In ginocchio e dimenticato: è il settore del turismo in Italia. Il Governo non sta facendo nulla per sostenere gli addetti ai lavori stremati, tra ristori irrisori, poche facilitazioni e decisioni che voltano le spalle all'importanza di un settore che ha un peso importante per il Pil italiano (13,2% secondo dati Enit).
Vietati i corridoi covid free gli italiani si sono arrangiati con il faidate
Eppure, le richieste d’aiuto e le idee non mancano, come ad esempio la possibilità, negata, di aprire corridoi turistici Covid free, che, di fatto, ha causato una paradossale situazione: gli italiani per raggiungere mete, come le Maldive, si sono arrangiati con il classico fai da te.
Nessun controllo è stato fatto negli aeroporti
A denunciarlo,
Astoi Confindustria Viaggi, l’Associazione che rappresenta oltre il 90% del mercato del tour operating in Italia, che ha scritto una
lettera ai ministeri dell’Interno, degli esteri e del Turismo:
“È stata portata all’attenzione dei tre
Ministeri una situazione, giudicata dall’associazione, incoerente e profondamente iniqua nei confronti di tutti i
tour operator e delle
agenzie di
viaggio presenti sul territorio nazionale. Gli operatori del comparto si sono astenuti, oramai da molti mesi, dal programmare/vendere mete estere
extra Ue. Come previsto dai vari dpcm e dai diversi provvedimenti restrittivi emanati dal Governo e lo hanno fatto con ancor più rigore nel mese di dicembre, periodo interessato da severe limitazioni negli spostamenti tra Comuni e Regioni.
Ciò nonostante, gli associati hanno avuto prove evidenti dagli
albergatori partner presenti alle
Maldive nonché dalle statistiche dell’aeroporto intercontinentale di Male - che traccia tutti gli
arrivi internazionali - che molti italiani abbiano trascorso le vacanze del periodo natalizio in questo paese, nonostante tali spostamenti fossero vietati.
Tale fenomeno si è altresì verificato in mete come
Zanzibar e
Dubai. Per le sole Maldive risulta che oltre mille turisti italiani abbiano trascorso il
Capodanno nell’arcipelago. Di questi connazionali nessuno è partito con i tour operator, che hanno scrupolosamente rispettato le direttive governative.
Gli italiani in questione sono partiti col più classico metodo del “fai da te”, acquistando un biglietto aereo per proprio conto e analogamente un soggiorno alberghiero in uno dei tanti
resort delle Maldive.
Nessun
controllo è stato fatto negli
aeroporti; riprova ne sono stati i test effettuati da alcuni collaboratori dell’associazione, che si sono recati legittimamente alle Maldive per lavoro e non sono stati sottoposti ad alcun controllo nei vari aeroporti per la verifica della motivazione legata al viaggio in questione.
Una seconda casistica è quella dei turisti che dichiarano di recarsi in una
meta europea, ad esempio Parigi, Francoforte o Amsterdam e da lì proseguono potenzialmente per qualsiasi destinazione in tutto il mondo. Anche di questo l’associazione ha acquisito evidenza probatoria.
Quello che sconcerta è che dopo vari incontri fra
Astoi e il ministero degli Esteri, in cui si richiedeva la riapertura in sicurezza di alcune mete sostanzialmente Covid-Free o a basso rischio di
contagio, l’associazione si è sempre vista negare questa opzione, in virtù della contrarietà espressa dal ministero della Salute, che ha ribadito a più riprese l’impossibilità di far viaggiare gli italiani in questo periodo di
pandemia.
In virtù di quanto sopra, Astoi ha chiesto formalmente al Governo:
- l’esistenza, o in sua assenza, la creazione di un protocollo rigoroso e capillare da parte delle autorità di Pubblica Sicurezza in tutti gli aeroporti italiani, onde evitare che un transito europeo aggiri l’ostacolo. Un esempio è quello di Malpensa, dove il transito alla dogana avviene attraverso la lettura automatica del passaporto, senza controllo da parte di personale.
- L’apertura di un tavolo di confronto a livello europeo volto a uniformare i comportamenti fra Paesi dell’Unione Europea. L’obiettivo è di limitare la diffusione del contagio fra i nostri connazionali ed impedire che vengano agevolati scali e vettori stranieri attraverso il traffico italiano.
”Ulteriore danno per tour operator e agenzie«Ciò che immaginiamo possa trovare il più assoluto consenso da parte delle
istituzioni è che le norme emanate debbano valere per tutti e non solo per le organizzazioni che, in modo serio e coscienzioso vi si attengono – commenta il presidente Astoi Confindustria Viaggi,
Pier Ezhaya - Ci chiediamo, infatti a cosa sia servito il sacrificio di migliaia di tour operator e agenzie di Viaggio che si sono astenuti dal vendere
viaggi nel rispetto delle disposizioni emanate se poi, grazie a un semplicissimo metodo “fai da te”, ogni italiano ha potuto recarsi in
vacanza senza alcun problema. Abbiamo quindi chiesto ai Ministeri di fornirci risposte chiare e concrete volte a confutare quel che sembra, purtroppo, inoppugnabile. Anche solo l’adozione tempestiva di misure di controllo o di provvedimenti che possano contrastare tali
comportamenti aiuterebbe a far ritrovare la serenità agli operatori del settore, che stanno tutt’ora sopportando la crisi più feroce della loro storia, senza poter reagire nell’unico modo che conoscono, ovvero tornando a svolgere la propria attività».