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Grana Padano, +5% di forme 2019 positivo nonostante i dazi

Annata non facile per le dinamiche di mercato che si sono presentate (imitazioni comprese), ma il Consorzio, nell’assemblea generale che si è tenuta oggi, ha snocciolato numeri importanti. Il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova: «Serve maggiore chiarezza nella Grande Distribuzione per valorizzare le Dop».

 
18 dicembre 2019 | 16:39

Grana Padano, +5% di forme 2019 positivo nonostante i dazi

Annata non facile per le dinamiche di mercato che si sono presentate (imitazioni comprese), ma il Consorzio, nell’assemblea generale che si è tenuta oggi, ha snocciolato numeri importanti. Il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova: «Serve maggiore chiarezza nella Grande Distribuzione per valorizzare le Dop».

18 dicembre 2019 | 16:39
 

Il Grana Padano Dop continua a macinare numeri internazionale importanti, rispondendo con forza al problema dei dazi e delle imitazioni. Nel 2019 infatti sono state prodotte 5.182.585 con un incremento, stimato per fine anno, pari al 5,06% (149.297 forme in più). L’export, con oltre 2 milioni di forme, rappresenta il 41% del prodotto marchiato e fa registrare un +5,24% sul 2018. La Germania si conferma primo mercato estero con un totale previsto di ben 517mila forme. I numeri sono stati snocciolati questa mattina presso il Gardaland Resort di Castelnuovo del Garda (Vr) con la partecipazione in videoconferenza del ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Teresa Bellanova e alla presenza dell’assessore all’Agricoltura e Sistemi Verdi di Regione Lombardia Fabio Rolfi e dell’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Giuseppe Pan.

Nicola Cesare Baldrighi (Grana Padano,  5% di forme 2019 positivo nonostante i dazi)

Nicola Cesare Baldrighi

Guardando, poi, nello specifico alle aree geografiche si evidenzia che la provincia di Mantova con 27 caseifici ha prodotto 1.522.983 forme; Brescia con 28 caseifici 1.214.023; Cremona con 9 caseifici 888.586; Piacenza con 20 caseifici 586.264. Il Veneto, poi, con 23 caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori Regione) raggiunge quota 572.703 forme di Grana Padano.

«Una crescita che assume un significato ancora più forte - ha detto il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi - se pensiamo che negli ultimi dieci anni il trend positivo ha superato il 22,5%, pari ad incremento del 2% annuo. Tutto questo acquisisce ancor più valore se teniamo conto del contesto in cui il risultato è stato raggiunto. Da una parte il periodo di crisi generalizzata, in ogni settore, e dall’altra decisioni internazionali, prime fra tutti quelle dei dazi, che per un prodotto come il nostro sono oltremodo penalizzanti. Se aggiungiamo a tutto questo anche la confusione che il consumatore si trova ad affrontare quando deve acquistare, a causa della mancanza di informazioni chiare sia nei punti vendita sia nei menu della ristorazione, è facile capire come sia complesso per noi e il nostro sistema operare scelte imprenditoriali guardando al futuro con serenità».

«Lo abbiamo detto in Europa lunedì - ha detto con forza il ministro Bellanova - e voglio ribadirlo nuovamente qui oggi: non possiamo essere vittime di algoritmi nazionali. Come si può pensare che vicino al marchio Dop europeo sul Grana Padano poi si possa trovare il nutriscore che mette il semaforo arancione o rosso. È inaccettabile. - Vogliamo tutela piena e stiamo lavorando per un’alternativa come il sistema a batteria che tiene in considerazione il fabbisogno quotidiano e non demonizza i singoli ingredienti. Se siamo il secondo paese al mondo per longevità dopo il Giappone, è anche frutto della nostra dieta. E allora su cosa mettere in etichetta credo dovremmo essere ascoltati. Per questo è necessaria anche in Italia una vera alleanza con i consumatori. Oggi, ribadendo un concetto per noi determinante, si è detto che chi compra vuole sapere cosa mette nel suo piatto e prima ancora nel suo carrello. Vuole fare scelte consapevoli. Rivendica il diritto di essere informato. E di potersi orientare nel migliore dei modi. Quindi anche sugli scaffali serve chiarezza. È importante lavorare in questa direzione. La Grande distribuzione svolge un ruolo centrale sia per i produttori che per i consumatori e noi abbiamo bisogno di far dialogare tutte le parti con trasparenza. Servono spazi dedicati ai nostri marchi geografici, serve una valorizzazione anche in termine di presentazione del prodotto».

L'intervento di Teresa Bellanova (Grana Padano,  5% di forme 2019 positivo nonostante i dazi)
L'intervento di Teresa Bellanova

«Il Grana Padano - ha detto l’assessore Rolfi - è il prodotto Dop più consumato al mondo. Un portabandiera della Lombardia e dell'agricoltura italiana. Vogliamo aiutare le nostre eccellenze a sviluppare le esportazioni e anche a essere maggiormente valorizzate sul mercato interno. Ci faremo promotori di un'azione congiunta con i ristoratori per tutelare anche nei ristoranti la qualità e la distintività dei formaggi. Concordo con il Consorzio: è necessario introdurre la carta d'identità dei cibi nei ristoranti, affinché i consumatori sappiano da dove arriva e chi produce il cibo servito, partendo da formaggi per i quali oltre la metà del prodotto utilizzato nella ristorazione è un similare. Questa proposta serve anche per non ingannare i consumatori. I dazi degli Stati Uniti danneggiano i nostri formaggi tipici, ma non dobbiamo dimenticare che sulle sanzioni alla Russia è stata l'Unione europea a far del male ai nostri prodotti, togliendo una fetta importante di mercato a chi è vocato alla internazionalizzazione. Per questo serve un'azione più incisiva e rapida, per tutelare i nostri produttori e supportarli nella promozione sul mercato americano in questa fase critica».

Fabio Rolfi (Grana Padano,  5% di forme 2019 positivo nonostante i dazi)
Fabio Rolfi

«Come istituzioni - ha detto l’assessore Pan - siamo impegnati a garantire il massimo supporto ai produttori e all’intera filiera del Grana Padano, per il suo peso specifico in termini di occupazione, fatturato ed export, e per il suo valore simbolico di alfiere della buona tavola, del mangiar sano e dell’industria agroalimentare tricolore».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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