A giugno la formazione dell’associazione, a luglio l’annuncio dell’ingresso in Confindustria, ora il via ufficiale all’attività. Con la prima assemblea degli organismi associativi riunita a Roma in viale dell’Astronomia, ha preso ufficialmente il via l’attività istituzionale di Anir, l’associazione nazionale imprese di ristorazione collettiva aderente alla federazione Confindustria Servizi Hcfs. L’obiettivo di una rappresentanza più forte si concretizza in questo nuovo soggetto confindustriale, il cui ruolo è ancor più centrale oggi in ragione della grave crisi che colpisce il settore.
Il settore in crisi chiede maggiori tutele
Il fatturato del settore supera i 32 miliardi di euro, ma oggi è in grande difficoltà se si considerano i segmenti più colpiti dall’emergenza. Fino all’inizio delle scuole e alla ripresa delle imprese, il contraccolpo ricevuto dagli
operatori delle mense aziendali (fatturati il calo del 68%) e scolastiche (in questo ultimo ambito i fatturati fanno segnare -94%) avrà delle conseguenze incalcolabili.
Oggi che qualcosa si è mosso (anche se non riuscirà a salvare i bilanci) molte aziende del settore registrano cali di fatturato sino al 40%. «Il primo obiettivo su cui stiamo lavorando per salvaguardare imprese e lavoratori (oltre 60mila gli addetti a rischio) - ha detto il presidente
Massimiliano Fabbro - è quello di rinegoziare i contratti in essere, rivedendo le regole di ingaggio che in molti segmenti della ristorazione pubblica (scuole, ospedali, pubblica amministrazione) sono state stravolte dal sopravvenire della pandemia. Per questo faremo richiesta all’Anac di un intervento chiarificatore, come ha già fatto per altri servizi».