La ristorazione e il Made in Italy a Tavola diventano finalmente una questione nazionale di cui si occuperà il Governo. A segnare una svolta radicale è stato il ministro Sandro Bondi, che con un'azione per molti versi rivoluzionaria ha di fatto elevato la Cucina italiana al rango di Bene culturale, nominando il cuoco Matteo Scibilia (nella foto) consigliere per la tutela dell'identità della Cucina e della ristorazione italiana, in un contesto di promozione di tutte le eccellenze culturali del Paese. In relazione all'editoriale pubblicato sull'ultimo numero di "Italia a Tavola" e sul portale in data 03/02/2009, riportiamo tutti i commenti pervenuti alla nostra redazione.
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Complimenti al ministro Bondi
Buongiorno Direttore,
Mi chiamo Clemente Quaglia e sono un oste di Roma, volevo ringraziarla per aver diffuso questa e-mail in quanto mi trova pienamente d'accordo su questa iniziativa del ministro Bondi. Visto ormai quello che sta succedendo alla ristorazione romana (travolta dai piatti precotti che vengono serviti a ignari stranieri facendoli passare per...), una vergogna!!! Spero anche che questa iniziativa porti a un risultato per chi non ha perso mai di vista la qualità, in particolare i professionisti di questo settore.
Grazie per l'attenzione e buon lavoro.
Cordialmente
Clemente Quaglia
Ristorante Clemente alla Maddalena
Caro Francesco,
lei ha molte ragioni e soprattutto indica con chiarezza come le prospettive del futuro non possono che dipendere da una tutela e valorizzazione di materie prime di qualità (spesso sacrificate in nome della cucina creativa che punta all'effimero annullando il valore di un prodotto base di eccellenza). Le sue proposte sono quelle che "Italia a Tavola" sostiene da tempo e che, forse, ora possono trovare un minimo di ascolto in più presso il Governo con la coraggiosa scelta del ministro Bondi. Speriamo...a.l.
Bravo Bondi, ma serve molta chiarezza nella ristorazione
Salve caro Direttore,
la mia opinione è che mi fa un gran piacere che il ministro Bondi abbia scelto uno chef.
Al tempo stesso se mi soffermo sull'economia della ristorazione d'eccelenza, o dei prodotti di alta qualità usati per creare una pietanza con materie prime d'eccelenza, per poi offrirla al commensale, ho dei dubbi. Il costo della preparazione della pietanza, del gusto armonioso dei suoi profumi è alta e se l'alta ristorazione non sente la crisi, come si spiega? Il Ministro dovrebbe esporre al Parlamento che se la grande ristorazione potrebbe essere tutelata dall'Unesco, al contempo (e lo ha ricordato oggi il Tg2 costume e società) nel mondo ci conoscono ancora come Paese di pizza e spaghetti. Come pure noi Calabresi siano ricoosciuti per il piccante "peperoncino", alimento che deriva dalle Americhe. Come dire che se ci fosse veramente una conoscenza strutturale di una pietanza, tutta l'ecomomia culturale della ristorazione d'alta qualità entrerebbe in crisi.
Vincenzo Pingitore
Caro Vincenzo,
nelle sue parole si leggono le molte contraddizioni che attraversano la Cucina e la Ristorazione italiane, ma forse è proprio per questo è decisamente utile la scelta del ministro Sandro Bondi di occuparsi di questo settore sotto una valenza di tipo culturale.
a.l.
Finalmente qualcuno ascolta la voce dei ristoratori
Grazie al ministro Bondi, che finalmente dopo decenni di sollecitazioni siamo riusciti a far sì che qualcuno ascoltasse la voce dei nostri ristoranti, e dei loro chef. Il nostro mangiare mediterraneo, i nostri prodotti sono conosciuti nel mondo, ma mai nessuno ha pensato di aiutare questa categoria così importante. Sono ristoratrice da generazioni e spero vivamente che qualcuno ci dia una mano. Quello che chiediamo sono anche più controlli sugli abusivi, club che sono ristoranti Arci, etc., e agriturismi falsi.
