Nonostante il Governo, le Regioni e la stampa stiano comunicando, soprattutto dall'entrata in vigore del nuovo decreto firmato sabato notte, l'urgenza di adottare da parte dei cittadini misure responsabili contro l'emergenza coronavirus, tante persone continuano a non cambiare le proprie abitudini di vita. Giovani che non rinunciano all'aperitivo, alla partita con gli amici; famiglie e amici che, come ha puntualizzato l'AdnKronos, rinnovano il loro appuntamento domenicale al mercato romano di Porta Portese.
Roberto Burioni
«La gente deve capire che deve stare a casa, altrimenti non ne usciamo. E deve farlo in tutta Italia, non solo nelle aree più colpite». È questo l'appello lanciato da
Roberto Burioni, ordinario di virologia e microbiologia all'Università San Raffaele di Milano, che così ha detto all'AdnKronos: «Fate come me: vivo a Milano e sto in casa da due settimane. Vado a lavorare, faccio la spesa con la massima cautela e stasera andrò da Fazo - ha anticipato - ma
non gli darò la mano e starò a un metro di distanza da tutti. E così stanno facendo anche mia moglie e mia figlia a Urbino. Contro questo virus è importante oggi il massimo impegno da parte di tutti noi. In attesa di tempi migliori».
«Possiamo vincere - prosegue il virologo - solo se le persone si responsabilizzano. Questo virus si trasmette con i contatti umani, quindi andare al cinema, in palestra o al mercato non va bene. Bisogna uscire solo per le cose importanti. Bisogna rispettare le indicazioni sull'
igiene delle mani e sul fatto di stare ad almeno un metro di distanza dagli altri. Non minimizziamo i rischi del nuovo coronavirus, che non è un'influenza. E dobbiamo attenutare questa epidemia, anche perché altrimenti il pericolo non riguarderà solo le persone infettate dal Covid-19, ma anche chi magari ha un incidente e in ospedale rischia di non avere assistenza».
Queste le indicazioni del virologo, chiare e ormai intoccabili... È necessario continuare ad applicarle, sperando che la primavera si riveli nemica del coronavirus e dalla parte, quindi, di noi che lo combattiamo: «L'arrivo della stagione più calda potrebbe rallentare la diffusione del coronavirus, questa potrebbe essere la speranza per i prossimi mesi. Ma è una speranza, non confondiamola con una certezza», ammonisce Burioni subito, ribadendo poi la necessità di «cercare di ridurre i contatti sociali al minimo».
«Non tutti i virus si trasmettono allo stesso modo nelle diverse stagioni,
è il caso dell'influenza. Noi cosa fa questo coronavirus non lo sappiamo, ma possiamo sperare che con l'arrivo del bel tempo si trasmetta molto meno». Per spiegare meglio la speranza del virologo: il caldo potrebbe favorire l'evaporazione delle goccioline di saliva attraverso le quali si diffonde il virus».
Ma con l'attesa della bella stagione l'importante è attenersi alle misure descritte dal ministero della Salute, quindi «ridurre i contatti sociali al minimo - prosegue Burioni - tutto quello che non è indispensabile dovremo avere la forza di non farlo più. Ma dobbiamo tenere duro perché queste settimane sono decisive e non dobbiamo mollare, alla fine possiamo vincere».