“La ristorazione traino dell’occupazione, anche d’estate”. È il titolo di un breve ma significativo comunicato diffuso l’11 giugno scorso dall’ufficio stampa della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi.
«Nel mese di giugno - vi si legge - creati oltre 100mila posti di lavoro, ma per uno su quattro non si trova personale. I dati Excelsior sui fabbisogni occupazionali delle imprese in giugno parlano chiaro: a trainare la domanda di assunzioni è la filiera turistica e il ruolo di primo piano spetta alla ristorazione. Il fatto più preoccupante è che in un caso su quattro le imprese hanno difficoltà a trovare figure professionali adeguate al profilo richiesto, soprattutto tra il personale di sala».
I giovani non vogliono lavorare nel settore del turismo e dell'accoglienza
Questa, purtroppo, è la drammatica realtà che anche noi di Italia a Tavola, facendo questo lavoro a contatto diretto con il mondo della ristorazione, verifichiamo ogni giorno. La lamentela quotidiana che ascoltiamo da ristoratori e albergatori è proprio questa: la drammatica mancanza di leve nuove, di giovani cuochi e camerieri che amino il lavoro e siano preparati per svolgere un proprio ruolo nel mondo dell’accoglienza, un settore sempre più strategico per l’economia nazionale.
Abbiamo scritto e riscritto in questi anni come il turismo dovrebbe essere la prima voce per rimpinguare le casse dello Stato. Alcuni politici pare l’abbiano capito. Imprenditori italiani e stranieri sono invogliati a investire sulle coste, sui laghi e sulle montagne, luoghi di eccezionale attrattiva che solo noi abbiamo così belli, vari e ricchi di storia, arte ed enogastronomia. Un paradiso terrestre (salvo le rovine ecologiche sparse qua e là per colpa nostra), ma è un vero harakiri per il Paese il fatto che i giovani non siano preparati e non abbiamo voglia di sacrificarsi.