E se Amazon ed Esselunga decidessero di allearsi? La domanda ha cominciato a farsi strada nella community finanziaria milanese in cui il tam tam su una possibile partnership fra il colosso digitale (ma con sempre maggiori mire retail) di Jeff Bezos e l’insegna tricolore guidata dalla famiglia Caprotti tratteggia quella che sarebbe l’operazione dell’anno nel mercato della grande distribuzione.
Amazon-Esselunga, alleanza possibile? Sulla carta, sì
eCommerce e retail, i due asset delle aziende
Come riporta
Il Sole 24 Ore,
la sinergia fra le due realtà è possibile. Alla base, le distinte capacità delle due aziende. Da un lato, Amazon è da tempo il primo player del commercio digitale globale e dal 2017, c
on l’acquisizione della catena di supermercati Whole Food, è presente anche nel settore dei generi alimentari (in cui ha debuttato anche il format Amazon Fresh negli Usa). Dall’altro lato,
Esselunga è fra i leader della Gdo nel nostro Paese con una presenza che ormai si spinge da Milano a Roma, dove ha trovato casa anche il format urbano LaEsse, e punta al jackpot dell’eGrocery (ossia il commercio digitale con consegna a casa di generi alimentari). Sulla carta, quindi, l’unione farebbe bene a entrambe le aziende.
La famiglia Caprotti non cede: nel 2020, 8,4 miliardi di fatturato
Una prospettiva che
Esselunga ha smentito con fermezza, confermando come la famiglia Caprotti, dopo aver sistemato il lascito ereditario del patron Bernardo (scomparso nel 2016), voglia rimanere saldamente alla guida dell’azienda. E come dargli torto? Nell’anno della pandemia, il 2020, la Gdo è stato l’unico settore che è riuscito, gioco forza, a crescere nonostante la crisi sanitaria e le chiusure, che hanno risparmiato i supermercati in quanto servizi di prima necessità. Lo scorso anno, il fatturato di Esselunga ha toccato quota 8,4 miliardi di euro, con un miglioramento del margine operativo lordo passato dai 716 milioni del 2019 ai 218 del 2020. Il tutto a fronte di debiti per 1,8 miliardi di euro (sostanzialmente dovuti all’acquisizione di Supermarkets Italiani, ossia l’azienda dei figli Giuseppe e Violetta Caprotti che hanno ceduto le quote del 30% a Giuliana Albara e Marina Caprotti).