Fipe, salverebbe fatturati e sostenibilità ambientale con il recupero del 40% degli incassi giornalieri e la diminuzione delle 30 tonnellate di rifiuti di plastica prodotti al giorno fra bicchierini, bustine e cucchiaini.

In questa data riaprono gli stadi. All'ingresso e all'interno dell'impianto si dovrà mantenere il distanziamento al momento e controllare che la stessa misura venga osservata al momento del deflusso. Obbligatorio indossare la mascherina. L’acquisto dei biglietti dovrà avvenire con modalità online. In generale, la presenza di pubblico dovrà rispettare una capienza non superiore al 25% di quella massima e comunque non superiore a 1.000 persone all’aperto e 500 al chiuso. Regola quest'ultima che vale per i palazzetti dello sport che riapriranno però dall'1 luglio.

7 giugno: nuovo cambio d'orario per il coprifuoco

Se confermato il processo di revisione del coprifuoco, dopo il primo allentamento del 19 maggio, dovrebbe arrivarne un secondo alle 24.00 che spingerebbe verso una futura cancellazione della norma a fine giugno.

15 giugno: si possono organizzare le feste di matrimonio e i congressi

Data da segnare in calendario per tutti gli sposi che dopo mesi di rinvii e incertezze possono coronare il desiderio di festeggiare il proprio matrimonio con un ricevimento. Prospettiva che rappresenterebbe un ritorno alla vita per le attività di catering e banqueting ferme da molti mesi e che non fosse stato confermato l'anticipo della data avrebbero dovuto attendere il primo agosto per tornare a lavorare.

«Finalmente una buona notizia – ha dichiarato il presidente di Anbc, Paolo Capurro dopo l’incontro con il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa - Dopo più di un anno di restrizioni una luce in fondo al tunnel. Confidiamo in una riconferma da parte della Cabina di Regia. Si tratta certamente di un segnale importante da parte delle Istituzioni che, alla luce delle riaperture di quest’ultimo periodo, hanno deciso di allentare la stretta anche sul nostro martoriato comparto».

L'idea è quella di aprire ai ricevimenti solo agli ospiti in possesso di green pass, quindi: vaccinati, guariti dal Covid oppure in possesso di un test negativo effettuato non oltre 48 ore prima dell’evento. Sul tema si è espresso lo stesso Costa: «Per i tamponi richiesti dal green pass va presa in considerazione l’ipotesi della gratuità, per non creare disuguaglianze tra i cittadini». Stesse misure anche per la ripresa dei congressi.

Aprono anche i cancelli dei parchi divertimento. Dopo il flash mob di Roma con tanto di mascotte al seguito, gli operatori dei parchi di divertimento hanno vinto la battaglia sull’anticipo «perché la stagione è già compromessa e dopo i danni economici che abbiamo subito e i posti di lavoro che sono stati persi dobbiamo recuperare e consentire prima possibile l’ingresso delle persone nelle nostre strutture».

1 luglio: alle terme liberamente; riprendono fiere, congressi e convegni

Agli stabilimenti termali si potrò finalmente tornare per rilassarsi e godersi gli effetti benefici di spa e trattamenti. Decade, infatti, il divieto di ingresso alle terme per chiunque non abbia una necessità medica, curativa. Allentamento che potrebbe portare, allo stesso modo, anche alla riapertura delle piscine al chiuso.

E sempre per la gioia di catering e banqueting, riprendono anche le attività convegnistiche fieristiche che, sebbene in estate siano meno frequenti, gettano le basi per il picco che ci si attende da settembre in poi.

31 agosto: scade il decreto in atto. E le discoteche?

Scade il decreto introdotto il 26 aprile. Resta però sul tavolo la questione discoteche. A Gallipoli e a Milano, la Silb (l’associazione che raggruppa i titolari di locali da ballo) è pronta a organizzare degli eventi-test sulla scorta di quanto già avvenuto ad Amsterdam, Liverpool e Barcellona.

Mascherine: sì o no?

Ma l’ulteriore fase di aperture sarà con o senza mascherina? Il tema, viste le scene di Londra e New York, dove gli avventori di pub, ristoranti e locali pubblici hanno cominciato a incontrarsi e riabbracciarsi grazie all’avanzamento della campagna vaccinale, si fa sentire anche in Italia. Nei giorni scorsi, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri aveva posto il raggiungimento dei 30 milioni di vaccinati come cifra simbolo per tornare a circolare all'aperto senza mascherina. Attualmente, siamo a 27,4 milioni di dosi somministrate e 8,6 milioni di persone immunizzate.

Sul tema si è espresso anche Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, a Sky Tg24: «Due persone vaccinate che hanno avuto la copertura possono non indossare la mascherina. Tutti gli altri sì. Anche se una persona non vaccinata è in presenza di persone vaccinate, è bene che il vaccinato la porti». Insomma, «bisogna stare attenti, ma è chiaro che bisogna essere razionali. In uno spazio aperto da soli, se si fa jogging o una passeggiata in campagna, non ha senso portare la mascherina. Nel momento in cui ci si affolla, invece sì. Abbiamo visto le immagini delle cerimonie nel Gange in cui erano attaccati uno all’altro. Non è il caso delle nostre spiagge», ha concluso Ricciardi.

Il bollettino del 18 maggio

Sono 4.452 i positivi al Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute comunicati nel bollettino del 18 maggio contro i 3.455 di ieri. Sono invece 201 le vittime in un giorno. Per quanto riguarda i test effettuati si è raggiunto soglia 262.864, con un tasso di positività all'1,7%.


© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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