Luisa Vannucchi
Cara Luisa,
Ben felice della sua sodfdisfazione (che ovviamente condivido), credo sia giusto non farci grandissime illusioni. La decisione di Bondi ha un grande valore simbolico e di immagine per il settore. Perché ci siano migliorameti sostanziali a livello di quei controlli che, come lei indica, da tempo denunciamo, servono però i provedimenti di altri ministri che al momento sembrano restare troppo in silenzio.
a.l.
Sono d'accordo, ma oltre ai cuochi c'è anche l'Accademia italiana della Cucina
In linea di rincipio sono d'accordo, perchè più si fa a difesa della cultura insita nella tradizione della cucina italiana, meglio è, ma mi stupisce che il ministro non abbia pensato all'Accademia Italiana della Cucina, cioè ad una Istituzione che persegue esattamente questi scopi da oltre 50 anni. Oltre tutto questa Accademia, in quanto Istituzione Culturale della Repubblica, è parte integrante del Ministero dei Beni Culturali, svolge la sua azione sia in Italia che all'Estero, senza fini di lucro, ed annovera tra i suoi membri personalità di spicco del panorama culturale italiano. La scelta di un cuoco è certamente appropriata per la difesa della ristorazione, ma questo non è l'unico canale attraverso il quale la cultura della cucina italiana si mantiene e si propaga. Inoltre, come appare dall'intervento dello scorso anno di Scibilia su Italia a tavola, e da alcuni commenti su questo sito, gli interessi corporativi non sono estranei alla soddisfazione con cui è stata accolta questa notizia.
Federico Maisano
delegato Accademia italiana della Cucina di Lodi
Caro Faisano,
credo che la scelta del Ministro nulla abbia a che vedere con il ruolo e le funzioni dell'Accademia che resta il luogo deputato per la elaborazione culturale e la salvaguardia delle nostre tradizioni. Proprio l'alto livello e le qualifiche dei suoi componenti ne hanno fatto un luogo di eccellenza che forse, mi sia consentito, persegue i suoi obiettivi senza porsi l'obiettivo di una rappresentanza di chi concretamente tutti i giorni lavora in Cucina e fa concretamente di un alimento un valore culturale, magari grazie anche ai suggerimenti dell'Accademia. Personalmente credo stia in questo la novità della decisione del Ministro che con un segno forte ha dato dignità più alta a quei valori per cui l'Accademia si batte da sempre. Matteo Scibilia, per quanto capace, non potrà fra l'altro che avviare dei progetti di valorizzazione delle eccellenze del settore (perchè questo è il suo compito, alla fine) tenendo conto dei pareri delle molte componenti che costituiscono il mondo della Cucina: dall'Accademia alle associazioni di ristoranti, dai sindacati ai critici enogastronomici. In questo momento c'è bisogno di tessere una tela e chi più filo ha da fornire lo deve fare nell'interesse di tutti.
a.l.
Caro Direttore,
la ringrazio per la cortese risposta, che ho apprezzato.
Cordiali saluti e tanti auguri per la sua attività, che inizierò a seguire più da vicino.
Federico Maisano
Nella ristorazione ci sono troppi prodotti industriali, la buona Cucina ne soffre
Sono uno chef siciliano nel settore praticamente da sempre, l'iniziativa del ministro Bondi mi sembra buona, ma molto si deve fare a cominciare dal dire che in Italia cucina e pasticceria sono invase dai prodotti industriali. Questa è una vergona nazionale: allora si potrebbe cominciare col dire che non c'è alta qualità in presenza di semi lavorati e di altre porcherie in genere. Stabiliti i criteri per una buona cucina pensiamo al mercato nulla: è stato speso in termini economici e di risorse varie per lo sviluppo del turismo. Il governo a questo deve pensare se vuole veramente aiutare il settore.
Francesco Pinello
Caro Francesco,
lei ha molte ragioni e soprattutto indica con chiarezza come le prospettive del futuro non possono che dipendere da una tutela e valorizzazione di materie prime di qualità (spesso sacrificate in nome della cucina creativa che punta all'effimero annullando il valore di un prodotto base di eccellenza). Le sue proposte sono quelle che "Italia a Tavola" sostiene da tempo e che, forse, ora possono trovare un minimo di ascolto in più presso il Governo con la coraggiosa scelta del ministro Bondi. Speriamo... a.l
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