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Consumi: hotel e ristoranti -66% Crolla la spesa per il tempo libero

L’indicatore di Confcommercio ha registrato un calo generale del 29,4%. Penalizzate soprattutto accoglienza e ristorazione. Con la ripartenza il Pil riferito a giugno dovrebbe però registrare una crescita del 4,7% .

 
22 giugno 2020 | 12:17

Consumi: hotel e ristoranti -66% Crolla la spesa per il tempo libero

L’indicatore di Confcommercio ha registrato un calo generale del 29,4%. Penalizzate soprattutto accoglienza e ristorazione. Con la ripartenza il Pil riferito a giugno dovrebbe però registrare una crescita del 4,7% .

22 giugno 2020 | 12:17
 

La ripresa è lenta e i consumi stentano a ripartire. In maggio l’indicatore di Confcommercio ha fatto segnare un calo del 29,4%. Un crollo che però sta rallendando, se confrontata con quello di aprile: -47%. I settori più in difficoltà sono albewrghi, bar e ristoranti (-66%) e l’abbigliamento (-55%). Nel complesso la sfera del tempo libero ha fatto registrare una discesa verticale del 92%. Pil -17,4% nel secondo trimestre.

Consumi: hotel e ristoranti -66% In maggio tempo libero a -92%

Dopo i mesi della chiusura i consumi stentano a ripartire


Nel mese di maggio sono stati pochi i segmenti che hanno registrato un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono stati tra i pochi settori i cui consumi si sono attestati sopra i livelli di un anno fa. Per molti segmenti non solo il recupero è stato modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione.

Nel confronto tra maggio 2020 e lo stesso mese del 2019 i trend, pur confermandosi molto negativi per la quasi totalità degli aggregati, evidenziano alcuni timidi tentativi di recupero per alcuni segmenti. Al di là della conferma di un’evoluzione positiva per l’alimentazione domestica, per le comunicazioni e per altri servizi legati a una maggiore presenza in casa, segnali favorevoli si registrano per la domanda di elettrodomestici, tv e altri apparecchi. Allo stesso tempo un moderato recupero ha interessato l’abbigliamento e le calzature, i mobili ed i prodotti tessili per la casa ed i giochi e gli articoli per il tempo libero. Per le autovetture il dato meno negativo di maggio va letto con cautela, in quanto nel mese sono state effettuate consegne di ordini effettuati a gennaio e febbraio.

Tra i servizi, per i quali si riscontrano ancora riduzioni che si avvicinano al 100%, qualche timido segnale di recupero si rileva per i pubblici esercizi. I limitati flussi turistici e il permanere di molte attività lavorative in casa rendono, peraltro, incerte le possibilità del settore di tornare in tempi ragionevoli su livelli vicini a quelli pre-pandemia.

Sulla velocità della ripartenza e sul suo consolidamento si gioca il futuro del Paese. Non bisogna trascurare i pericoli connessi all'avvio di un possibile corto circuito depressivo. Il disagio sociale, misurato sulla base del Misery index Confcommercio (Mic), ha conosciuto un’esplosione nel mese di aprile, legata al deciso deterioramento delle condizioni del mondo del lavoro, dipendente e autonomo. Aspettative pesantemente negative su questo versante minano la fiducia delle famiglie, spingendole ad atteggiamenti ancora più prudenti nei confronti del consumo, con il pericolo di frenare il recupero.

Qualche accenno di ripresa comunque c'è stato: nei primi giorni lavorativi di giugno la crescita delle percorrenze di veicoli pesanti sulle strade italiane è aumentata del 9,6% rispetto agli inizi di maggio; nello stesso confronto, l’energia elettrica immessa in rete è cresciuta del 5,4%. Al rimbalzo congiunturale del 10,4% del Pil stimato per il mese di maggio, avrebbe fatto seguito un contenuto +4,7% in giugno, dato che porterebbe ad una decrescita del 17,2% rispetto allo stesso mese del 2019. Nel secondo trimestre il Pil è stimato ridursi del 17,4% rispetto al primo trimestre e del 21,9% nel confronto annuo

Il quadro congiunturale, nella fase più difficile dell'emergenza sanitaria del Covid-19, presenta andamenti dei principali indicatori eccezionalmente negativi. Ad aprile la produzione industriale ha evidenziato un calo congiunturale del 19,1%, al netto dei fattori stagionali, e una flessione del 42,5% su base annua. L’occupazione ad aprile ha presentato andamenti congiunturali e tendenziali in calo: -1,2% rispetto al mese precedente e -2,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il sentiment delle imprese e delle famiglie del mese di maggio, indicatore non rilevato nel mese di aprile, ha registrato forti riduzioni sia congiunturali che tendenziali. Per le imprese, la fiducia del mese di maggio rispetto al mese di marzo è scesa del 35,7%, mentre su base annua il calo è stato del 49,1%. Per le famiglie, la fiducia è calata del 5,8% tra maggio e marzo, mentre la riduzione rispetto allo stesso mese del 2019 è del 16,3%.

Il rapporto annuale Confcommercio-Censis su fiducia, consumi e impatto del Covid-19 segnala inoltre che a causa della crisi sanitaria e del lockdown il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività e il 23,4% è finito in cassa integrazione. Circa sei famiglie su dieci temono di perdere il posto di lavoro e che resta molto ampia la fascia di chi guarda al futuro con pessimismo: il 52,8% non vede prospettive per la propria famiglia, percentuale che sale al 67,5% se il riferimento è al Paese.

Iil 23% ha dovuto rinunciare all’acquisto di beni durevoli già programmati e il 48% a qualunque forma di vacanza, dal week a quelle estive. Oltre la metà delle famiglie non ha programmato nulla e circa il 30% rimarrà a casa non avendo disponibilità economica (57% per i livelli socio economici bassi). Solo il 9,4% pensa di partire ma con una riduzione di budget e di durata.

Per informazioni: www.confcommercio.it



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