Chiuso un impianto, se ne apre un altro. È parafrasando il famoso detto “chiusa una porta, si spalanca un portone” che possiamo descrivere la situazione montagna in piena epidemia. E, se gli impianti di risalita sono chiusi, questo non ferma la voglia degli italiani che ora stanno puntando a sci di fondo, scialpinismo e ciaspole.
L'invito è di scegliere gli anelli e le piste sicuri e accessibili
Ma c’è un ma: «Anche se gli i
mpianti di risalita sono ancora chiusi, la
neve quest'anno di certo non manca e c'è parecchia gente in giro per le montagne con le ciaspole oppure con le pelli di foca. Serve perciò particolare
attenzione» sottolinea
Adam Holzknecht, presidente dell'Aiut Alpin Dolomites - Purtroppo c'è gente che sale anche a 3mila metri senza considerare bene i
rischi».
«La preoccupazione per l'inverno è grossa, la chiusura degli impianti può riversare molte persone sulla pratica dello sci alpinismo o sulle ciaspole e può essere che l'incidenza dei
soccorsi aumenti – gli fa eco il neo-presidente del Soccorso alpino del Trentino,
Walter Cainelli – Il rischio è rappresentato non tanto da chi pratica sci alpinismo e che è abituato a frequentare la montagna e a muoversi in un certo ambiente, quanto da chi adopera le ciaspole che non richiedono nessuna particolare abilità e sono accessibili a tutti».
Per vivere dunque la montagna in
sicurezza, a maggior ragione quest’anno, l’invito è di scegliere gli
anelli e le
piste, sicuri e accessibili, in questo inizio stagione. Mentre sci alpinismo e ciaspolate nei boschi sono vivamente
sconsigliati e, anzi, in alcune aree del Veneto sono
vietati.
Dall’Alto Adige al Vento, ecco dove praticare sci di fondo in tuta sicurezza, intesta anche nel senso del
coronavirus.
Fondo a Falcade sulle Dolomiti BellunesiIl primo ad aprire in epoca Covid nel circuito
Supernordic Skipass (che raggruppa i maggiori comprensori di Veneto e Trentino), il centro fondo Pietro Scola di Falcade, sulle Dolomiti bellunesi, è ricoperto da oltre un metro di neve. Qui la scuola sci
Valbiois ha battuto 3,5 km sui 10 km del circuito. «Gli ampi spazi della
Piana di
Falcade e il naturale distanziamento tra i fondisti assicurano che non ci sarà contatto tra le persone - dice al Sole 24 Ore il presidente
Matteo Cagnati - Le
entrate al centro fondo sono comunque scaglionate nel corso della giornata. Il servizio di noleggio dell'attrezzatura rispetta le norme di sicurezza con sanificazione di sci e scarpe, e sarà posto all'esterno, sotto ad una tettoia per garantire l'areazione degli spazi. L'accesso alla biglietteria è contingentato a poche persone per permettere un afflusso sicuro».
Sport in sicurezza tra Lessinia e AsiagoDistanziamento naturale e sci di fondo in sicurezza anche nel in
Alta Lessinia, con 40 km di poste in località Malga San Giorgio e Bocca di Selva. Pronti a partire anche sull'Altopiano dei Sette Comuni nell'area di
Asiago: sei i centri organizzati, con piste omologate Fisi, che arrivano a coprire 500 km di tracciati, in percorsi che si snodano tra pascoli e boschi. Sci di fondo da praticare in notturna anche sulle piste illuminate del
Centro Fondo Monte Corno, in comune di Lusiana (Vi).
Sempre in Veneto, non poteva mancate
Cortina d'Ampezzo (Bl) dove sono aperte la scuola e le piste al
Nordic Center di
Fiames: circa 70 km di piste, attualmente in parte agibili, che attraversano il Parco Naturale Dolomiti d'Ampezzo. Il Fiames è anche il punto di partenza del percorso Cortina-Dobbiaco e 2 km nel Parco Naturale Dolomiti d'Ampezzo sono dotati di illuminazione notturna.
In Alto Adige fondo per tutti i livelliL’
Alto Adige è un paradiso per tutti fondisti, anche per i meno esperti. E se a
Rio Pusteria ci sono tracciati per gli sci da fondo per tutti i livelli di preparazione, l'
Alpe di Rodengo-Luson è un paradiso naturale con tracciati a quasi duemila metri. Anche al
Valles c'è la pista battuta per stile classico e skating, mentre sull'altopiano di
Terento troviamo 7 km di piste. In
Valle Aurina i circuiti sono pronti. A
Riva di
Tures sono mantenute 4 piste differenti da 3 a 15 km con diversi livelli di difficoltà. La pista da fondo
Selva dei Molini-Lappago è lunga 16 km. La pista del sole al fondovalle da
Casere e
Santo Spirito completa i centri del fondo delle
Valli di
Tures e
Aurina.
In Piemonte apre il Centro Fondo RialeDa domenica 13 dicembre riapre anche il
Centro Fondo Riale, in
Alta Val Formazza (Vb). Una ripartenza, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento imposte dalle normative anti Covid, che si preannuncia favolosa: le ingenti
nevicate degli ultimi giorni sono andate a “rinforzare” la neve recuperata dalla stagione scorsa grazie alla tecnica dello snowfarming e quella sparata dai cannoni, vestendo di un bianco scintillante gli oltre 12 km di pista.
In questa prima settimana il Centro Fondo sarà aperto da domenica 13 a giovedì 17 dicembre, dalle ore 9 alle 16.30. Chiuderà venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 per ospitare l’attesissima tappa
dell’Opa Cup, la
Coppa Europea di
Sci di
Fondo che vedrà la partecipazione di oltre 250 atleti da tutto il Continente, per poi riaprire normalmente al pubblico la settimana successiva.
Valle d’Aosta: al via solo per i residentiLa stagione del fondo prende il via anche in
Valle d’Aosta, ma al momento solo per i
residenti. A cominciare
Cogne,
Champorcher,
Gressoney,
Torgnon e
Fontainemore (Coumarial).
In
Val Ferret ci si può cimentare su oltre 20 chilometri di piste che si snodano ai piedi delle Grandes Jorasses. Gli itinerari partono dal villaggio di Planpincieux, snodandosi lungo l'intera Val Ferret e arrivando fino alla località di Lavachey.
Boom per lo sci alpinismo: attenzione per i non espertiCon gli impianti di risalita chiusi «è partita la grande voglia di salire in montagna con le
pelli di
foca, quindi sci
alpinismo, ciaspole,
racchette da neve, ma anche a
piedi» spiega
Giorgio Gajer, presidente Cnsas del Cai altoatesino.
Il Trentino Alto-Adige offre diverse opportunità per praticare scialpinismo: l’Altopiano dei
Sette Comuni con i suoi dolci pendii e stretti canali, Cima Larici, Cima Manderiolo e Monte Fior. Un valido aiuto lo offrono le e
strade militari che segnano itinerari suggestivi.
L’invito però rimane lo stesso: muoversi sul
fuoripista richiede preparazione tecnica e fisica, perciò il
soccorso alpino e gli impiantisti lanciano un appello alla
prudenza.