La Commissione europea ha stanziato un fondo di 250 milioni di euro per il progetto, con l’obiettivo di promuovere un’alimentazione sana. I prodotti da dare ai ragazzi sono stati scelti da ogni Paese. I soldi arriveranno agli istituti in proporzione al numero degli iscritti. Il commissario Phil Hogan: «Educhiamo i ragazzi con prodotti di qualità».
Una merenda sana per tutti, almeno una volta alla settimana. Dall’Unione Europea arriveranno anche quest'anno dei fondi destinati alle scuole di ogni ordine e grado che serviranno per acquistare e distribuire ai ragazzi latte, yogurt e frutta fresca da consumare durante l’intervallo.
Al programma europeo hanno aderito tutti gli Stati dell'Unione
Il programma Ue “Frutta, verdura e latte nelle scuole” si rinnova e per l’anno scolastico che si aprirà tra pochi giorni anche in Italia sono stati stanziati complessivamente 250 milioni di euro. Di questi, 145 serviranno ad acquistare frutta e verdura, mentre i restanti 105 saranno spesi in latte prodotti caseari. Al nostro Paese arriveranno complessivamente 30 milioni di euro, che saranno ridistribuiti alle scuole in base al numero dei loro iscritti.
L’obiettivo è chiaro: promuovere un’alimentazione sana e una dieta bilanciata che, grazie anche a una serie di programmi didattici dedicati all’agricoltura, possa iniziare i più giovani a uno stile di vita corretto. La proposta della Commissione europea è stata accolta da tutti gli Stati membri, che hanno aderito innanzitutto scegliendo, Paese per Paese, che tipo di alimenti distribuire ai ragazzi. In particolare, la selezione si è basata su considerazioni relative alla salute e all’ambiente, nel rispetto della loro stagionalità e disponibilità.
«È importante adottare abitudini alimentari sane già in tenera età - ha detto commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale
Phil Hogan - e grazie al nostro programma i nostri piccoli cittadini non solo beneficeranno di prodotti europei di qualità, ma impareranno anche qualcosa sull’alimentazione, l’agricoltura, la produzione alimentare e sul duro lavoro che tutto ciò comporta».