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Spumante italiano, è boom nel mondo. E l'export supera il consumo nazionale

07 gennaio 2009 | 18:39
Spumante italiano, è boom nel mondo. E l'export supera il consumo nazionale
Spumante italiano, è boom nel mondo. E l'export supera il consumo nazionale

Spumante italiano, è boom nel mondo. E l'export supera il consumo nazionale

07 gennaio 2009 | 18:39
 

L'Italia è sotto la neve ma quella delle bollicine è sopra tutto e tutti. Con oltre 120 milioni di bottiglie e 850 milioni di euro spesi durante le feste il consumo nazionale ha visto un boom dello spumante e un calo dello Champagne. Ma non solo: tutto l'estero, dove l'Asti è leader con 60 milioni di bottiglie, ha brindato italiano.
Sono cresciuti sia valore (+29%) e quantità (+11%) raggiungendo 1,6 miliardi di euro come fatturato e 163 milioni di bottiglie (+10%). SGiampietro Comolli i è così ridotto il divario export con la Francia. Feste a parte, nel 2008 sono state sfiorate le 150 milioni di bottiglie (+8% rispetto al 2007), 100 milioni di solo Prosecco Spumante. In crescita le bottiglie di spumanti regalate a Natale (+7%) seppur calano i cesti. L'ultimo dell'anno, dai dati dell'Osservatorio consumi nazionali Spumanti&Bollicine del Forum Spumanti d'Italia – sono saltati 80 milioni di tappi, circa 7 milioni stranieri per un valore di 600 milioni di euro.
      
Soddisfazione per Giampietro Comolli (nella foto), direttore del Forum Spumanti, premiato recentemente come il miglior evento dell'anno per la multifunzionalità territoriale da UniCredit Group: «Per la prima volta l'export supera il consumo nazionale. L'Europa assorbe il 74% del totale esportato. L'Italia è il 3° produttore al mondo con 310 milioni di bottiglie nel 2008. Boom nel mondo perché è un bere moderno, giovane, misurato, meno alcolico. Le etichette 'parlanti” favoriscono i consumi. La mission del Forum è spingere per un consumo consapevole e nazionale: deabbinare e destagionalizzare i consumi. è necessario fare cultura al consumo perché le bollicine sono vini normali».
    
Cresce il consumo tra i giovani
Il prezzo è al primo posto nelle scelte al ristorante, cala al secondo posto negli acquisti per regali in enoteca e gastronomie mentre è all'ultimo posto nella mescita a calice. Nei wine-bar e enoteche cresce il consumo fra 4-6 euro al calice, cala per quelli a 2-4 euro. Alle feste vince ancora lo spumante dolce (Asti), al ristorante testa-testa fra i metodo classico (Franciacorta e Trento in testa) e i metodo charmat (in primis Valdobbiadene-Conegliano). Fra i giovani  le bollicine come aperitivo hanno soppiantato i cocktails; al bar la mescita punta sugli extrabrut-brut e sugli extradry.
Franciacorta e Trento dominano nei ristoranti, in enoteca e per i regali. Al primo posto il Prosecco Conegliano Valdobbiadene per i botti domestici. L'Asti si conferma re incontrastato con Panettone e nei cenoni fuori casa di fine anno. La grande distribuzione ha venduto 6 bottiglie su 10. I più richiesti: apertivi di bollicine al bar (+10% in quantità e +18% in valore). La mescita a calici è incrementata del 25% in horeca. Il 72% del consumo nazionale è concentrato dal 10 dicembre al 6 gennaio (era l'84% nel 1980).

I paesi amanti delle bollicine
Grandi richieste dai mercati mondiali emergenti Russia e Brasile, ma anche Georgia, Lettonia, Estonia, Israele. Lo spumante italiano piace perché è fresco, moderno, non eccessivamente alcolico, fruttato e con un prezzo giusto. Dall'analisi svolta il consumo è sempre meno imposto dalle guide che segnano un fortissimo calo di interesse. Destagionalizzare è il traino dei consumi. Cresce di più il fatturato rispetto ai volumi.
«Segno - dice Comolli - che il mercato mondiale riconosce agli spumanti italiani un valore più alto del passato, si acquisiscono mercati nuovi per innamoramento dei consumatori, si diventa competitor di prodotti anche più blasonati perché oggi il mercato mondiale sta comprimendo i prezzi verso il basso. Certi prodotti hanno 'marciato” sui prezzi e sulle speculazioni mediatiche. Le bollicine italiane funzionano perché non hanno 'illuso”: la qualità riconosciuta e la competitività del prezzo rispondono alla domanda attuale. Difendiamo il prodotto italiano, puntiamo su un unitario messaggio verso i mercati nuovi ed emergenti”.

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