Il 3 aprile non è più la data del “rompete le righe” questo ormai si può dire con una discreta sicurezza nonostante manchi l’ufficialità di un decreto. Tuttavia il calo della curva fa ipotizzare che una ripartenza - seppur timida - sia in fondo al tunnel.
Le tappe della ripartenza
Un nuovo Consiglio dei ministri dovrebbe tenersi tra mercoledì e giovedì per
studiare una strategia anche con la commissione scientifica. L’indicazione degli esperti vale più di ogni altra considerazione ed è chiara: anche quando si potrà uscire bisognerà mantenere la distanza di almeno un metro e indossare la
mascherina nei luoghi pubblici.
Come già spiegato nei giorni scorsi, il parametro di riferimento è quello denominato “R0” che significherebbe che una persona contagia meno di un individuo alla volta. A quel punto si potrà pensare alla ripartenza, ma graduale. La consapevolezza è che prima di maggio non si potrà andare a passeggiare, nè saranno aperti
bar e ristoranti i quali - anche alla riapertura - dovranno mantenere la distanza di un metro tra i clienti e sanificare ogni ambiente e impianti di areazione. E anche negozi di abbigliamento e centri estetici dovranno mantenere le serrande abbassate. E ovviamnete le palestre.
Contagio zero
Il nuovo Cdm varerà un decreto che avrà validità fino al 18 aprile, escludendo dunque la possibilità di aprire per Pasqua (12 aprile). Dopo di che alcune attività imprenditoriali potranno ricominciare ad aprire i battenti, ad esempio le imprese di meccanica legata all’agroalimentare oppure quelle chimiche che dovranno comunque dimostrare di essere in regola con le norme sulla distanza di sicurezza tra i dipendenti e la dotazione dei dispositivi di protezione.
Utile a capire l’andamento dell’epidemia e dunque a mettere a fuoco la ripartenza è lo studio pubblicato dall’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief) che ha stimato alcune date “zero” ovvero quelle in cui nelle rispettive regioni le diagnosi da tampon su nuovi contagi si saranno azzerate. La prima regione che dovrebbe raggiungere questo traguardo potrebbe essere il Trentino Alto Adige (6 aprile), poi a seguire Umbria, Basilicata e Liguria (7 aprile), Valle d’Aosta (8 aprile), Puglia (9 aprile), Friuli Venezia Giulia (10 aprile), Aburzzo (11 aprile), Veneto e Sicilia (14 aprile), Lazio (16 aprile), Calabria (17 aprile), Lombardia (22 aprile), Emilia-Romagna (28 aprile) e Toscana (5 maggio). Sardegna, Molise e Marche registrano ancora numerose incertezze che impediscono previsioni.
«La curva che ci mostra le nuove diagnosi positive ai tamponi ci indica che stiamo arrivando a un plateau. Le misure messe in pratica nel nostro Paese stanno funzionando. Ma raggiungere il plateau non vuol dire aver raggiunto l'obiettivo, perché ora deve iniziare la discesa». Così
Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), in conferenza stampa a Roma.