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Coprifuoco e chiusure anticipate A Roma e Torino movida off limits

Dopo il coprifuoco in Lombardia e Campania, sindaci e Governatori seguono la scia: a Roma si chiudono piazze e vie della movida, mentre Torino chiude alle 21 le vie dello svago. Al Nord si valutano altre restrizioni per Milano ma i gestori dei locali protestano davanti alla Regione per chiedere aiuti.

 
20 ottobre 2020 | 16:01

Coprifuoco e chiusure anticipate A Roma e Torino movida off limits

Dopo il coprifuoco in Lombardia e Campania, sindaci e Governatori seguono la scia: a Roma si chiudono piazze e vie della movida, mentre Torino chiude alle 21 le vie dello svago. Al Nord si valutano altre restrizioni per Milano ma i gestori dei locali protestano davanti alla Regione per chiedere aiuti.

20 ottobre 2020 | 16:01
 

Dopo la Lombardia e la Campania che hanno chiesto al Governo un coprifuoco dalle 23, anche altre Regioni si stanno muovendo per "tutelarsi" attraverso chiusure restrittive e localizzate. Proprio in Campania è stata anche disposta l’istituzione della zona rossa nel comune di Arzano, mentre il coprifuoco scatterà da venerdì 23 ottobre. In Piemonte, dopo l’annuncio del governatore Alberto Cirio dello stop di tutti i locali a mezzanotte e della chiusura dei centri commerciali durante il fine settimana, con la sola eccezione dei negozi con prodotti di prima necessità e le farmacie, si aggiunge ora la stretta sulla movida a Torino, a partire dalle zone considerate più critiche. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, firmerà, infatti, domani l’ordinanza relativa allo stop della movida dalle 21 con la chiusura delle strade a partire da piazza Santa Giulia, via Matteo Pescatore e piazza Montanaro. Non cambia l'orario di chiusura dei locali alle 24 e il divieto di vendita di alcolici dopo le 18.

Coprifuoco in Lombardia e Campania dopo le 23 - Anche in Campania è coprifuoco Ma la Lombardia già si ribella

Coprifuoco in Lombardia e Campania dopo le 23

 

A ROMA ZONE OFF LIMITS NELLE VIE DELLA MOVIDA
A Roma potrebbero scattare chiusure di porzioni di piazze della movida per evitare assembramenti e agevolare con «corridoi naturali» l’afflusso agli esercizi commerciali. È quanto emerso da una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Matteo Piantedosi, a cui hanno partecipato i vertici delle forze dell’ordine della Capitale, la sindaca Virginia Raggi e la polizia locale.

Medesima linea anche in Liguria dove il presidente Giovanni Toti, di concerto con il ministero della Sanità, firmerà un'ordinanza che da lunedì imporrà il divieto totale di assembramento ovunque nell'intero territorio per bloccare la crescita del contagio. 

A SESTU (CAGLIARI) CHIUSRE MIRATE
Chiusi le scuole e gli asili di Sestu, nella Città metropolitana di Cagliari così come i baby parking, le palestre, le biblioteche e le piazze attrezzate con giochi. Non solo. Sino al 29 sono state sospese anche le manifestazioni culturali e sportive e tutti gli eventi pubblici e privati. Il mini lockdown deciso dalla sindaca Paola Secci è legato all'impennata di casi di Coronavirus, passati da 15 a 37 in pochi giorni.

ANNULATI I MERCATINI DI NATALE IN ALTO ADIGE E A TRENTO
Molto a rischio sempre nelle città, ma soprattutto nei centri minori, i mercatini rionali o - tra poche settimane - quelli dedicati alle festività natalizie. È già accaduto a Gorizia, dove quest'anno non si terranno la consueta Fiera di Sant'Andrea (sia il mercatino, sia le giostre) e non verrà allestita la pista per il pattinaggio sul ghiaccio nella centrale piazza della Vittoria. 

Annullati definitivamente i mercatini di Natale anche in Alto Adige, come ha fatto sapere il governatore Arno Kompatscher, che ha annunciato la chiusura dei bar alle 23 e delle sale gioco alle 18. Niente mercatini anche a Trento, ha fatto sapere il primo cittadino Franco Ianeselli.

MINI LOCKDOWN NELLA PENISOLA SORRENTINA; PREOCCUPA ALTAMURA
L'accelerazione dei contagi porta i municipi a compiere gesti drastici, come è successo ad Altamura (Bari), dove sono stati annullati i consigli comunali e le riunioni delle commissioni in presenza. E i lavori proseguiranno solamente online. Altamura al momento è uno dei Comuni pugliesi con più contagi da Covid: 260 persone sono in isolamento domiciliare, 7 ricoverate. Infine mini lockdown nella Penisola Sorrrentina, dove fino al 24 ottobre si effettuerà un controllo serrato per stanare possibili contagiati.

SOTTO OSSERVAZIONE MILANO: IPOTESI DI NUOVA STRETTA
Anche al Nord il quadro si fa sempre più esplosivo, tanto che per qualcuno non è nemmeno sufficiente il coprifuoco alle 23 proposto dal governatore Attilio Fontana a partire da giovedì. Il virologo Fabrizio Pregliasco, per esempio, si è detto preoccupato per Milano: «Per densità di popolazione, interscambi lavorativi e contatti abitativi è un malato più grave». Ecco perché potrebbero presto arrivare restrizioni più drastiche.

