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Fiato corto, quando preoccuparsi? Attenzione a cause e durata

Gli specialisti la definiscono dispnea ed è la condizione per la quale un soggetto avverte una fatica a respirare. Può essere semplice mancanza di allenamento oppure un allarme associato ad altre patologie.

 
25 agosto 2020 | 12:29

Fiato corto, quando preoccuparsi? Attenzione a cause e durata

Gli specialisti la definiscono dispnea ed è la condizione per la quale un soggetto avverte una fatica a respirare. Può essere semplice mancanza di allenamento oppure un allarme associato ad altre patologie.

25 agosto 2020 | 12:29
 

Ansimare dopo una rampa di scale, avere difficoltà a respirare dopo una corsa per raggiungere in tempo la fermata dell’autobus o semplicemente avere il cosiddetto “fiato corto” dopo aver camminato a passo sostenuto. Tutto normale? Sperimentare quella che i medici chiamano “dispnea”, ovvero la sensazione del respiro che manca, non significa necessariamente che il nostro organismo abbia qualcosa che non va. Le cause possono essere varie: alcune di queste sono il campanello d’allarme di patologie più serie, altre ci indicano che siamo fuori allenamento e che il nostro stile di vita forse è un po’ troppo sedentario.

La brutta sensazione del fiato corto - Fiato corto, quando preoccuparsi? Attenzione a situazioni e durata

La brutta sensazione del fiato corto

In ogni caso può essere importante esaminare la situazione insieme al proprio medico, il solo che sarà in grado di confermarci che non siamo di fronte ad una sintomatologia patologica oppure a prescrivere i necessari accertamenti. Ne ha parlato Massimo Crippa, pneumologo di Humanitas in un articolo pubblicato su Humanitasalute che qui riportiamo integralmente.



«Dispnea è il termine con il quale si definisce la spiacevole sensazione soggettiva  di difficoltà respiratoria non sempre correlata alla gravità della malattia - ha spiegato lo specialista - viene descritta dai pazienti in modi diversi, più comunemente come “mancanza di fiato”. Questo sintomo origina nel momento in cui si verifica una consapevolezza cosciente di un mismatch tra ciò che il cervello si aspetta e ciò che riceve, in termini di informazione afferente dai polmoni, dalle vie aeree e dai recettori localizzati a livello dei tendini e dei muscoli della gabbia toracica. Possiamo affermare che avvertire un senso di affaticamento respiratorio è una sensazione “normale” o “anormale” a seconda della situazione in cui si manifesta; ad esempio durante o dopo una camminata a passo sostenuto, o una breve corsa o la salita di una rampa di scale, per un soggetto con uno stile di vita sedentario, scarso allenamento fisico e magari in sovrappeso, la dispnea può essere considerata normale e non associata a eventi patologici. Rimane comunque un dato essenziale che la dispnea rappresenta un sintomo che suscita sempre una notevole preoccupazione in coloro che lo avvertono ed è pertanto uno dei motivi principali per i quali ci si rivolge al medico».

Per capire se la difficoltà a respirare può essere il sintomo di qualcosa di più serio bisogna innanzitutto chiedersi se si tratta di una sensazione che accade regolarmente, se è prolungata nel tempo o al contrario qualcosa di estemporaneo ed estremamente fugace. La dispnea può essere un sintomo generico di numerose patologie, soprattutto di origine cardiaca o polmonare. Può accompagnare asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva, infarto, embolia polmonare, bronchite e polmonite, insufficienza cardiaca, pneumotorace, tumore polmonare maligno e benigno, ma anche malattie neurologiche come la sclerosi multipla.

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