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Vacanze nell'Italia "nascosta"? Ma si prevede un boom dei prezzi

Le agenzie di viaggio stanno preparando le offerte per l'estate, nonostante il clima di grande incertezza che regna nel Paese. Si prevede una corsa verso località di solito poco frequentate. La presidente di Fiavet Ivana Jelenic: «Meno turisti e più costi porteranno a un incremento delle tariffe».

di Sergio Cotti
 
14 maggio 2020 | 12:30

Vacanze nell'Italia "nascosta"? Ma si prevede un boom dei prezzi

Le agenzie di viaggio stanno preparando le offerte per l'estate, nonostante il clima di grande incertezza che regna nel Paese. Si prevede una corsa verso località di solito poco frequentate. La presidente di Fiavet Ivana Jelenic: «Meno turisti e più costi porteranno a un incremento delle tariffe».

di Sergio Cotti
14 maggio 2020 | 12:30
 

Ripensare alle vacanze degli italiani, in un momento in cui non si sa ancora quando il settore del turismo potrà ripartire, se non a pieno regime, quantomeno in condizioni tali da permettere alle persone di programmare un viaggio. È il compito, tutt’altro che semplice, delle agenzie di viaggio, che nel mare magnum delle incertezze di queste settimane, navigano anche loro a vista in cerca di un approdo che però stenta ancora a vedersi all’orizzonte. Un settore, il loro, che conta circa 10mila attività, di cui un terzo a forte rischio chiusura, dopo oltre due mesi di lockdown e una prospettiva di ritorno alla normalità non prima del 2021 con stime di fatturato che quest’anno si aggirano intorno all’80% in meno rispetto al 2019.

Questa estate si potrà viaggiare solo in Italia - Vacanze 2020 nell'Italia nascosta E c'è il rischio di un boom dei prezzi

Questa estate si potrà viaggiare solo in Italia

Da tempo la categoria chiede aiuti concreti al Governo e la possibilità di rientrare nella partita dei buoni vacanze, che l’Esecutivo intenderebbe assegnare solo a chi prenota direttamente in albergo. Intanto però si lavora per una stagione che – questo è certo – sarà del tutto diversa dalle altre: senza il turismo straniero, le località di villeggiatura saranno appannaggio solo degli italiani e di non tutti, visto che i sondaggi stimano in appena il 20% coloro che, ora come ora, sarebbero disposti a fare le valigie.

«Quest’anno il turismo sarà ridisegnato in maniera molto più personalizzata e diversa – scommette Ivana Jelenic, presidente nazionale di Fiavet, la Federazione italiana delle agenzie di viaggio – Appena la situazione si normalizzerà un po’, prenderanno piede le località minori: in tanti partiranno solo per un weekend, scegliendo probabilmente posti non affollati. Sarà l’anno della riscoperta dell’Italia, cosiddetta -infelicemente - minore».  

Le colline dell’Umbria, la costa della Basilicata, qualche località poco conosciuta della Sardegna o delle Marche, insomma un turismo alternativo, che potrebbe far riscoprire angoli del Paese finora colpevolmente dimenticati. E questa non può che essere una buona notizia in un contesto molto difficile per tutto il settore.

Ivana Jelenic - Vacanze 2020 nell'Italia nascosta E c'è il rischio di un boom dei prezzi
Ivana Jelenic

Intanto però da tempo chiedere più attenzione al Governo. Finora quali risposte avete avuto?
Brancoliamo letteralmente nel buio, perché non ci è stata data ancora alcuna rassicurazione. Da due mesi chiediamo una cabina di regia per partecipare al confronto ed essere artefici di decisioni che riteniamo debbano essere condivise da tutti, ma questo purtroppo non è avvenuto e ciò causa ulteriori dubbi e incertezze. Non voglio pensare il Governo abbia una sorta di pregiudizio nei confronti di alcune tipologie d’imprese o che non abbia a cuore un intero settore, e capisco anche le criticità del momento, però una cosa è certa: gli operatori vanno messi nelle condizioni di lavorare. Se lo Stato non è in grado di sostituirsi completamente, sostenendo dunque imprese e famiglie, deve dare la possibilità al comparto di riavviarsi».

Lei pensa che gli italiani abbiano davvero voglia di rimettersi subito in viaggio?
La situazione è ancora confusa e incerta. Da un lato c’è un desiderio crescente di viaggiare, di tornare alla normalità e di concedersi qualche giorno di pausa, anche per spezzare la routine. Nessuno è uscito indenne da questa pandemia, siamo tutti rimasti psicologicamente provati. Ci siamo ritrovati a vivere una situazione più che fantascientifica e adesso c’è la necessità di riappropriarsi di una vita normale. Dall’altro lato, questo si scontra con una serie di problemi: dalla mancanza di disponibilità economica per chi si trova in cassa integrazione, alla paura di perdere il lavoro, perché molte aziende non riapriranno. C’è poi chi ha già consumato le ferie nella fase del lockdown. Insomma, tutte situazioni che generano grande incertezza nel settore.

Voi cosa proponete?
Di estero non se ne parla. Quest’anno, più che mai, vivremo il fenomeno delle prenotazioni dell’ultimo minuto. Ad oggi, però, non si può neppure uscire dalle Regioni. Finché non ci saranno i protocolli per le strutture ricettive, queste non riapriranno, soprattutto nelle località turistiche. E quando arriverà il momento, dovranno capire se riprendere a lavorare sarà o meno sostenibile.

I prezzi cresceranno?
È un rischio, sì, perché il sistema non sarà in grado di sostenersi, se i prezzi non verranno adeguati. Verosimilmente i costi per gli operatori del settore aumenteranno e così, riducendo la capacità ricettiva e aumentando le spese, come si farà a mantenere gli stessi prezzi? Si creerebbe una nuova legge di mercato, un nuovo paradigma economico, che è del tutto inverosimile.

Ma se i prezzi dovessero alzarsi potrebbero rappresentare un freno per chi vuole andare in vacanza.
È chiaro che questo può generare un ulteriore problema, perché anche le vacanze in Italia diventerebbero meno accessibili.

E ciò ricadrebbe ancora sugli operatori. Quindi come se ne esce?
Il pericolo è che si inneschi un circolo vizioso. Siamo in un sistema che con questi presupposti rischia di non reggere, per questo stiamo chiedendo aiuti alle aziende adesso. Se almeno una parte dei costi venissero abbattuti dall’intervento dello Stato, si darebbe la possibilità alle imprese di rimettersi in piedi e di calmierare i prezzi. Bisogna tornare a creare una certa normalità: se gli alberghi sono aperti e i prezzi abbordabili, le persone sarebbero più incoraggiate a partire. Il turismo è come una macchina che ha bisogno di essere riavviata ma per farlo, serve la benzina.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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