Immediato sostegno alla distillazione volontaria e alla vendemmia verde: sono i principali provvedimenti che chiede al Governo il Consorzio Tutela Denominazione Vini Frascati, aggiungendosi alle tante voci che sollecitano misure straordinarie per risollevare il settore enologico nazionale messo in grave crisi dal lockdown. Qui più che altrove, in queste colline dei Castelli Romani celebrate da poeti e viaggiatori, il vino è sempre stato cultura, arte e bellezza, oltre che importante risorsa economica, ma le incisive misure e una nuova progettualità invocate dal Consorzio valgono per tutto il comparto nazionale.
Felice Gasperini e Basilio Ventura
«Servono strumenti economici concreti per poter contenere le ingenti perdite subite finora e poter impostare la ripresa – dice il presidente
Felice Gasperini – e le proposte, tutte di buonsenso e fattibili, vanno nella direzione della vendemmia verde parziale e della distillazione volontaria. Questi due strumenti potrebbero salvare l’annata 2020, che ci verrà richiesta dai mercati internazionali, e soprattutto aiuterebbero le piccole aziende vitivinicole, quelle che salvaguardano i paesaggi storici e impediscono lo spopolamento dei territori e l’urbanizzazione. Attendiamo le risposte del Governo nazionale e della Regione ma dobbiamo fare presto».
Nel concreto, le proposte riguardano la riduzione generale della resa per ettaro, ad esempio il 20% su tutto il territorio regionale, per i vini delle Doc, delle Docg, dell’Igt, del vino da tavola e un sostegno regionale aggiuntivo per la vendemmia verde sulle uve doc e Docg. Anche sulla distillazione dei doc e Docg con riferimento ai prezzi di mercato si chiede un sostegno. Inoltre, sempre a livello regionale, sarebbe importante conservare il bonus di 3.000 euro anche per chi estirpa e non reimpianta subito il vigneto.
I vigneti nella zona di Frascati
Sarebbe una misura di tutela dei territori e un incentivo ad investire se anche per due anni di seguito i vigneti non fossero messi a coltura. Infine, servirebbe anche aumentare i finanziamenti sul vino e sui vigneti, per finanziare le domande di impianto di nuovi insediamenti. A livello nazionale, invece, sarebbe fondamentale adottare una serie di misure che vanno nella direzione di proteggere i produttori e i coltivatori, come la cancellazione dell’Imu 2020 per i fabbricati legati alla filiera vitivinicola, la tutela dei crediti legati al canale Horeca, con particolare attenzione ai crediti dei clienti che chiuderanno l’attività, e la restituzione dei prestiti per liquidità a 20 anni, con almeno 2 anni di pre-ammortamento.
Altro fattore determinante per la ripresa sarebbero le agevolazioni sui contributi per le assunzioni di lavoratori stagionali per la raccolta delle uve (inclusa la vendemmia verde), meglio se anche per la gestione a verde. In alternativa il governo potrebbe reintrodurre il sistema fiscale dei voucher. Infine, sarebbe fondamentale la sospensione, per tre anni, dei pignoramenti sui fabbricati dei terreni agricoli, sulle macchine e le attrezzature strumentali che servono in villa e in cantina.Non ultima, sarebbe importante pianificare una grande azione promozionale di rilancio. Anche il sindaco di Frascati Roberto Mastrosanti concorda con le proposte consortili che sono state inviate a Federdoc, per essere sottoposte al Governo, attraverso il coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole.
Il Consorzio conta circa 400 aziende
«Sono ragionevoli e fattibili - precisa il sindaco Mastrosanti - perché fatte con un approccio di sistema che non guarda solo ai benefici di un’area vitata ma all’intera filiera nazionale, con alcune proposte che gioco forza devono essere declinate sui singoli territori, perché non diversi per storia, tradizione e forza commerciale. Il vino Frascati ad esempio per alzare il prezzo medio delle bottiglie ci ha impiegato anni di lavoro e milioni in investimenti. Oggi la crisi da Covid-19 rischia di far tornare il settore agli inizi degli anni 80 e di innescare guerre dei prezzi anche tra i produttori perché è in gioco la loro sopravvivenza».
Per il blocco dei
canali Horeca le giacenze di vino nel territorio di Frascati ammontano attualmente a 28 mila ettolitri circa, pari al 40%, e si prevede che non potranno essere riassorbite né nel breve, né nel lungo periodo, creando un crollo del valore di mercato sia dei vini che delle uve. Pensando alla graduale uscita dal lockdown, anche nei Castelli Romani il settore della ristorazione, quello alberghiero e quello dei bar e dei pub, subiranno ancora perdite e non potranno contare sul turismo, né estero né tantomeno domestico che, secondo le stesse stime, sarebbe contenuto negli spostamenti e di breve durata. Le conseguenze potrebbero essere catastrofiche per l’intero settore vitivinicolo nazionale con l’abbandono dei vigneti, la chiusura di molte cantine, anche storiche, soprattutto a filiera corta, giungendo a danneggiare settori che fanno parte dell’indotto vino, come il vivaismo viticolo, l’industria delle macchine enologiche e da vigneto, le vetrerie, i sugherifici, i produttori di capsule e di cartoni, gli agronomi e gli enologi.
Le aziende aderenti al Consorzio Tutela Denominazione Vini Frascati sono circa 400, per una produzione di 10 milioni di bottiglie e 65 ettolitri ogni anno, mentre 2.500 sono gli addetti nella filiera e nell'indotto. Il presidente Gasperini è coadiuvato, tra gli altri, dal delegato all'Agricoltura
Basilio Ventura. Sul piano nazionale il settore conta circa 2mila imprese ed ha un fatturato complessivo annuale di oltre 11 miliardi di euro. La pandemia ha sferrato un duro colpo proprio in un momento di ottimismo, dopo l'incremento dell'export 2019, con il crescente favore di nuovi mercati soprattutto asiatici e il riposizionamento su uno scacchiere mondiale in continua evoluzione.
Per informazioni:
www.consorziofrascati.itwww.comune.frascati.rm.it