RISTORATORI IN PIAZZA DAVANTI ALLA REGIONE: «MENO TASSE»
Un'ulteriore stretta che, manco a dirlo, sarebbe osteggiata dai ristoratori di Milano, stremati, che già martedì 20 ottobre sono scesi in piazza per protestare contro la mancanza di misure che li tutelino dal coprifuoco e da un eventuale lockdown. Appuntamento in piazza città di Lombardia, davanti alla sede della Regione, Alfredo Zini, ristoratore di Milano e presidente del Club imprese storiche di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, ha detto all'Adnkronos: «Non cerchiamo assistenzialismo, ma almeno una riduzione delle tasse, dei tributi locali e del costo del lavoro, che ci permetta di stare in piedi».

I CENTRI COMMERCIALI: «I WEEKEND SONO IL MAGGIORE INTROITO»
Pure il Consiglio nazionale dei centri commerciali si è schierato nettamente contro le chiusure nel weekend per evitare i contagi: «La sicurezza è sempre stata al primo posto nelle nostre strutture, fin dall’inizio del lockdown nel corso del quale abbiamo comunque garantito agli italiani i servizi di prima necessità, applicando da subito protocolli di sicurezza rigorosissimi», ha sottolineato il presidente Roberto Zoia: «Una nuova chiusura dei centri commerciali in Lombardia durante i weekend, che rappresentano il maggior introito, ossia circa il 20-30% del fatturato settimanale, e vedono il maggior livello di occupati, rischierebbe di porre un brusco freno a questo graduale percorso di recupero e mettere definitivamente in ginocchio un numero importante di attività». Per capire il peso economico di questo settore, basta pensare che la sola Lombardia rappresenta almeno il 20% dei circa 140 miliardi di euro di fatturato dell’intero comparto dei centri commerciali, incluso l’indotto, con 783mila posti di lavoro.

SOS CAMPANIA: DE LUCA HA CHIESTO 600 MEDICI E 800 INFERMIERI
Intanto la situazione in Campania si fa sempre più difficile. Dopo la richiesta del governatore Vincenzo De Luca del coprifuoco - da venerdì prossimo - sempre dalle 23 alle 5, sarà disposta l'istituzione della zona rossa nel Comune di Arzano. È quanto si apprende da una nota dell'Unità di Crisi regionale per l'emergenza Covid in Campania che anticipa i contenuti delle prossime ordinanze allo studio della Regione.  «Volevamo partire dall'ultimo weekend di ottobre ma partiamo ora. Alle 23 da venerdì si chiude tutto anche in Campania come si è stato chiesto di fare anche in Lombardia», ha osservato De Luca, che però da lunedì riapre le scuole elementari.

Lo "sceriffo" ha detto di aver «chiesto alla Protezione civile 600 medici e 800 infermieri». Ottenendo però rassicurazioni non ritenute sufficienti: «A oggi ci hanno detto che invieranno 50 medici e 100 infermieri. Quindi siamo clamorosamente al di sotto delle esigenze minime poste dalla Regione Campania». La pressione sugli ospedali sta aumentando e De Luca si è limitato a dire: «Faremo miracoli per reperire da altri reparti gli anestesisti che saranno necessari». Il Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha confermato al governatore l'invio immediato di 100 militari a supporto dei controlli sul territorio e per il rispetto delle ordinanze anti-Covid.Ma basterà?

L'ORDINE DEI MEDICI DI NAPOLI: «LA CITTÀ È MALATA»
Che la situazione a Napoli e dintorni sia critica lo si capisce anche dalle parole di Bruno Zuccarelli, vice presidente dell'Ordine dei medici di Napoli: «Non dimentichiamo che questa è una guerra e anche se al momento ci sembra che le cose vadano ancora benino, far finta che non lo sia ci porterebbe al disastro. Non rendiamo vana la sofferenza dei mesi scorsi, altrimenti molto presto saremo costretti a vedere sfilare carri militari impegnati a trasportare altrove le bare dei nostri cari. Il Covid non lascia seconde occasioni, i nostri medici lo sanno bene. La Campania è malata. Napoli è malata».

UNA SITUAZIONE «PIÙ GRAVE DI QUANTO POSSA APPARIRE»
Questo scenario era preventivabile? Dopo che la prima ondata di marzo aveva quasi del tutto risparmiato il Meridione, ora la situazione è ben diversa e i focolai sono diffusi ovunque. Per Zuccarelli non c'è da sorprendersi: «Era presumibile che alla fine il Covid riuscisse a fare breccia e insinuarsi nelle nostre case più di quanto non avesse fatto a ridosso del lockdown. I cittadini napoletani, e più in generale campani, hanno dimostrato nel corso della prima ondata di avere un grande rispetto per le regole. Regole calate dall'alto con dolore, ma necessarie. Ora però è tempo che queste stesse regole arrivino da noi, serve che tra le istituzioni e i cittadini si stringa un'alleanza forte. Non possiamo permetterci indugi. Rappresentarla come una contesa tra politica e cittadinanza ci renderebbe più deboli, in ballo c'è la nostra salute e la situazione, vi assicuro, è più grave di quanto possa apparire».

SPERANZA: POSSIAMO ANCORA PIEAGRE LA CURVA DEI CONTAGI
Il governo è al lavoro per raccordare gli interventi restrittivi territoriali con un coordinamento nazionale. «Lavoriamo giorno e notte per evitare il lockdown ma i numeri dei prossimi giorni non sono scritti in cielo, dipendono dalle misure, serve porre rimedio nel più breve tempo possibile, e chiedo alle persone di fare uno sforzo per evitare spostamenti inutili, uscite inutili. Dobbiamo provare a spiegare la curva da subito. Sulla base di 21 parametri di monitoraggio poi decideremo le misure», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza alla trasmissione di Giovanni Floris `Di martedì´ su La7 sottolineando che un lockdown nazionale non è scontato. «Oggi c'è ancora margine per piegare la curva».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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