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Food e accoglienza sempre più “digital”

È in atto una progressiva “smaterializzazione” del comparto alimentare e dell’ospitalità. Ci sono ad esempio ristoranti “fantasma” che lavorano esclusivamente per piattaforme di delivery.

 
26 giugno 2020 | 15:28

Food e accoglienza sempre più “digital”

È in atto una progressiva “smaterializzazione” del comparto alimentare e dell’ospitalità. Ci sono ad esempio ristoranti “fantasma” che lavorano esclusivamente per piattaforme di delivery.

26 giugno 2020 | 15:28
 

In un mondo dove la digitalizzazione avanza inarrestabile e i confini tra i Paesi e le culture sono sempre più labili, anche il settore enogastronomico ha conosciuto, negli ultimi anni, una trasformazione profonda e definitiva. L’esperienza di chi produce, trasforma e commercializza alimenti e servizi connessi ha sempre più bisogno di essere affiancata da nuove capacità e nuovi strumenti. Saper usare le reti sociali, le app e gli altri canali della comunicazione digitale, per esempio, è una competenza imprescindibile per quei ristoratori che desiderano promuovere la propria attività attraverso la relazione diretta e veloce con i propri clienti, ascoltando le loro esigenze o accogliendo i loro suggerimenti.

La società digitale nella quale siamo immersi, però, oltre a fornire nuovi strumenti da utilizzare nei settori tradizionali, sta anche trasformando rapidamente i settori stessi, introducendo nuovi modelli aziendali e nuove abitudini di consumo. Acquisto online di prodotti provenienti da zone lontane dalla propria residenza; consegna a domicilio di cibo già cucinato attraverso gli operatori del “food delivery”; consumo crescente di contenuti di siti web e canali video gestiti da cuochi, sommelier e appassionati di cucina sono solo alcuni esempi delle nuove tendenze nell’ambito enogastronomico. I nuovi modelli per ora convivono con quelli tradizionali, come nel caso del meal kit (i cibi “quasi pronti” la cui preparazione è de terminare in casa), ma non si può certo escludere che nel futuro possano arrivare a soppiantarli, come sta già avvenendo in altri settori limitrofi, come quelli dell’intrattenimento o del turismo.

Food e accoglienza sempre più digital

(foto: Unsplash)

I nuovi formati “smaterializzati” della ristorazione, dove non esiste più una relazione presenziale tra il cliente e chi somministra il cibo elaborato, sono sempre più diffusi. Si tratta di servizi di ristorazione a distanza, come le cosiddette “dark kitchen” e i cosiddetti “ghost restaurant” (ristoranti fantasma, o virtuali). Questi laboratori di preparazione di cibo sono chiusi al pubblico, lavorano esclusivamente per le piattaforme di consegna a domicilio e non permettono di consumare “in situ”. Questo processo di smaterializzazione del servizio è già molto diffuso nel settore dell’intrattenimento, dove le nuove tecnologie offrono oggi la possibilità di consumare i contenuti e svolgere le attività ricreative a distanza grazie al web. Ne sono un chiaro esempio gli operatori, come Netflix o Amazon Plus, che offrono contenuti streaming online e che stanno insidiando il circuito delle sale cinematografiche, o gli operatori di casinò online, che stanno progressivamente soppiantando i casinò fisici.

Food e accoglienza sempre più digital
(foto: Unsplash)

Nell’ambito del mercato turistico, uno dei fenomeni più rivoluzionari dell’ultimo decennio è sicuramente la nascita della piattaforma digitale Airbnb, l’azienda che sta rubando terreno agli alberghi e ad altri tipi di attività ricettive a livello planetario. Fondata nel 2008, dispone oggi di oltre 2 miliardi di proprietà affiliate al suo circuito, disseminate in migliaia di città di oltre 200 Paesi. Secondo quanto affermato dal suo fondatore, le previsioni per il 2028 parlano di un miliardo di ospiti che dormiranno nelle case messe a disposizione dagli utenti di Airbnb, vale a dire circa un cittadino del mondo su otto.

Food e accoglienza sempre più digital
(foto: Unsplash)

E poi c’è il comparto agricolo. Sempre più speso oggi si sente parlare di Agricoltura 4.0: con questa definizione s’identifica una visione della filiera agroalimentare incentrata sull’utilizzo delle tecnologie digitali per aumentare la competitività del comparto migliorando la qualità e la sostenibilità delle coltivazioni e la tracciabilità dei prodotti. Secondo i dati dell’Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano, nel 2019 l’Agricoltura 4.0 valeva 450 milioni di euro (+22% rispetto al 2018). La maggior parte di questa spesa è dedicata a sistemi di monitoraggio e controllo (39%), software gestionali (20%), macchinari connessi (14%), sistemi di monitoraggio da remoto dei terreni (10%) e di mappatura (9%).

Conoscenza e innovazione formano un binomio imprescindibile per dominare un mondo in continua evoluzione. Saper coniugare la tradizione con la modernità, così come i saperi antichi con le opportunità che offrono le nuove tecnologie, è oggi la chiave per avere successo nel comparto agroalimentare e negli altri settori a esso legati.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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