Da lunedì 11 gennaio l’Italia torna a colorarsi a seconda dell’indice Rt e ad oggi l’ipotesi è che almeno metà del Belpaese sarà arancione. La situazione resta critica tanto che Walter Ricciardi, consulente dello stesso Speranza, insiste a chiedere «un lockdown minimale di due mesi, parola che terrorizza i politici, ma che viene attuato in Germania e Gran Bretagna», pur sapendo che il governo continua ad escluderlo.
In Italia tornano le zone
Bar e ristoranti chiusi a cena anche in zona giallaNon si andrà probabilmente verso una scelta come quella, ma la linea sarà comunque di
mantenere la stretta e per questo il nuovo
Dpcm, su cui si comincerà a discutere nel fine settimana per farlo entrare in vigore il
16 gennaio, certamente prevederà regole rigide e la proroga di alcuni divieti;
bar e ristoranti delle zone gialle molto probabilmente saranno ancora obbligati a
chiudere alle 18; ancora stop agli spostamenti tra le regioni almeno per tutto il mese di gennaio. Resterà il coprifuoco alle 22, e rimarranno chiuse palestre, cinema e teatri.
Sono gli scienziati a raccomandare provvedimenti severi come sottolineato nella relazione dell’ultimo
bollettino: «Si rammenta la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di
contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e rimanga a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle
mascherine».
Venerdì la decisione sui coloriIl verdetto sulle fasce arriverà nella giornata di venerdì. Alla luce dei nuovi parametri decisi dal Governo con
Rt a 1 si entra in arancione dove gli spostamenti sono liberi dalle 5 alle 22, ma non si può uscire dal Comune di residenza, i
bar e i
ristoranti sono chiusi, i negozi aperti. Con l’Rt a 1,25 si va invece in fascia rossa: spostamenti vietati se non «per comprovate esigenze» e negozi chiusi, anche se la lista delle deroghe è lunghissima e lascia fuori soltanto chi vende abbigliamento, calzature, gioielli. L’ordinanza del ministro della Salute sarà firmata domani per entrare in vigore lunedì.
Cosa succederà regione per regione?Emilia-Romagna e Lazio«Viaggiamo con un Rt medio di 1.05 e siamo ipoteticamente in fascia arancione», spiega l’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini. Il suo collega del Lazio
Alessio D’Amato parla di «peggioramento della
curva per cui occorre massimo rigore e cautela». Rt sotto l’1 ma di pochissimo e per questo potrebbe arrivare domani il passaggio in arancione. Lo stesso rischio che accomuna altre regioni.
Lombardia e VenetoSecondo il monitoraggio della scorsa settimana la
Lombardia aveva Rt pari a 1 e non sembra che la situazione sia migliorata. Peggio stava il Veneto con Rt a 1,07 che faceva prevedere un passaggio in arancione o addirittura in rosso di fronte a un peggioramento. Gli
specialisti dell’Istituto superiore di sanità avevano evidenziato come «tre regioni (Veneto, Liguria, Calabria) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, altre 3 (Basilicata, Lombardia e Puglia) lo superano nel valore medio, e altre tre lo sfiorano (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche)».
Liguria e PugliaÈ stato il governatore della Liguria
Giovanni Toti a comunicare che l’indice nella sua regione «è a 0,95 quindi in discesa, sicuramente non saremo zona rossa ma potremmo essere zona arancione solo per gli ulteriori parametri restrittivi». Una situazione simile a quella della Puglia.
Toscana e Friuli-Venezia Giulia Appare invece migliorata la situazione di Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Campania, quasi certamente in
fascia gialla così come il Molise.