Eiroppa a due velocità. La Spagna riapre i ristoranti per decisione di un Tribunale, mentre la Germania allunga il lockdown. Nei Paesi Baschi, il Tribunale superiore della giustizia della regione autonoma ha autorizzato la riapertura di bar e ristoranti anche nei comuni considerati ad alto rischio, e marcati come zona rossa, contrastando la linea dura del governo locale. Una sentenza destinata a creare un precedente importante per il mondo dei ristoranti,mentre nei lander tedeschi, invece, d'intesa con il Governo Merkel, si proseguirà il lockdown fino al 7 marzo. I
Una via di San Sebastian, nei Paesi Baschi
Gli effetti della sentenzaBar e ristoranti potranno quindi riaprire con effetto
immediato dal momento che non c’è alcuna
evidenza che i locali siano responsabili del
contagio. I locali di somministrazione, si legge nella sentenza, non costituiscono un elemento di «pericolo grave e certo per la
salute pubblica, a patto di rispettare tutte le misure di contenimento e prevenzione del contagio». Per questo la Corte ha accolto le richieste delle associazioni di categoria che, dopo le chiusure forzate, versano in un profondo stato di crisi economica.
Solo il 22 gennaio scorso, il governo basco aveva rinnovato le misure
anti-contagio che estendevano la chiusura di bar e ristoranti già in vigore prima di Natale nei comuni interessati da 500 o più casi ogni 100mila abitanti (84 al momento i comuni baschi che si trovano in questa situazione).
Decisione sovvertita dalla sentenza del Tribunale che, da un lato, dà speranza agli operatori del settore ma, dall’altro, rischia di creare ulteriore confusione nella gestione della pandemia.
Le motivazioni di carattere sanitarioSecondo la sentenza, bar e ristoranti potranno riaprire al 50% della loro
capienza interna, favorendo l’utilizzo di terrazze e dehor per mantenere il
distanziamento interpersonale di almeno un metro. Vietato il consumo al banco, si possono accogliere fino a un massimo di 4 persone per tavolo.
Mascherina obbligatoria e chiusura alle 20 gli altri limiti.
Nel
motivare la sentenza, il tribunale ha sottolineato che l’aumento dei contagi registrato dal 27 dicembre in poi non può essere addebitato alla frequentazione del canale
Horeca. Un rilievo che non fa felice Madrid che ora avrà cinque giorni per impugnare la sentenza mentre venerdì 12 è attesa la riunione del comitato Covid, che in base ai dati aggiornati potrà stabilire nuove eventuali misure restrittive.
La Germani invece prosegue il lockdown e tiene chiusi i ristoranti
La Germania ha invece deciso che estenderà fino al 7 marzo il lockdown imposto a livello nazionale il 16 dicembre per contenere la diffusione del coronavirus. La scelta è stata d'intesa fra il Governo e i governatori dei 16 Länder federali. Quasi tutte le restrizioni in vigore saranno estese: i bar, i ristoranti e i negozi non essenziali rimarranno chiusi, ma i barbieri e i parrucchieri potranno riaprire dal primo marzo. Merkel ha anche dichiarato che la decisione sulla ripresa delle attività di asili e scuole spetterà ai Länder.
I numeri dei contagi sono diminuiti «costantemente» perché le «misure imposte» sono state efficaci, ha detto la cancelliera, spiegando che c’è comunque preoccupazione per le nuove varianti del virus. Merkel vuole portare l’incidenza a 35 casi per 100 mila abitanti su sette giorni, prima di tornare alla normalità. La cancelliera e i governatori dei Länder si incontreranno nuovamente il 3 marzo per valutare la situazione.
Una battaglia italianaQuanto avvenuto in Spagna avrebbe potuto forse "aiutare" il processo di riapertura degli esercizi pubblici in
Italia. Dall'
incontro con il ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli del 18 gennaio al successivo
tavolo di lavoro del 21 gennaio con i membri del
Comitato tecnico scientifico (Cts),
Fipe e
Fiepet hanno sempre messo sul tavolo la necessità di riaprire in sicurezza. Decisione che, però,
tarda a concretizzarsi. La decisione della Germania potrebbe però rimettere in discussione un po'di cose.
Secondo quanto proposto dalle due associazioni datoriali, a riaprire in zona gialla per
cena e in zona arancio per
pranzo potrebbero essere quei locali con una superficie sufficiente a operare in sicurezza. Non tutti e non subito, quindi. Ma l'idea è che le imprese che ne hanno le possibilità (e hanno già speso molto per adeguarsi alle varie linee guida) possano tornare operativi. Il tutto a fronte di protocolli anche più stringenti degli attuali se servisse.
Infine, proprio il tema
sanitario emerso nelle motivazioni della sentenza spagnola potrebbe spingere le richieste italiane.
Secondo uno studio dal titolo Sars-CoV-2 transmission in the Lombardy Region: the increase of household contagion and its implication for containment measures, pubblicato da un pool di studiosi della
Lombardia composto da Carlo Signorelli, Anna Odone, Giuseppe Stirparo, Danilo Cereda, Maria Gramegna, Marco Trivelli e Gianni Rezza, dimostra il ruolo preponderante dei contagi
domestici a fronte di una
marginalità di quelli registrati nei pubblici esercizi.