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Cipriani: Il 18 non riapro l'Harry's Le norme Inail sono da Medioevo

Dopo 89 anni il prestigioso bar di Venezia rischia anche la chiusura definitiva. Il patron ha spiegato che alle condizioni indicate è impossibile rimanere in vita e accusa duramente la gestione dell’epidemia .

 
13 maggio 2020 | 14:32

Cipriani: Il 18 non riapro l'Harry's Le norme Inail sono da Medioevo

Dopo 89 anni il prestigioso bar di Venezia rischia anche la chiusura definitiva. Il patron ha spiegato che alle condizioni indicate è impossibile rimanere in vita e accusa duramente la gestione dell’epidemia .

13 maggio 2020 | 14:32
 

Ci era riuscita a chiuderlo la Guerra, nel 1943, unica parentesi in 89 anni di successi, charme, frequentazioni illustri. Dopo 77 anni ci è riuscito il coronavirus a fare il bis, ma non solo: anche l’Inail che ne ha prolungato l’abbassamento della saracinesca.

Arrigo Cipriani - Cipriani: Il 18 non riapro l'Harry's Le norme Inail sono da Medioevo

Arrigo Cipriani

Stiamo parlando dello storico locale di Venezia, Harry’s Bar gestito da Arrigo Cipriani che oggi, seccato, ha annunciato che non riaprirà neanche lunedì 18 nonostante molto probabilmente arriverà il via libera del Governo e della Regione Veneto. «Lunedì non riapro - ha detto il patron all’Ansa - con quelle linee guida è impossibile. Sono condizioni demenziali scritte da gente senza idee e se resteranno così, non si riapre né lunedì né mai più».

A fondare il locale fu il padre che fu costretto a chiudere nel 1943 temporaneamente: «Allora fu requisito dai repubblichini. Adesso sta per essere chiuso dalle menti sublimi dell'Inail», osserva stizzito il gestore che contesta gran parte delle linee guida previste per la riapertura dei locali dal 18 maggio. Il locale è chiuso dall'inizio di marzo per l'emergenza sanitaria.

Arrigo Cipriani se la prende con le norme «decadenti che neanche nel Medioevo» e fa qualche esempio: «Ci dovrebbero essere 4 metri quadrati attorno ai commensali e dovrò chiedergli l'autocertificazione, per sapere in che rapporti sono tra loro. È pazzesco. Sulla prenotazione, scrivono che è “preferibilmente obbligatoria”, ma o è un obbligo o no?».

Di speranze ne ha poche: «Purtroppo temo che non verrà nessuno, il mondo si è fermato». Il Cipriani ha due sale di 40 mq l'una e normalmente ci stavano 90 persone. «Non ho contato quante dovrebbero starcene ora, ma so che dovrei licenziare almeno 50 dipendenti (sui 75 attuali) se volessi aprire così. Io ho 88 anni, posso anche andare in pensione a questo punto».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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