Chiude con un confortante +3% il bilancio dell’export dei formaggi made in Italy nel primo semestre di quest'anno. Protagonisti della crescita dei volumi (il valore è cresciuto meno, dello 0,8%) sono i formaggi freschi, mentre i Dop subiscono ancora gli strascichi del lockdown. A darne notizia è Assolatte, l'Associazione italiana lattiero casearia che, in una nota, ha sottolineato come "le performance del mese di giugno sono emblematiche perché sanciscono la ripresa dell'export formaggi, che, dopo i cali registrati nei mesi scorsi, registra un +6,0% in volume e +0,8% in valore".
I formaggi freschi hanno fatto registare le performance migliori
Dal report economico dell'Associazione italiana lattiero casearia emerge, relativamente all'export del semestre, una crescita dei formaggi freschi (+14,1%), dei grattugiati (+6,2%) e della mozzarella (+1,3%). Stabili invece le prestazioni dei duri come
Grana Padano e Parmigiano Reggiano che insieme non vanno molto oltre i risultati del primo semestre 2019, con un (+0,6%). Viene segnalato che "la palma d'oro per l'
export dei formaggi Dop spetta al Gorgonzola, l'unico della categoria - viene precisato - a registrare un significativo incremento: 3,2% in volume e 1,1% in valore".
Il primo semestre 2020, osserva Assolatte, "conferma anche
la frattura tra l'export comunitario e quello extra-Ue con il Mercato unico che si rivela "ancora una volta di vitale importanza": crescono i Paesi Bassi (+13,5%), il Belgio (+12,5%), la Francia (+10,6%) e la Germania (+5,0%). La Spagna riduce invece del 10,8% gli ordini. Guardando al resto del mondo si conferma il calo dell'export dei formaggi italiani negli Stati Uniti (-22,9%) ma si registra anche una contrazione delle vendite in Giappone (-7,7%). Canada e Corea del Sud si riconfermano invece le destinazioni extra-Ue di maggior soddisfazione (+46% e +18%). Cresce anche la Cina (+2,4%).