Al forum Wine2Wine, a Verona, è stata presentata l’indagine di Nomisma Wine Monitor dal titolo “Il wine business nell’era post Covid-19”. Parola d’ordine “innovazione”, perché niente sarà più come prima, soprattutto nel breve periodo e dunque bisogna leggere i mutamenti di mercato e studiare nuove dinamiche di posizionamento.
L’indagine ha coinvolto 164 aziende che rappresentano 4 miliardi di euro di fatturato, di cui 2.5 miliardi relativi all’export. L’anno 2020 che si avvia a conclusione, per tutti, è stato quello che ha segnato cambiamenti importanti di percezione di sé in relazione al mercato. Molte certezze, radicatesi nel corso di decenni, sono state cancellate nell’arco di pochi mesi, da marzo ad oggi. Lo shock iniziale è normale, ma la reazione deve essere altrettanto potente. La ricerca Nomisma conferma che la presenza sui social resta importante, ma oggi lo è ancor di più attivare strumenti crossmediali, intensificare il rapporto diretto, prestare maggiori servizi all’utente e profilare i nuovi consumatori.
La congiuntura sta accelerando cambiamenti che in realtà erano già latenti
Iniziata la rivoluzione nel business del vino«Abbiamo voluto indagare – ha detto il direttore generale di
Veronafiere Giovanni Mantovani, società curatrice di
Wine2Wine – lo stato dell’arte attraverso la voce delle aziende. L’obiettivo, oltre a fissare il reale impatto economico della
pandemia, è quello di condividere gli
scenari evolutivi determinati dalla
crisi. Ne è emerso un settore in sofferenza sui mercati, ma allo stesso tempo fortemente impegnato a innovare. La congiuntura sta accelerando cambiamenti che in realtà erano già latenti. Il risultato è un’autentica rivoluzione del modo di fare
business del
vino, a partire dalla
comunicazione, dal
marketing e dalle nove direttrici commerciali».
Esploso il fenomeno del wine club e le degustazioni in remotoSecondo gli analisti di settore non è solo l’
e-commerce l’elemento trainante della nuova fase. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’esplosione del fenomeno
wine club, data in crescita entro il 31 dicembre fino al 60% su base annua. Altro volano potrebbero diventare le
degustazioni svolte in
remoto, a distanza, con il supporto di diverse piattaforme che consentono di salvaguardare il bene primario più grande per le aziende del vino e dell’enoturismo: il rapporto con la clientela a salvaguardia del proprio set valoriale e del percepito dei rispettivi
brand.
Secondo l’indagine Nomisma Wine Monitor queste
degustazioni via
web e/o
APP dedicate passeranno dal 16% all’84% aprendo nuove interessanti possibilità per cantine e attività legate al mondo del vino.
E-commerce: presenza online va verso l’87%Scontato il dato sul fronte
e-commerce, precedentemente da alcuni un po’ snobbato in Italia: praticamente tutti gli imprenditori del
vitivinicolo sono oggi pronti a mettersi online con una crescita stimata che farà passare il settore dal 55% all’87% in quanto a
presenza.
Si passerà dal 55% all’87% in quanto a presenza online del settore
Verso un nuovo storytelling sui socialLa vera svolta, sottolinea l’indagine sul wine business post-Covid, sta però anche nelle nuove consapevolezze che si dovranno acquisire per combattere la crisi congiunturale. E queste passano per le
vendite multicanale (74,1%), nella maggior diversificazione
dell’export (74,1%), nella
brand awarness, nella maggior condivisione di importatori e distributori, nell’accelerazione delle strategie e di
engagment sui
social.
Appare dunque evidente che perlomeno nel breve periodo la presenza alla
fiere o
l’advertisting tradizionale non basteranno più. Serve investire su competenze e piani strategici tra
storytelling digitale, canali online ed
enoturismo. Risulterà rilevante anche un posizionamento mirato in grande distribuzione organizzata.
Previsto un calo del numero dei localiPer Nomisma Wine Monitor nell’arco dei prossimi 24 mesi tutto cambierà e nulla tornerà come prima, ne sono ben consapevoli tutti gli operatori del settore intervistati dai ricercatori. Per il resto gli addetti ai lavori prevedono
riduzioni, in
Italia e
all’estero, del
numero di
locali e dei consumi fuori casa, a cui contrapporre l’impatto positivo dato dall’incremento delle vendite online e dall’aumento della domanda di
vini autoctoni,
biologici e
sostenibili.
Parola d’ordine: territorialitàTornerà inoltre ad essere un volano una
territorialità ben percepita: lo conferma lo studio sulle
carte dei
vini condotta da Nomisma-Wine Monitor.
Rilevante anche un posizionamento mirato nella Gdo
In questo quadro saranno probabilmente ripensate le regole per i fondi Ocm, per l’internazionalizzazione di prodotto e di mercato fino ad oggi riservati solo a missioni
extra europee. Parallelamente ai dati presentati da Nomisma, cresce il
pressing sul
Ministero delle imprese vitivinicole nazionali per poter avere incentivi a disposizione anche per il mercato europeo, la digitalizzazione e per nuove dotazioni tecnologiche propedeutiche alla creazione e alla gestione di nuovi format “smart” per vendere vino a valore e fare enoturismo azzerando le distanze tra videoconferenze e realtà aumentata.
Attenzione, però, perché alla fine è soprattutto questione di adeguare
linguaggio e
messaggio con meticolosità e know-how: l’improvvisazione, oggi come prima, può solo rappresentare un boomerang.