Le pagine delle cronache riportano le buone condizioni di calciatori, attori e politici che esattamente come la mia collaboratrice hanno avuto 'contatto con persone positive e sintomi da virosi' ma cui, a differenza della dottoressa, è stato eseguito il tampone e quindi formulato un corretto programma sanitario di controllo». È un passaggio della lettera che Nicola Mumoli, direttore Uo Medicina interna Ospedale di Magenta, ha indirizzato al Corriere della Sera denunciando «discriminazione e ipocrisia» nella gestione dei tamponi e nella scarsa attenzione dedicata agli operatori sanitari in prima linea nell'emergenza coronavirus.
Pronto Soccorso di un ospedale
«Se si deve scegliere tra un calciatore e un medico non ci sono dubbi e ci sentiamo condannati a sparire sotto quella mascherina che indossiamo ogni giorno con grande fierezza, esercitando un lavoro che mai come ora consideriamo un privilegio», scrive Mumoli. A rilanciare la lettera, tra gli altri, anche Matteo Salvini. «Condivido totalmente l’appello del dottor Mumoli dell’Ospedale di Magenta. La priorità per i tamponi al personale sanitario!», scrive il leader della Lega sulla propria pagina Facebook, dove ripropone il testo.
Fonte: Adnkronos