La guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina potrebbe avere presto ripercussioni sul mercato globale, con conseguenze anche sul made in Italy. Opportunità si stanno aprendo, secondo Coldiretti, nell’export di vino e olio. Lo sguardo è rivolto al mercato dell’estremo Oriente: solo in Cina nel 2018 le esportazioni di vino sono cresciute dell’11%.
E l’annuncio del colosso asiatico che, rispondendo alle misure protezionistiche Usa, ha posto dazi nei confronti di beni importati dagli Stati Uniti per un totale di 60 miliardi di dollari, tra i quali un lunga lista di alimentari e bevande compreso il vino, non può che aprire prospettive interessante per l’agroalimentare italiano (e non solo) diretto all’estero.
«Le spedizioni di vino statunitense in Cina si sono ridotte del 25% nel 2018 a causa delle tensioni tra i due Paesi - ricorda Coldiretti - mentre l’Italia nello stesso periodo ha venduto al gigante asiatico vino per 127 milioni di euro collocandosi al quarto posto tra i principali fornitori dopo Francia ed anche Australia e Cile che godono di intese commerciali a dazi zero. Per effetto di una crescita ininterrotta nei consumi, la Cina è entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi». Un mercato dunque strategico per i viticoltori italiani che può essere rafforzato grazie all’accordo sulla Via della Seta.
«In realtà - sottolinea ancora la Coldiretti - è ampia la gamma di prodotti agroalimentari statunitensi colpiti dalla ritorsione cinese e riguarda tra l’altro acqua minerale, frumento, carne, succhi di frutta, olio di oliva, gelati, pasta all’uovo, marmellate, pesche sciroppate e conserve di pomodoro che sono voci molto importanti dell’export agroalimentare made in Italy».