Alla base di un corretto funzionamento dell’intestino c’è un’alimentazione equilibrata, povera di grassi animali abbinata ad una regolare attività fisica. Buone pratiche per riprendere la vita quotidiana dopo le ferie.
Non per tutti, però, questo basta per evitare fastidi e problemi che possono essere diagnosticati con diverse tipologie di esami e analisi più o meno invasive, dalle semplici analisi del sangue, alle ecografie e colonscopie. Di come tenere sano, pulito e regolare l’intestino ne ha parlato
Federica Furfaro, gastroenterologa di Humanitas in un articolo che vi riproponiamo.
L'attività fisica aiuta a mantenere l'intestino sano
“I disordini intestinali, come una produzione eccessiva di gas, spasmi e gonfiore sono spesso il campanello d’allarme di disturbi che possono essere causati da un’ alimentazione non regolare, una dieta squilibrata o di un livello di stress eccessivo. In questo caso si riscontrano, ad esempio, feci di consistenza troppo molle e maleodorante oppure, al contrario, dure e caprine; sono alcuni dei segnali più evidenti che il nostro intestino può inviarci per dirci che non è in salute. La dieta FodMap è stata messa a punto per migliorare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile, spesso caratterizzati da gonfiore, crampi e alterazione della regolarità intestinale. Ad averla messa a punto sono stati due un gastroenterologo e una dietista della Monash University di Melbourne.
FodMap è l’acronimo di Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli, zuccheri che possono fermentare nell’intestino grazie all’azione dei batteri intestinali. Questi componenti sono presenti in moltissimi alimenti – in diversi qualità di frutta e verdura, nei formaggi e derivati del latte, così come nei cereali – che in caso di disturbi intestinali è preferibile evitare perché altamente ‘fermentabili’ (ad esempio carciofi e cavolfiore, funghi, aglio e cipolle, mele e pere, latte di mucca, capra e pecora).
Tra i prodotti, invece, low-Fodmap quindi a basso contenuto di molecole fermentabili, ci sono invece ceci e lenticchie in scatola, zucchine, zenzero, ravanelli, broccolo, finocchi e lattuga, latte e derivati senza lattosio, frutti di bosco, kiwi e uva. Dalla sua prima pubblicazione, oltre dieci anni fa, l’efficacia della dieta è stata validata da diverse ricerche scientifiche ed è entrata nella pratica clinica.
Per migliorare la funzionalità dell’intestino gli esperti propongo integratori a base di fibre, probiotici e prebiotici. In particolare, le fibre migliorano lo svuotamento intestinale; i probiotici sono micro-organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, favoriscono un miglioramento dell’equilibrio microbico intestinale tramite inibizione di batteri patogeni; infine, i prebiotici sono sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita e/o l’attività dei batteri benefici presenti nel colon.
L’idrocolonterapia consiste in un vero e proprio lavaggio dell’intestino e ha l’obiettivo di migliorare il funzionamento del colon eliminando tossine e residui della digestione rimasti tra le pareti e le anse dell’intestino. È una pratica diffusa fin dall’antichità e spesso viene proposta come rimedio per eliminare i disordini intestinali e i problemi di stipsi. «Risale al tempo degli antichi Egizi quando si pensava che depurare l’organismo dalle scorie potesse prevenire ogni malattia - ha spiegato la dottoressa Furfaro - Gli Egizi prima, ma poi anche gli antichi Greci e i Romani utilizzavano i clisteri per oltre 20 differenti sintomi gastrici e intestinali».
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